Addio a un frutto su due dagli scaffali dei supermercati. Il motivo è il clima pazzo e le gelate primaverili di quest'anno, che hanno di fatto dimezzato i raccolti nazionali. I cali hanno coinvolto il 30% delle ciliegie e il 40% delle pesche e nettarine fino al 50% delle albicocche rispetto ad un'annata normale. L'analisi è di Coldiretti, che racconta le difficoltà degli italiani nel fare la spesa per colpa dei cambiamenti climatici «in un mercato peraltro caratterizzato dall'aumento della domanda di cibi salutistici sotto la spinta dell'emergenza Covid».
Secondo l'organizzazione agricola sono questi gli effetti del moltiplicarsi degli eventi estremi in un anno segnato da temperature con picchi durante l'inverno anche ai 28 gradi che hanno risvegliato precocemente le piante in fase di riposo, rendendole più sensibili alle gelate primaverili.