Infrastrutture, 35 miliardi ​per far correre anche il Sud

Infrastrutture, 35 miliardi per far correre anche il Sud
di Nando Santonastaso
Sabato 17 Aprile 2021, 00:00 - Ultimo agg. 12:43
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Ci sono voluti due anni, un bel po’ di decreti e piani speciali (Sblocca-cantieri, Italia veloce e così via) e una sacrosanta indignazione collettiva. Ma alla fine, a quanto pare, la consapevolezza che i 21 milioni di abitanti del Mezzogiorno non dovevano essere più affossati dall’enorme carenza di infrastrutture per i trasporti, soprattutto ferroviari, ha avuto la meglio. O almeno lo si spera da ieri con maggiore fiducia visto che sono stati finalmente nominati dal ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, i 29 commissari straordinari che dovranno accelerare le 57 opere considerate strategiche (dal 2019) e dunque da accelerare e, magari, completare. Nell’elenco, tra ferrovie, strade, opere idriche e per le forze di sicurezza, il Sud non è più una comparsa: a livello di risorse arriva a disporne complessivamente per cica 37 miliardi sul totale di oltre 82. Bella forza, si dirà, considerato da dove partiva. E cioè, per ricordare qualche esempio, dal fatto che da anni l’Alta velocità si ferma ad Eboli come il famoso Cristo di Levi, che Matera è stata capitale della cultura senza disporre di idonei collegamenti ferroviari, o che per raggiungere Reggio Calabria da Crotone occorrono tre ore (mentre per un tratto della stessa lunghezza, Firenze-Bologna, si impiegano 32 minuti o giù di lì).

Il fatto è che l’arrivo dei commissari sembra poter garantire l’inizio di una svolta, con tempi certi, gare d’appalto veloci e risorse garantite anche se i “contro” sulla loro opportunità non mancano. Di sicuro è lecito sperare che ce la si faccia almeno entro il 2030, l’arco temporale indicato dallo stesso ministro Giovannini per dimostrare la ricaduta occupazionale del pacchetto di opere (68.400 le unità di lavoro medie all’anno previste in tutta Italia). Attualmente, per le 57 opere inserite nell’elenco ci sono “solo” 33 miliardi di finanziamento rispetto agli 82 previsti: la differenza, assicura il ministro, la colmeranno i fondi nazionali e quelli del Next Generation Eu, con scadenza per questi ultimi a fine 2026. Ma molto, o quasi tutto, dipenderà dai poteri dei commissari che dovrebbero garantire iter veloci, byassando tutti i possibili intoppi procedurali (possono fare anche da stazione appaltante, ad esempio). In tal senso, l’esperienza dell’alta velocità Napoli-Bari, la prima opera ferroviaria commissariata tre anni fa e in linea con il cronoprogramma realizzativo (fine corsa 2026), autorizza una certa fiducia nonostante le perplessità sollevate su una parte della progettazione, come spiegato dal Mattino.

Con la Napoli-Bari, il cui commissario già in carica è Roberto Pagone e che risulta praticamente già tutta finanziata, nel cluster delle opere ferroviarie in chiave Sud (28,6 miliardi di investimento su un totale di 60) figura anche la Salerno-Reggio Calabria, anch’essa destinata a ospitare treni ad alta capacità/velocità e per la quale si accelererà con i lotti funzionali, a partire da quello dalla tratta Salerno-Battipaglia (commissaria Vera Fiorani). Sarà certamente uno dei 20 cantieri sul totale di 107 che apriranno già quest’anno. Ci sono poi le progettualità relative alla linea Ferrandina-Matera La Martella (ecco, finalmente, treni a ridosso della città dei “sassi”) e alla Taranto-Metaponto-Potenza Battipaglia, la dorsale dei due mari (commissaria sempre la Fiorani) che avrà caratteristiche di Alta velocità e che dimostra come era possibile già da tempo assicurare collegamenti ferroviari veloci anche tra le regioni del Sud, altro enorme e finora irrisolto limite della mobilità meridionale. In Sicilia infine l’alta velocità collegherà Palermo a Messina e a Catania da un lato e Palermo a Trapani dall’altro (commissario Filippo Palazzo). Non c’è traccia, come del resto lo stesso Giovannini aveva annunciato, del ponte sullo Stretto. Ma il tema resta, anche se lo stesso ministro ha previsto di intervenire sull’attuale sistema di collegamenti tra continente e isola.

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A livello di infrastrutture stradali (al Sud 6,5 miliardi dei 10,9 totali) resta la pole position della statale Jonica il cui terzo lotto è stato già appaltato (commissario Massimo Simonini). In elenco anche i cantieri della statale 89 Garganica, della statale 17 dell’Appennino abruzzese e Appulo-sannitico, della statale 212 della Val Fortore, e in Sicilia della “strada degli scrittori” e soprattutto della Ragusa-Catania (entrambe saranno seguite da Raffaele Celia). Circa 462 milioni sono stati, poi, destinati al Sud alle opere per rafforzare i presìdi di pubblica sicurezza (tra questi la realizzazione della cittadella della sicurezza a Napoli presso la caserma Boscariello) mentre al capitolo delle infrastrutture idriche al Mezzogiorno andranno 501 milioni su un totale di 2,8 miliardi, da spendere per lo più per le dighe della Sardegna. Per le infrastrutture portuali, infine, un solo intervento: riguarda il porto di Palermo (commissario Pasqualino Monti) per una spesa di 155 milioni. «Come annunciato in Parlamento – aggiunge Giovannini – proporrò nelle prossime settimane una nuova lista di opere da commissariare, ma bisogna ricordare che il commissariamento è un atto straordinario. Per questo, abbiamo elaborato una serie di interventi normativi e procedurali volti a ridefinire le regole esistenti per la realizzazione delle infrastrutture, a partire da quelle previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza». 

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