Intesa Sanpaolo, monitor distretti del Mezzogiorno: leggero calo nel 2021

Intesa Sanpaolo, monitor distretti del Mezzogiorno: leggero calo nel 2021
Lunedì 2 Maggio 2022, 13:09 - Ultimo agg. 14:58
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Intesa Sanpaolo ha avviato un vero e proprio monitor dei distretti del Mezzogiorno, che nel corso del 2020 avevano mostrato una buona tenuta delle esportazioni, grazie anche alla specializzazione nella filiera agroalimentare, chiudono il 2021 con un leggero calo, in parte fisiologico (-1,3% vs 2020; -0,6% vs 2019). Delle sei regioni del Mezzogiorno in cui si monitorano i distretti industriali, Campania, Basilicata, Sardegna e Sicilia nel 2021 registrano un aumento dei valori esportati rispetto al 2020 e al 2019. L’Abruzzo cresce rispetto all’anno precedente, ma non rispetto al pre-Covid. Attardata su entrambi i periodi la Puglia.

Dall’osservazione dei singoli distretti industriali del Mezzogiorno si rileva che 18 sui 28 monitorati mostrano risultati in crescita rispetto al 2020; sono 16 se confrontati col periodo pre-Covid. Tra le filiere distrettuali che si collocano già oltre i livelli pre-pandemici spicca l’agroalimentare (+11,7% rispetto al 2019). Questo risultato sconta sia le prestazioni eccezionali generate dall’effetto accaparramento nella prima parte del 2020, sia la chiusura nella prima parte del 2021 del canale Ho.Re.Ca. Nel Mezzogiorno si contano ben 15 distretti dell’agro-alimentare, di cui 14 chiudono il 2021 con livelli di export superiori al periodo pre-Covid. Si contraddistinguono, in particolare, Mozzarella di bufala campana (+28,9% vs 2019), Conserve di Nocera (+8,5%), Alimentare Napoletano (+14,9%) e Ortofrutta del barese (+14,8%). Sul risultato influisce solo parzialmente la dinamica di rialzo dei prezzi alla produzione sui mercati esteri che per le industrie alimentari hanno registrato una crescita del 2,6% nel 2021 rispetto all’anno precedente, con un’accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno, in particolare per alcuni comparti.

Il più interessato è quello dell’olio (+10,3% vs 2020), seguito a distanza dal lattiero-caseario (+3,3% vs 2020); tutti gli altri comparti registrano aumenti contenuti e inferiori alla media di settore, con le bevande che hanno invece sperimentato un lieve calo.

Positivo complessivamente l’andamento del Sistema casa (+15,1% la variazione rispetto al 2019), che beneficia della crescente attenzione all’ambiente domestico, indotta dalla pandemia. Trainante la performance del Mobile imbottito della Murgia (23,1%), in grado di compensare le minori vendite del distretto del Mobilio abruzzese, in controtendenza rispetto all’andamento dei distretti italiani del mobile. Arrivano segnali incoraggianti per il Sistema moda che ha mostrato un rimbalzo rispetto all’anno precedente (+14,9%). Tuttavia, si tratta di performance ancora insufficienti per recuperare quanto perso nel 2020 (-17,6%), penalizzate in particolare dalle limitazioni alla vita sociale, dal perdurare della diffusione dello smart working e dal lento recupero delle spese non essenziali. Solo le Calzature di Casarano si collocano su livelli superiori rispetto al pre-Covid (+6,9%).

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Negativo il dato della Meccatronica del barese, sia rispetto al 2020 sia al 2019, condizionato, in particolare, dalle minori vendite di componentistica auto. Ritardi importanti anche per il Sughero di Calangianus. L’analisi per mercati di sbocco mostra il maggiore peso delle esportazioni verso i mercati maturi (il 75%). Si rileva un calo delle vendite, rispetto al 2019, soprattutto verso Regno Unito e Spagna, in particolare della Meccatronica del barese. Mostrano, Aprile 2022 Nota Trimestrale – n. 41 Direzione Studi e Ricerche Industry Research Enrica Spiga Economista Monitor dei distretti Aprile 2022 Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 2 invece, una crescita rispetto al periodo pre-Covid le vendite verso i primi due paesi di sbocco: Germania e Stati Uniti. Tra gli emergenti crescono le esportazioni in Polonia, Romania, Albania, e Tunisia, mentre diminuiscono in Cina, Repubblica Ceca e in particolare in Ungheria (penalizzata dalle minori vendite della Meccatronica del barese). Le esportazioni dei Poli tecnologici del Mezzogiorno si collocano, complessivamente, al di sotto dei livelli pre-Covid (-7,0% rispetto al 2019), nonostante il lieve rimbalzo osservato nel 2020 (+3%).

In crescita il Polo farmaceutico di Napoli (+37,5% vs il 2019) e il Polo ICT dell’Aquila (+38,2%) anche per le loro specializzazioni particolarmente attivate durante la pandemia. Un tema particolarmente rilevante nell’attuale contesto competitivo è legato alla guerra tra Russia e Ucraina; gli impatti del conflitto sono molteplici e si possono trasmettere attraverso diversi canali. È bassa l’esposizione commerciale verso il mercato russo ed ucraino. Nel complesso solo l’1,4% delle esportazioni dei distretti industriali del Mezzogiorno sono rivolte a questi due Paesi, per un totale di 105 milioni. Il macrosettore che esporta maggiormente verso queste due destinazioni è il sistema moda, con circa 51 milioni di euro, che rappresentano il 4,8% del totale delle vendite all’estero dei distretti di questo comparto. Segue per volumi la filiera agro-alimentare, con un’incidenza che scende allo 0,8%, per un totale di 38 milioni.

L’import da Russia e Ucraina è pari a 148 milioni (ossia il 3,3% del totale delle importazioni dei distretti del Mezzogiorno) ed è attivato prevalentemente dai distretti dell’Ortofrutta del barese e dell’Olio e pasta del barese. Per questi distretti il peso dell’import da Russia e Ucraina è pari al 2,7% e al 5,3%. Se si considerano i paesi confinanti con la Russia e l’Ucraina, l’esposizione si fa più importante interessando mercati come Polonia, Romania e Ungheria che rappresentano, per i distretti del Mezzogiorno, il 5,5% delle esportazioni e il 5,6% delle importazioni. Il quadro al momento è molto incerto e caratterizzato da forti rincari delle commodity che stanno mettendo sotto pressione i conti economici delle imprese. In prospettiva, sarà fondamentale puntare con decisione sulla diversificazione dei mercati di approvvigionamento e di quelli di sbocco. Solo così sarà possibile ridurre i rischi che caratterizzano l’attuale scenario geo-politico.

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