Gas, guerra Ue-Russia. Gazprom annuncia stop totale a Nord Stream, l'Euro sotto la parità con il dollaro

G7, accordo sul price cap al petrolio russo. Von der Leyen: «Ora un tetto al prezzo anche per il gas»
G7, accordo sul price cap al petrolio russo. Von der Leyen: «Ora un tetto al prezzo anche per il gas»
Venerdì 2 Settembre 2022, 12:40 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 06:24
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Sui price cap si infiamma la guerra dell’energia tra Russia e Occidente. Mentre da una parte scatta l’ora dei tetti ai prezzi delle fonti fossili di Mosca, con il G7 che dà luce verde a quello sul petrolio e l’Europa che rilancia quello sul gas («un segnale confortante», secondo Palazzo Chigi), dall’altra Gazprom chiude a tempo indeterminato i rubinetti di Nord Stream 1. L’infrastruttura, che porta il metano in Germania, non riaprirà, come previsto, all’alba di oggi, al termine dei tre giorni di interventi di manutenzione programmata iniziati mercoledì, ha annunciato ieri pomeriggio il monopolista di Stato russo dell’energia, citando nuove «ragioni tecniche», cioè danni all’ultima unità di compressione rimasta operativa e che consentiva il pompaggio del 20% della capacità del gasdotto. Un danno che però secondo Siemens, produttore della turbina, non giustifica la chiusura. La notizia ha fatto scivolare l’euro sotto la parità con il dollaro.

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LA REAZIONE

Pronta la reazione di Bruxelles, affidata al portavoce della Commissione Eric Mamer: «La nuova chiusura di Nord Stream 1 da parte di Gazprom, sulla base di pretese fallaci, dimostra ancora una volta la sua inaffidabilità come fornitore; ed è prova anche del cinismo della Russia, che preferisce bruciare il gas anziché onorare i contratti». Il clima, insomma, è quello dello scontro frontale, dopo il via libera dei ministri delle Finanze del G7 al piano che prevede la fissazione di un price cap del petrolio, una soglia, cioè, al di sopra della quale sarà vietato il trasporto via nave del greggio e dei prodotti raffinati che arrivano dalla Russia. 

La decisione, nell’aria dopo il forte pressing degli Stati Uniti (contrari alla linea dell’embargo scelta invece dall’Ue), ha scatenato l’ira di Mosca: «Se i Paesi ostili metteranno un tetto ai prezzi delle risorse energetiche russe, forniremo petrolio solo a quelli che si adegueranno alle condizioni di mercato», ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

E lo stesso varrebbe per il metano, che ieri - prima dell’annuncio dell’ennesimo stop al principale gasdotto europeo - ha chiuso ancora in calo, a 214 euro al megawattora, sulla piazza di riferimento di Amsterdam. Un altro botta-e-risposta è stato riservato alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che in mattinata, parlando dal ritiro dei cristiano-democratici tedeschi in Baviera, s’era detta «fermamente convinta che è arrivato il momento per introdurre un tetto al prezzo del gas russo che arriva in Europa attraverso i metanodotti», una delle opzioni sul tavolo di Bruxelles per allentare la morsa sui prezzi, insieme a un tetto al prezzo dell’elettricità prodotta da fonti diverse dal gas e al prelievo sugli extra-profitti delle imprese energetiche che usano rinnovabili, da redistribuire poi ai consumatori in difficoltà.

 

Se imporrà un price cap al metano, «l’Europa non avrà più gas russo», ha ribattuto Dmitry Medvedev, vice-capo del Consiglio di sicurezza russo, citato dall’agenzia di Stato Tass. Uno scenario catastrofico, quello di un’interruzione totale dei flussi, che, «anche con le scorte attuali all’83%, entro gennaio costringerebbe l’Europa ad attuare i razionamenti» e tagliare i consumi, dal riscaldamento alla produzione industriale, ha spiegato il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli: «Gli aumenti delle importazioni extra-Russia, circa 17 miliardi di metri cubi, non bastano a sostituire quei 29 miliardi che compravamo da Mosca».

LA FRONTIERA

Fronte oro nero, incassata l’intesa politica a livello ministeriale, il lavoro tecnico del G7 per mettere a punto il tetto al prezzo continua. I dettagli dell’iniziativa, tra cui lo stesso livello del price cap e il perimetro dell’alleanza che si impegnerà a rispettarlo, saranno definiti solo in un secondo momento «da un’ampia coalizione di Paesi che aderiscono al tetto e lo attuano». Un fronte che, fanno notare fonti diplomatiche, oltre alle grandi economie occidentali (Usa, Ue, Regno Unito, Giappone e Canada), non potrà fare a meno, per avere successo, dei principali compratori di greggio russo, a cominciare - ma la strada è in salita - dall’India. Washington spera che la misura contribuisca ad allentare la pressione sui mercati energetici globali e «a contrastare l’inflazione», «negando a Putin i ricavi per finanziare la guerra in Ucraina», ha affermato la segretaria Usa al Tesoro Janet Yellen. «Ora serve allargare il sostegno al price cap», ha aggiunto il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, che ha garantito che l’Ue si uniformerà al tetto «in linea con il calendario concordato nel sesto pacchetto di sanzioni», che prevede l’embargo a dicembre per il greggio e a febbraio per i derivati.

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