Fisco, così si torna a pagare: a settembre i versamenti sospesi fino a maggio

Fisco, così si torna a pagare: a settembre i versamenti sospesi fino a maggio
di Luca Cifoni
Venerdì 22 Maggio 2020, 07:51 - Ultimo agg. 14:02
4 Minuti di Lettura

I contribuenti che per l'emergenza coronavirus hanno avuto una sospensione fino al mese di maggio, dovranno andare alla cassa il 16 settembre, con la possibilità di dilazionare i pagamenti in 4 rate mensili. Ma prima ci sarà da pagare entro il 16 giugno la prima rata dell'Imu, con l'esclusione del mondo del turismo che si è visto abbuonare questa scadenza, mentre alla fine del prossimo mese c'è il normale termine per l'autoliquidazione delle imposte dirette. Il decreto Rilancio dà un nuovo e forse definitivo assetto al calendario tributario già stravolto dalla crisi sanitaria ed economica. La notizia positiva per le imprese con fatturato fino a 250 milioni di euro (escluse banche e assicurazioni) è la cancellazione del saldo Irap per il 2019 e dell'acconto della stessa imposta per il 2020 (entrambi dovuti a giugno) che vale circa 4 miliardi di euro. Il prossimo 30 giugno però non cambia nulla per saldo e acconto delle altre imposte dirette, salvo la possibilità di usare senza sanzioni il metodo previsionale invece di quello storico nel caso già si sappia di avere quest'anno un reddito ridotto. Chi vorrà rinviare di un mese l'appuntamento dovrà versare in aggiunta la consueta maggiorazione dello 0,4 per cento.

Boom di domande di cassa integrazione: ad aprile come in tutto un anno di crisi

GLI ESCLUSI
Ma intanto il 16 giugno è la scadenza per versare ai Comuni la prima rata dell'Imu: vale per gli immobili residenziali dei privati ma anche per quelli strumentali delle imprese, salvo alberghi, bed and breakfast, agriturismi, campeggi, stabilimenti balneari che possono sfruttare la cancellazione di questa quota del tributo. Per le strutture turistiche viene però posta la condizione che i proprietari siano anche gestori delle attività, limitazione criticata da Confedilizia perché taglia fuori una parte delle imprese interessate.
In estate ci saranno in ogni caso gli ordinari versamenti periodici perché non sono state previste per ora ulteriori sospensioni dopo quelle relative a maggio. E poi tutti coloro che hanno sfruttato una o più possibilità di rinvio dovranno tornare a presentarsi il 16 settembre, potendo anche optare per il pagamento in quattro rate. Questa data riguarda varie categorie di contribuenti: imprese delle zone rosse, quelle dei settori maggiormente colpiti, società sportive, imprese con ricavi fino a 2 milioni e poi le altre che hanno avuto un calo del fatturato, differenziato in base alla dimensione: 33 per cento a marzo e aprile 2020 rispetto agli stessi mesi dell'anno precedente per quelle con ricavi non superiori a 50 milioni, 50 per cento per quelle al di sopra di questa soglia. Nella relazione tecnica al decreto rilancio il governo ha quantificato l'ammontare delle somme sospese tra Iva, ritenute d'acconto sui professionisti e ritenute sul lavoro dipendente: in tutto 20,6 miliardi, che sono in proporzione comunque meno di quelli stimati in occasione dei primi provvedimenti. Questi soldi non hanno effetto sui conti pubblici del 2020 perché appunto dovranno essere versati entro l'anno.

I PIGNORAMENTI
Con l'autunno, il 30 settembre, arriverà anche la ripresa dei versamenti all'Agenzia delle Entrate-Riscossione relativamente a cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi e altre pendenze, congelati per il periodo che va da marzo a fine agosto; fino alla stessa data sono sospese le notifiche delle cartelle e degli altri atti per il recupero dei debiti scaduti prima dell'inizio del periodo di sospensione. Ma già dal primo dello stesso mese saranno ripresi i pignoramenti su stipendi e pensioni, con i quali l'ente pubblico della riscossione e gli altri soggetti che operano per conto degli enti locali recuperano debiti del contribuente.

Infine il 10 dicembre è il termine ultimo entro il quale bisogna ricominciare a pagare le rate di sanatorie come la rottamazione ter o la cosiddetta pace fiscale dovute quest'anno non effettuate. Mettendosi in regola si evitano oneri aggiuntivi e non si perdono le agevolazioni già previste.

© RIPRODUZIONE RISERVATA