Gas russo, l'Ue: «Non si paga in rubli». L'Italia chiede chiarezza

Gas russo, l'Ue: «Non si paga in rubli». L'Italia chiede chiarezza
Gas russo, l'Ue: «Non si paga in rubli». L'Italia chiede chiarezza
di Gabriele Rosana
Martedì 3 Maggio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 4 Maggio, 11:06
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«Continuate a pagare in euro per non violare le sanzioni contro la Russia, presto arriveranno nuove linee guide per fornire maggiore chiarezza alle imprese». Al Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia a Bruxelles, le istituzioni Ue confermano il mantra ripetuto costantemente negli ultimi giorni e l’invito, rivolto alle società europee che importano metano russo, a non uniformarsi al diktat del Cremlino sull’apertura del doppio conto presso Gazprombank e sulla transazione in euro o dollari che deve attendere la conversione in rubli per potersi considerare compiuta.

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Ma sul punto Mario Draghi incalza: «È importante che la Commissione Ue esprima al più presto un parere chiaro, sul fatto cioè che il pagamento in rubli costituisce circonvenzione delle sanzioni o no, questo è l’unico modo per tenerci tutti uniti, se non c’è una linea di condotta è chiaro che ogni società o Paese farà come crede». 

«Tutti gli Stati membri sono d’accordo e hanno detto che si devono applicare le sanzioni e rispettare quanto previsto nei contratti», dove nel 97% dei casi il saldo è specificato in euro o dollari, ha spiegato la ministra francese per la Transizione ecologica Barbara Pompili, che regge la presidenza semestrale del Consiglio. 

LA SITUAZIONE
«La Commissione non ha informazioni su Paesi o imprese determinati a pagare in rubli», ha fatto eco la commissaria Ue all’Energia Kadri Simson al termine del vertice, nel bel mezzo del quale è scoppiato il giallo sulle parole del ministro italiano Roberto Cingolani, non presente a Bruxelles, sul pagamento in rubli. 
Convocata dopo lo stop alle forniture per Polonia e Bulgaria da parte di Gazprom alla luce del loro rifiuto a pagare seguendo lo schema del conto K, la riunione d’emergenza di ieri ha serrato i ranghi del fronte Ue, ma non è riuscita (ancora) a fornire alle società le indicazioni più stringenti richieste dalle aziende: per molte di loro - Eni compresa - il prossimo pagamento in scadenza sarà in arrivo a metà mese.

Prima di quella data Bruxelles dovrà fornire direttive più chiare. «Linee guida più precise» di quelle pubblicate dall’esecutivo Ue a fine aprile, ha garantito la commissaria Simson: «I miei servizi, insieme all’ufficio legale della Commissione e del Consiglio, sono al lavoro per preparare indicazioni più dettagliate su cosa le imprese possono e non possono fare» dopo il decreto presidenziale russo che impone il sistema del doppio conto e del cambio in rubli. Finora la Commissione ha detto alle compagnie che le regole Ue non impediscono l’apertura di un conto denominato in valuta russa, ma le ha invitate a ritenere il pagamento compiuto solo dopo il versamento del corrispettivo in euro, visto che l’attesa della conversione in rubli, in un momento non precisato, costituirebbe un prestito di fatto alla Banca centrale russa, tra le realtà nel mirino delle sanzioni occidentali. 

LE VIOLAZIONI
Simson ha anche definito l’interruzione dei flussi verso Varsavia e Sofia «una violazione, da parte di Gazprom, dei contratti esistenti, che è legittimo rifiutare», e ha sottolineato che quanto accaduto «è un avvertimento agli altri Stati membri»: la Russia «non è un fornitore affidabile, ogni Paese Ue deve avere dei piani di emergenza per un’eventuale chiusura totale dei rubinetti». Tanto che ieri Simson ha pure invitato i Paesi Ue a riempire il più possibile gli stock sotterranei adesso, in preparazione a un inverno in cui Mosca potrebbe decidere di interrompere altre forniture. Un tema che tornerà sul tavolo dei leader dei Ventisette a fine mese, quando è previsto un Consiglio europeo sull’energia che tornerà a parlare di acquisti congiunti di metano su base volontaria. 

I ministri dell’Energia non hanno parlato di sanzioni, ma il sesto pacchetto di restrizioni contro Mosca - che colpisce anche e soprattutto il petrolio - sta prendendo forma nello scambio fra Commissione e governi e dovrebbe essere svelato già domani. Lo stop al greggio sarà graduale, effettivo solo da fine anno e con eccezioni per Paesi particolarmente esposti come l’Ungheria. Ma il colpo sulle economie continentali «si farà comunque sentire», ha messo in guardia il ministro tedesco Robert Habeck.
 

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