Ex Ilva, Governo approva decreto: sindacati proclamano sciopero

Ex Ilva, Governo approva decreto: sindacati proclamano sciopero
Giovedì 29 Dicembre 2022, 10:45
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(Teleborsa) - "Mobilitazione prevista per il giorno 11 gennaio e concordata con le Istituzioni locali e regionali, ma altresì" si proclama "uno sciopero dalle 23 del 10 gennaio alle 7 del 12 gennaio". Lo comunicano da Taranto le segreterie territoriali dei sindacati in una nota Fiom, Uilm e Usb a seguito del decreto legge varato dal governo. Intanto, proprio in questi minuti, è arrivata alle parti sociali la convocazione sulla vertenza dell'ex Ilva annunciata dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, per il 19 gennaio. L'incontro si svolgerà a partire dalle 14 nel parlamentino del dicastero in via Veneto e in modalità mista, presenza e videoconferenza. Vis



Le decisioni del Cdm sull'ex Ilva "non rispondono alle richieste avanzate né in materia di produzione né in materia di occupazione né in materia di ambiente e tutela della salute, ma soprattutto non c'è una risposta alla richiesta di pubblicizzazione avanzata dalle Organizzazioni sindacali a fronte delle inadempienze aziendali, nonostante lo stanziamento dei 680 milioni di euro deciso oggi dal Governo". Lo dice il leader della Fiom-Cgil, Michele De Palma. "Pertanto - prosegue - insieme con gli altri sindacati porteremo avanti le iniziative previste, necessarie a salvaguardare la più grande industria siderurgica nazionale, i lavoratori, la salute, la sicurezza e l'ambiente. L'assoluta mancanza di dialogo e di confronto da parte del management aziendale e del governo rappresenta un ulteriore elemento di difficoltà che si scarica sulla possibilità di definire una prospettiva certa per la risalita produttiva e per il rientro dei lavoratori dalla cassa integrazione nonché per il destino dei lavoratori dell'ex Ilva in amministrazione straordinaria e delle imprese dell'indotto".

Per il leader della Uilm, Rocco Palombella "lapprovazione del provvedimento per l'ex Ilva, che prevede un finanziamento a fondo perduto di 680 milioni, è una resa incondizionata del Governo nei confronti della multinazionale". Palombella parla di "atto grave e irresponsabile, che non ha ascoltato le nostre grida di allarme, riteniamo sbagliato concedere questa ingente somma di denaro pubblico senza reali garanzie occupazionali e produttive né vincoli chiari sul futuro dell'ex Ilva. Questo provvedimento è l'ennesima occasione persa da parte di un Governo del nostro Paese, perché da una parte si consente una produzione minima che farà continuare a perdere economicamente, dall'altra parte si consente alla multinazionale di continuare ad avere mani libere che potrà portare alla chiusura definitiva dell'ex Ilva e di un asset strategico della siderurgia italiana. Un pannicello caldo che terminerà i suoi effetti nelle prossime settimane, dopo che verranno pagati i debiti con i fornitori energetici e con le ditte dell'indotto. Sono stati concessi 680 milioni di euro pubblici senza uno straccio di piano industriale. È una vergogna". Per questo "confermiamo la nostra manifestazione dell'11 gennaio a Roma davanti Palazzo Chigi - aggiunge - il Governo deve ascoltare i 20 mila lavoratori e le comunità interessate. No a forzature, saremo intransigenti per il bene dei lavoratori e il futuro della più grande acciaieria europea".

Il decreto del Governo nei confronti di Acciaierie d'Italia (ex-Ilva) "contiene molti aspetti che vanno approfonditi prima di emettere sentenze drastiche e contrarie. In particolare, vogliamo insistere nel verificare le modalità del prestito e della ricapitalizzazione, gli impegni economici e gestionali che competono ad Arcelor Mittal, ma soprattutto le condizioni produttive, occupazionali e di gestione che, stante quanto annunciato, sarebbero previste". Lo dichiara il leader della Fim-Cisl, Roberto Benaglia. "Abbiamo chiesto che non vi sia nessun regalo di Stato ai Mittal e nessuna mano libera sull'azienda - aggiunge - solo approfondendo le misure, potremo capire il futuro di questa società e dei 20mila lavoratori coinvolti, lavoratori che certo non potevano essere abbandonati a se stessi. Apprezziamo per il momento il fatto che il Mimit abbia già previsto per il 19 gennaio un confronto strutturato con il sindacato e le parti interessate su questo nuovo piano. Fino ad allora non staremo fermi, ma non pensiamo che il sindacato debba sottrarsi al confronto e alla ricerca di soluzioni. La situazione di questa vertenza è troppo delicata e non permette al sindacato di voltare le spalle alla realtà".
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