Ilva, esuberi e altoforni: la doppia partita governo-ArcelorMittal

Ilva, esuberi e altoforni: la doppia partita goerno-ArcelorMittal
Ilva, esuberi e altoforni: la doppia partita goerno-ArcelorMittal
Lunedì 25 Novembre 2019, 16:30 - Ultimo agg. 26 Novembre, 09:42
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Arcelor Mittal paga le aziende dell'indotto, i commissari chiedono una proroga per mettere in sicurezza l'Altoforno 2. L'ex Ilva continua a funzionare. È il ritorno a un clima di normalità, scongiurato per ora il baratro della chiusura, a creare le condizioni per aprire davvero la fase della trattativa tra la multinazionale dell'acciaio e il governo italiano. «Abbiamo bisogno di qualche settimana, è possibile un intervento pubblico», dice il premier Giuseppe Conte. E promette ai tarantini che non farà accordi «al ribasso». Ma si discute di esuberi. È questo il nodo che accomuna i dossier ex Ilva e Alitalia e impensierisce il governo.

Il tempo è un fattore importante sul fronte dell'ex Ilva. I commissari e Arcelor Mittal, attraverso i rispettivi legali, dovrebbero chiedere il rinvio dell'udienza che era prevista mercoledì per esaminare il ricorso d'urgenza presentato dal governo contro il recesso. La richiesta porterebbe alla fissazione di una nuova udienza prima o dopo Natale e
permetterebbe all'azienda e al governo di trattare, alla luce della disponibilità emersa nel vertice di venerdì scorso.
È una trattativa su più piani - in una «partita doppia» - quella che si è avviata in queste ore. Il governo, a quanto spiegano fonti parlamentari, tiene alta la guardia e si tiene pronto anche a un dietrofront finale di Mittal, con la necessità di tornare al piano B. Ma ad ora i due piani su cui si agisce sono quelli che riguardano da un lato l'acciaieria, per la quale si è chiesta la presentazione di un nuovo piano industriale che conduca verso la decarbonizzazione, da un lato la città. L'intreccio nasce dal fatto che i nuovi progetti per Taranto potrebbero consentire anche di assorbire i lavoratori ex Ilva già in cassa integrazione e i nuovi esuberi che nascerebbero dalla presa d'atto che l'attuale piano industriale non è più sostenibile.

Nessuno in queste ore parla di cifre e Conte continua a ribadire di puntare alla «massima occupazione». Ma se non dei 5000 iniziali, si parla di 2000-2500 esuberi. Palazzo Chigi assicura che un confronto ci sarà con i sindacati, cui verrà illustrato il piano complessivo. Per l'ex Ilva Conte conferma la possibilità di un ingresso pubblico, magari attraverso Invitalia (non avrebbe gli stessi vincoli che impediscono a Cdp di partecipare), di un lavoro sulla zona economica speciale e di contributi con sconti sugli affitti e sulle bonifiche. Sul piano della città, resta in campo il cantiere Taranto voluto dal premier per rilanciare la città, dall'arsenale, fino all'università. Quel progetto, che vedrà investire società come Terna, potrebbe essere sul tavolo di una riunione del Consiglio dei ministri in programma lunedì prossimo, e nelle intenzioni del governo sarà il volano per la creazione di nuovi posti di lavoro. Ma prima, assicura Conte, sarà condiviso con i tarantini.

 
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