Gas, proposta sul prezzo flessibile: la firmano Italia, Belgio, Polonia e Grecia

L'idea è avere una forchetta di prezzo accettabile per acquistare il metano

Gas, la proposta italiana di tetto al prezzo è flessibile: la firmano anche Belgio, Polonia e Grecia
Gas, la proposta italiana di tetto al prezzo è flessibile: la firmano anche Belgio, Polonia e Grecia
Giovedì 6 Ottobre 2022, 17:49 - Ultimo agg. 18:26
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Arriva una proposta italiana sul tetto al prezzo del gas: l'idea è quella di imporre un tetto parziale, non rigido ma flessibile, al prezzo del metano. La proposta, non ancora ufficiale, è condivisa da ItaliaGrecia, Belgio e Polonia. E non si limita a prendere in considerazione solo il prezzo del gas per l'elettricità. 

Un price cap dinamico, insomma, da applicare in uno scenario in cui non c'è assenza di forniture e c'è uno scambio di domanda e offerta di gas. È questo uno dei punti chiavi del documento non ufficiale firmato dall'Italia del quale l'ANSA ha preso visione.

Sulla base del «corridoio dinamico: è possibile stabilire un valore centrale per questo corridoio e rivederlo regolarmente tenendo conto di parametri di riferimento esterni (ad esempio, i prezzi del greggi) e consentendo fluttuazioni (ad esempio del 5%) intorno al valore centrale all'interno del corridoio», si legge nella proposta.

Il 'non paper', a quanto si apprende, è stato fatto circolare in queste ore nelle istituzioni europee, è stato inviato alla Commissione e sarà tra le proposte oggetto di dibattito tra i Paesi membri. Nel documento si prevede che l'applicazione di questo «corridoio dinamico» al prezzo del gas abbia un «un valore centrale che rappresenterebbe un limite massimo che può essere posto a un hub di riferimento (come il Ttf) o può essere posto su più hub (Peg, Psv, Zee, per evitare l'arbitraggio), o meglio può coprire tutte le transazioni (sia in borsa che Otc)».

Inoltre, si legge nel non paper, «sarebbero possibili fluttuazioni intorno al valore centrale per fornire segnali di prezzo per lo spostamento del gas attraverso gli Stati membri, nel caso in cui più hub raggiungano il tetto massimo».

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Tetto prezzo sì, ma non solo per elettricità

La proposta italiana non si limita a disaccoppiare il prezzo dell'elettricità da quello del gas. È più ambiziosa. 

Un tetto limitato al gas impiegato per l'energia elettrica «ignora i 2/3 del mercato del gas» e crea «disincentivi alla riduzione dei prezzi» in quanto gli importatori saranno compensati per qualsiasi prezzo pagano. È quanto si legge nel non paper - documento non ufficiale - con le proposte di Italia, Belgio, Polonia e Grecia sul price cap al gas. Nel testo si sottolinea inoltre come tale soluzione potrebbe creare «una passività senza un chiaro limite verso l'esterno», ad esempio perché il prezzo all'importazione può continuare a salire, richiedendo più risorse per mantenere il tetto. 

Tra gli effetti collaterali del price cap al gas nella formazione del prezzo dell'elettricità la proposta sottolinea che «se il tetto del gas è troppo basso, si innescherà una domanda aggiuntiva eccessiva, eventualmente anche se è troppo alto, e probabilmente dovrà essere integrato da un ulteriore sostegno a livello di vendita al dettaglio per mantenere i prezzi accessibili».

In particolare, nella proposta si prendono in esame tre scenari. Il primo, in cui non c'è assenza di forniture, rappresenta il pilastro della proposta, ossia «la messa a punto di un corridoio dinamico per i prezzi del gas in cui viene individuato un valore centrale, da rivedere regolarmente sulla base di benchmark esterni (ad esempio, il prezzo del greggio, del carbone e del gas in America del Nord e Asia), e che consenta fluttuazioni intorno al valore centrale all'interno del corridoio». Nel caso di una potenziale carenza di forniture, il corridoio dinamico dei prezzi sarebbe integrato da «meccanismi per l'approvvigionamento di risorse marginali aggiuntive» e dovrebbero essere rafforzati «la riduzione della domanda e gli schemi di solidarietà». In questo scenario inoltre si potrebbe introdurre un «meccanismo di contratto per la differenza» per rimborsare agli importatori la potenziale differenza tra il prezzo all'importazione del Gnl e il valore superiore del corridoio. Nel caso di una carenza delle forniture a livello regionale o dell'Ue, è necessario - si legge nella proposta - «un quadro coordinato per allocare le risorse tra i paesi, indipendentemente dall'introduzione del corridoio dinamico». Tale quadro dovrà includere tra l'altro« la riduzione della domanda di gas», come stabilito nel regolamento approvato ad agosto, «i meccanismi basati sul mercato per allocare in modo efficiente la scarsità residua tra gli Stati membri» e «misure di solidarietà nell'ambito degli accordi sottoscritti ai sensi del Regolamento 2017/1938» concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas». 

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Perché non si può bandire solo il gas russo

Un price cap al solo gas russo «non avrebbe un impatto positivo sui prezzi al consumo», ma avrebbe un «potenziale impatto negativo sulla sicurezza dell'approvvigionamento» e sarebbe «discriminatorio» rispetto ad esempio ad altre importazioni tramite gasdotti. È quanto si legge nella proposta condivisa di Italia, Belgio, Polonia e Grecia sul price cap al gas. Nel testo si sottolinea poi il tetto massimo al prezzo limitato al gas russo «porrebbe sfide al mercato» (ad esempio, all'importatore sarebbe consentito di acquistare al limite massimo e rivendere a prezzi di scambio interni più elevati) e «dovrebbe essere adottato con la stessa legge prevista per le sanzioni».

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Primo vertice della Comunità politica europea: perché è importante

Quello in corso a Praga è il primo vertice della Comunità politica europea. È un inedito nella storia del Vecchio Continente e il format prende spunto da un'idea nata al vertice informale di marzo a Versailles, per avere una piattaforma di dialogo tra l'Ue e i Paesi che con l'Unione hanno stretti legami politici, economici e culturali.

Sono 43 i leader che partecipano al vertice: gli invitati erano 44 ma il primo ministro danese è rimasto a Copenaghen per la prima seduta del Parlamento. Dall'Islanda all'Albania, dalla Svizzera all'Armenia, dalla Gran Bretagna alla Turchia: i 43 leader atterrati a Praga prenderanno parte alla sessione plenaria del summit, al quale si collegherà Volodymyr Zelensky.

Di cosa si parla: energia e clima, pace e sicurezza

Alla plenaria seguiranno le tavole rotonde parallele su due temi del Vertice: «Energia, clima e economia»; «Pace e sicurezza». Il premier italiano Mario Draghi parteciperà alla tavola rotonda su «Energia, clima e economia», co-presieduta dal Primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis e dal Presidente della Confederazione elvetica, Ignazio Cassis, e alla quale parteciperanno anche i leader di Belgio, Bulgaria, Germania, Irlanda, Liechtenstein, Norvegia, Serbia. L'idea è che il summit abbia cadenza semestrale, alternando un Paese ospitante extra Ue ad uno membro dell'Unione. Londra si è già candidata ad ospitare il prossimo round.

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