Prezzo gas alle stelle, cosa sta accadendo? Le 5 domande chiave (e le risposte) per capire la crisi energetica

Prezzo gas alle stelle, cosa sta accadendo? Le 5 domande chiave (e le risposte) per capire la crisi energetica
Prezzo gas alle stelle, cosa sta accadendo? Le 5 domande chiave (e le risposte) per capire la crisi energetica
di Stefania Piras
Venerdì 26 Agosto 2022, 20:07 - Ultimo agg. 28 Agosto, 13:54
5 Minuti di Lettura

È bastato un annuncio il 22 agosto scorso per far alzare il termometro del prezzo del gas. L'annuncio della russa Gazprom riguardava l' arresto temporaneo del gasdotto North Stream 1 verso la Germania. Quel giorno il prezzo di riferimento del gas olandese TTF ha toccato il record giornaliero di 295 euro per megawattora. Due giorni dopo, il greggio Brent ha superato i 100 dollari al barile dopo che l'OPEC ha annunciato l'intenzione di ridurre la produzione. Da quando l'Ucraina è stata invasa dalla Russia, l'Europa ha cercato e sta cercando di diversificare le sue fonti energetiche per fare a meno delle materie prime russe. A questo si devono i numerosi viaggi che i leader europei stanno compiendo a più riprese per stringere nuovi accordi e firmare nuovi contratti con produttori di petrolio e gas alternativi: dal Medio Oriente al Nord Africa. Ma spegnere e accendere vecchi e nuovi interruttori del gas non è così automatico. Ecco una piccola guida e un glossario per orientarsi in questa crisi energetica. 

 

Come si forma il prezzo del gas?

Il prezzo di riferimento del gas si forma sul mercato virtuale delle transazioni ad Amsterdam, in Olanda. Si chiama TTF, Title Transfer Facility: non è altro che il mercato all'ingrosso del gas naturale. Il prezzo è un prezzo future a lungo termine (a un mese), esprime cioè un valore futuro del gas, ed è quello maggiormente utilizzato come riferimento per il mercato europeo. Operano qui Paesi come Francia, Germania, Norvegia, Italia e Gran Bretagna. Attraverso questa piattaforma avviene la compravendita del gas tra i più grandi operatori e trader di settore, produttori e fornitori. I fornitori acquistano il gas naturale per poi rivenderlo ai loro clienti finali: aziende e utenti domestici. Il prezzo di acquisto è collegato all'indice TTF, cioè quel prezzo frutto degli scambi che avvengono nella borsa di Amsterdam, ed è la base di partenza a cui l'operatore aggiunge il proprio margine. Il prezzo finale è il prezzo di mercato che ci ritroviamo in bolletta.

 

Perché se sale il prezzo del gas sale anche quello dell'elettricità?

Il prezzo della corrente elettrica è basato sulla fonte più costosa: il gas, anche se quell'elettricità non scaturisce da gas ma da energie rinnovabili o da energia nucleare. Il prezzo dell'energia elettrica lo fa il costo marginale della fonte più cara, cioè il gas, perciò assistiamo a questo effetto domino anche sulla bolletta della luce. Ed ecco perché si vuole liberare il costo della corrente da quello del gas; per farlo serve però rivedere alla radice le regole del mercato energetico. Serve soprattutto un coordinamento europeo. 

Cos'è il tetto al prezzo del gas: in inglese price cap?

 Mettere un tetto al prezzo del gas vuol dire intervenire per amministrare i prezzi esplosivi della materia prima che si stanno abbattendo su famiglie e imprese. Si potrebbe imporre una soglia al prezzo del gas importato (c'è il rischio però che il mercato reagisca trovando altri compratori e quindi semplicemente che quel gas venga venduto altrove e non a noi europei). Si potrebbe imporre una soglia unicamente al gas importato dalla Russia. Forme di price cap ci sono già, ma a livello nazionale. Ognuno fa da sé. Un esempio? La Spagna ha calmierato il prezzo del gas che viene utilizzato per la produzione di elettricità. La misura riguarda famiglie e imprese e lo Stato si occupa di versare la differenza agli operatori (è una misura molto costosa).

Perché ci troviamo in questa situazione?

La guerra e l'andamento dei prezzi delle materie prime (che hanno cominciato ad aumentare ben prima dell'invasione dell'Ucraina) ci hanno messo di fronte a questo choc energetico. La nostra transizione energetica si basava sull'import di gas russo a basso costo. Le sanzioni occidentali hanno bloccato, stanno bloccando questo flusso di metano. Le sanzioni puniscono la guerra imperialista ma ci hanno costretti a cercare fonti alternative e a implementare le riserve di gas. 

Quali fonti alternative alle materie prime russe abbiamo?

In pochi mesi l'Italia ha ridisegnato il portafoglio energetico. Ne ha parlato il premier Draghi, giorni fa a Rimini. «In pochi mesi, abbiamo ridotto in modo significativo le importazioni di gas dalla Russia, un cambio radicale nella politica energetica italiana. Abbiamo stretto nuovi accordi per aumentare le forniture - dall' Algeria all'Azerbaigian. Gli effetti sono stati immediati: l'anno scorso, circa il 40% delle nostre importazioni di gas è venuto dalla Russia. Oggi, in media, è circa la metà», ha detto Mario Draghi al Meeting Cl. «Abbiamo accelerato lo sviluppo delle rinnovabili - essenziali per ridurre la nostra vulnerabilità energetica, per abbattere le emissioni. Nei soli primi otto mesi di quest'anno ci sono state richieste di nuovi allacciamenti ad impianti di energia rinnovabile per una potenza pari a quasi quattro volte quella installata complessivamente nel 2020 e nel 2021. La nostra agenda di diversificazione dal gas russo è stata fondamentale per dare a cittadini e imprese maggiore certezza circa la stabilità delle forniture», ha aggiunto.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA