Gas, asse Draghi-Macron: «Tetto sul prezzo da luglio». Ma il calendario attuale prevede misure solo in autunno

Il calendario che circola ora prevede l’avvio di misure operative sul tetto solo in autunno

Gas, asse Draghi-Macron: «Tetto sul prezzo da luglio». Ma il calendario attuale prevede misure solo in autunno
Gas, asse Draghi-Macron: «Tetto sul prezzo da luglio». Ma il calendario attuale prevede misure solo in autunno
di Francesco Malfetano
Giovedì 23 Giugno 2022, 23:59 - Ultimo agg. 25 Giugno, 08:43
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«Ci stai?». Non c’è neanche da chiederlo ormai. L’asse tra il premier italiano Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron è talmente solido che per l’intesa basta un cenno. E allora, dopo un breve bilaterale nella sede della delegazione tricolore al Parlamento Ue, ecco la proposta: un vertice straordinario sull’energia. Un summit da fare subito, concordano, già a luglio. In cui spingere con ancora più decisione sull’imposizione di un tetto al prezzo del gas importato dalla Russia via tubo.

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Così Draghi, forte della benedizione degli altri paesi euro-mediterranei (Grecia in testa) e appunto del presidente di turno dell’Unione (al suo ultimo giro), porta la richiesta immediatamente a Charles Michel, sul tavolo del Consiglio europeo. Non manca l’assenso tra i Ventisette che ieri e oggi si sono riuniti nella capitale belga anche per allargare i confini europei a Est e preparare le mosse per i vertici G7 e Nato che si terranno nei prossimi giorni.

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Le reazioni più tiepide alla proposta italiana arrivano dai soliti noti. Il fronte frugale, o dei falchi, guidato da Olanda e Lussemburgo è sospettoso. E anche gli sherpa al lavoro continuano a parlare di «diverse criticità». Resistenze che la sponda tedesca può aiutare a scardinare. L’idea è che la rinnovata vicinanza con Olaf Scholz sancita durante il viaggio a Kiev possa garantire qualche nuovo spiraglio. Tant’è che già ieri mattina il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani si è confrontato con il vicecancelliere tedesco e il ministro dell’Economia Robert Habeck in una telefonata che a Bruxelles definiscono di «allineamento». Anche perché c’è da vincere pure i dubbi di una certa parte degli apparati europei che vedono nel price cap una deroga troppo forte al principio della libera concorrenza. Intanto che qualcosa si muova, lentamente, lo lascia intendere anche l’olandese Mark Rutte che fa muro a modo suo ma con meno preclusioni: «Valuteremo, ma pensiamo che potrebbe non funzionare».


Dietro l’improvvisa accelerazione c’è chi ci vede una sorta di blitz di Draghi. Un colpo deciso per segnare un cambio di passo sul price cap, o comunque di qualche altra misura considerata “dispendiosa” per le casse europee dai frugali (vedi ad esempio il meccanismo di prestiti simile a Sure che il premier italiano vorrebbe varare per far fronte agli aumenti in bolletta). 

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Il calendario

Il calendario che circola ora, prevede infatti l’avvio di misure operative sul tetto solo in autunno. Cioè quando sarà chiaro che cosa avrà deciso di fare Mosca e a che punto saranno le scorte di gas. Troppo tardi secondo il premier italiano, specie ora che Gazprom gioca con i cordoni della borsa allentando le forniture come forma di ricatto. E infatti chiarisce a tutti che ora come ora non ci si può più accontentare di un nuovo atto di indirizzo. «Bisogna prendere subito delle decisioni» spiegano fonti diplomatiche. Il riferimento è al piccolo passo in avanti ottenuto già alla vigilia del summit. E cioè al fatto che nelle conclusioni del vertice con ogni probabilità sarà strategicamente indicato l’uso del gas come «arma» da parte della Russia. Idem per quanto riguarda l’ok strappato della delegazione italiana all’inserimento di un riferimento preciso alle conclusioni del vertice del 30 e del 31 maggio.

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L’intera azione coordinata, è anche parte di una strategia ampia con cui Draghi e Macron vogliono fare in modo che l’agenda energetica dell’Ue sia posta al servizio della crescita e degli interessi realistici dei Paesi membri. E cioè diventi uno strumento utile anche a contrastare il ritorno del rigore europeo chiesto dai falchi nordeuropei che, oggi, sono nuovamente pronti a mostrarsi critici nei confronti della Bce che presenterà ai Ventisette il suo piano anti-frammentazione.

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