«La priorità è il recupero del potere d’acquisto e la strada per ottenerlo è il taglio del cuneo fiscale». Va subito al punto Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo Economico della Lega che, come di consueto, non ama i giri di parole. «Lo Stato - dice al Festival dell’Economia di Trento organizzato dal Sole 24 Ore - si porta a casa una buona parte della retribuzione lorda del lavoratore ed è un dato di fatto. L’Italia è tra i Paesi con i salari più bassi in Europa proprio per questo motivo. Io abito vicino alla Svizzera e molti che vanno al lavoro di là del confine guadagnano, a parità d’impiego, il doppio rispetto a chi resta qui. Bisogna, e lo sostengo da tempo, intervenire, ma servono ingenti risorse e grande coraggio per affrontare l’emergenza».
Ministro, come si può raggiungere l’obiettivo?
«Il tema è noto e due sono le alternative: l’aumento delle tasse o la riduzione della spesa pubblica.
Ma non si potrebbe tagliare il cuneo fiscale riducendo o rimodulando il reddito di cittadinanza e il bonus 110%?
«Servono misure strutturali, di lungo termine. Della riduzione e di cuneo fiscale sento parlare da anni, magari si trovano anche le risorse ma poi vengono destinate a altro. Certo l’auspicio è che questa volta sia quella buona e si affronti concretamente il tema, ma con le scadenze elettorali alle porte non sono molto ottimista».
Oggi lei ha nuovamente parlato di «pletora dei bonus» e ne ha chiesto il «disboscamento». È davvero possibile?
«Bisogna valutare quelli che sono effettivamente utili e quelli che non lo sono. Faccio due esempi. Da un lato il bonus 110% va riportato ad una situazione di ordinarietà, magari prevedendo benefici solo per la prima casa, magari riducendo l’incentivo al 70-80%. C’è un ragionamento da fare anche sul reddito di cittadinanza, visto che tutti gli imprenditori che incontro mi dicono che fanno molta fatica a trovare manodopera e che il bonus è un potente disincentivo. Sia come sia, pensare di toglierlo a chi rifiuta due volte un posto non credo sia sbagliato. Di certo il governo, tornando alla precedente domanda, vuole restituire potere d’acquisto a pensionati e lavoratori».
Pensa che riuscirete a razionalizzare i bonus entro la fine della legislatura?
«Su questo sono ottimista. Molti bonus andranno a scadenza, altri verranno affinati, faremo ordine. Da parte nostra il ministero dello Sviluppo, con il nuovo portale incentivi.gov.it, ha messo a disposizione una piattaforma utile per cittadini e imprese».
A proposito di cittadini e imprese, avete pensato a prorogare gli sconti per i carburanti? La benzina viaggia di nuovo a cavallo di 2 euro.
«Ci stiamo ragionando. L’idea è di arrivare ad una proroga degli sconti fino a settembre per poi affrontare il problema in maniera strutturale».
Lo scostamento di bilancio aiuterebbe non poco, sia pure con tutti i distinguo. Lei resta contrario?
«Bisogna sempre fare attenzione allo spread, al nostro debito pubblico. Quindi si è fatta una riflessione che, se facciamo uno scostamento di bilancio, una politica troppo rilassata apre alla coperta troppo corta del rifinanziamento del debito in una situazione in cui, tra l’altro, i tassi stanno risalendo».
Allora, come se ne esce?
«Lo voglio ribadire: siccome i costi che stiamo pagando in altri tempi li avremmo chiamati danni di guerra e l’Occidente sta combattendo contro Putin con sanzioni e non con armi, a mio parere, se sono danni di guerra, si pagano come debiti di guerra. Come fatto con il Pnrr l’Europa non può mettere a rischio questa grande impalcatura facendo collassare tutto. Questo enorme costo che sopportiamo per la battaglia di libertà deve lasciare spazio ad un debito comune europeo».
Sia realista: come vede i prossimi passaggi del governo in Parlamento sull’Ucraina? Il 21 giugno è una data chiave prima del vertice europeo.
«Per capire cosa faranno Lega e 5 Stelle bisogna chiedere a Salvini e Conte. Credo che sia un passaggio rischioso ma il presidente Draghi persegue l’obiettivo della pace. Non so cosa proporrà il premier, ma il Parlamento è sovrano e quindi se non la pensa come il premier bisognerà trarre le conseguenze».