Idraulici, fabbri e artigiani: per iniziare a lavorare basterà l’invio di una mail

In arrivo un pacchetto di semplificazioni. Stop alla Scia, saranno tutte “attività libere”

Idraulici, fabbri e artigiani: per iniziare a lavorare basterà l’invio di una mail
Idraulici, fabbri e artigiani: per iniziare a lavorare basterà l’invio di una mail
di Andrea Bassi
Giovedì 26 Gennaio 2023, 22:28 - Ultimo agg. 28 Gennaio, 10:16
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Sta per arrivare una prima sforbiciata alle pratiche burocratiche. Una semplificazione di tutti gli oneri burocratici per avviare un’attività commerciale. Il settore dal quale si partirà è quello dell’artigianato. Per ben 36 categorie di artigiani, sarà possibile avviare l’attività con una semplice comunicazione digitale al Comune, eliminando tutte le altre pratiche oggi necessarie. Basterà insomma, una Pec per partire.

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Svolta per gli artigiani 

La semplificazione sarà inserita in un decreto legislativo in preparazione e che sarà approvato entro la fine del mese di febbraio.

Tra le attività che si potranno avviare con “burocrazia zero” ci sono tutte quelle legate all’edilizia, come idraulici, muratori, carpentieri. Ma anche falegnami, ebanisti, fabbri, tornitori, decoratori, restauratori. E poi i riparatori di elettrodomestici, le piccole sartorie, i calzolai. Tutti negozi di prossimità che ultimamente stanno rifiorendo soprattutto nelle grandi città.  Al momento oltre alla Comunicazione Unica d’Impresa, che tiene insieme il modello per il Registro Imprese, quello per l’Agenzia delle Entrate, e quelli per Inps e Inail, è in richiesta anche la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Si tratta di un passaggio amministrativo ridondante che ora invece verrebbe superato.

 
IL PACCHETTO
A lavorare al pacchetto di semplificazioni è il ministro per la Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo. Lo snellimento delle procedure burocratiche è uno dei target affidati dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, al dicastero della Pubblica amministrazione. L’obiettivo finale è quello di arrivare allo sfoltimento e alla semplificazione di ben 600 procedure entro il 2026, l’anno entro cui il Pnrr dovrà essere completato. Zangrilllo, tuttavia, ha dato mandato ai suoi uffici di procedere con degli step intermedi. Entro il prossimo mese, dunque, saranno definite circa 30 procedure di semplificazione amministrative, relative al comparto dell’artigianato e delle attività produttive, alla disabilità, all’ambiente e all’energia, all’edilizia e alle telecomunicazioni nell’ambito, come detto, delle azioni contemplate dal Pnrr. Ma si tratterà solo del primo passo. Entro la fine dell’anno l’intenzione è di portare il numero delle procedure “semplificate” fino a 100. Le semplificazioni, tuttavia, non riguarderanno soltanto l’artigianato. Al ministero hanno iniziato a lavorare anche ad una armonizzazione delle procedure per l’apertura di bed and breakfast e agriturismi. Un altro settore in forte sviluppo nelle città italiane. Oggi tuttavia, ogni Regione e a volte ogni Comune, ha regole diverse per l’avvio di queste attività. L’intenzione, in questo caso, sarebbe quella di arrivare a un «modulo unico» in tutta Italia per avviare i bed and breackfast. L’assenza di un iter standardizzato e di una modulistica uniforme tra i diversi ambiti di attività, secondo chi sta lavorando al dossier, rappresenta anche un ostacolo alla piena interoperabilità tra le amministrazioni coinvolte. 
La proposta, dunque, è di individuare un set condiviso di informazioni da includere in un modulo standard con la predisposizione delle specifiche tecniche per la completa digitalizzazione. C’è poi la proposta per l’individuazione e la pubblicazione dell’elenco dei casi di autorizzazioni espresse previste dalle norme europee, che mira, invece, a superare l’incertezza dovuta al fatto che a tali provvedimenti non è previsto si applichi il silenzio-assenso.


I PASSAGGI
«Sono solo alcuni esempi di un più ampio lavoro che stiamo portando avanti», spiega Zangrillo al Messaggero. «La strada», prosegue il ministro, «è ancora lunga, ma competenze e voglia di fare non mancano. Senza una vera semplificazione, in grado di ridurre l’incertezza normativa e la complessità delle procedure, non può esserci innovazione L’obiettivo che dobbiamo darci», prosegue Zangrillo, «parte proprio da qui, dalla necessità di far compiere alla pubblica amministrazione – grazie alla straordinaria opportunità offerte dal Pnrr – anche quello slancio di modernizzazione che renda pienamente operativi i percorsi di digitalizzazione che sono stati avviati per velocizzare, snellire e rendere più efficace l’azione amministrativa. Semplificazione e digitalizzazione, insieme, come facce della stessa medaglia per raggiungere gli obiettivi nazionali e quelli europei dettati dal Piano».


Il Pnrr, come detto, prevede la semplificazione, entro il 2026, di 600 procedure, le prime 200 da completare entro il 2024. «Un lavoro», dice Zangrillo, «non facile, ma di fondamentale importanza perché dovrà costituire la base del nuovo rapporto tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. È l’eccessiva burocrazia, la difficoltà a reperire informazioni, presentare istanze, avere risposte a complicare la vita di cittadini e imprese. Capire dove e cosa semplificare», conclude il ministro, «vuol dire intervenire in maniera efficace nei settori strategici e in quelli che presentano maggiori criticità».
 

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