Intesa Sanpaolo compra Ubi Banca: offerta a sorpresa in azioni da 4,8 miliardi. A Bper 500 filiali

Intesa Sanpaolo compra Ubi Banca: offerta in azioni da circa 4 miliardi
Intesa Sanpaolo compra Ubi Banca: offerta in azioni da circa 4 miliardi
Martedì 18 Febbraio 2020, 00:18 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 17:34
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Intesa Sanpaolo compra Ubi Banca. Scossa a sorpresa nel mondo del credito italiano. Il colosso guidato da Carlo Messina ha annunciato nella tarda serata di lunedì un'offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria sul capitale del gruppo lombardo, quarto istituto del paese, del valore di quasi 5 miliardi di euro. L'operazione non è stata concordata, ha spiegato Intesa che non considera tuttavia l'intervento come «ostile».

Intesa Sanpaolo offrirà 17 azioni di Intesa ogni 10 azioni di Ubi Banca portate in adesione all'offerta, valorizzando l'istituto 4,254 euro per azioni, pari a 4,86 miliardi (ai prezzi della chiusura di Borsa del 14 febbraio), con un premio del 27,6%. Tenendo conto del pagamento dei dividendi, la valorizzazione delle azioni Ubi è pari invece a 3,928 euro, corrispondenti a un premio del 22,6% e a una valorizzazione dell'istituto finito nel mirino di Intesa di circa 4,48 miliardi. 

Il gruppo milanese, prima banca italiana con una capitalizzazione di circa 44 miliardi, ha deciso di promuovere l'offerta su Ubi al fine, spiega un comunicato, di «consolidare ulteriormente, attraverso l'apporto della clientela e della rete dell'emittente, la propria leadership nel settore bancario italiano, dove opera con successo in tutti i segmenti di mercato».

L'aumento del capitale sociale a servizio dell'offerta pubblica di scambio volontario su Ubi verrà sottoposto all'approvazione dell'assemblea straordinaria dei soci di Intesa il 27 aprile 2020. Secondo la tempistica indicata, il 7 marzo è previsto il deposito del documento di offerta alla Consob, che lo dovrebbe approvare ad inizio giugno, mentre il regolamento dell'offerta è previsto per fine luglio. L'operazione è destinata a chiudersi entro l'anno. 

Il consiglio di amministrazione di Ubi si riunirà invece mercoledì 19 febbraio per discutere l'offerta pubblica di scambio.

Nell'operazione entra anche Bper. L'istituto emiliano ha sottoscritto infatti con Intesa Sanpaolo un contratto con il quale prevede, in caso di perfezionamento dell’offerta pubblica di scambio - che deve essere autorizzata dalle autorità competenti - di acquisire un ramo d’azienda composto da circa 1,2 milioni di clienti distribuiti su 400/500 filiali bancarie, ubicate in prevalenza nel nord del Paese. L’operazione, spiega una nota, sarà supportata da un aumento di capitale in opzione ai propri azionisti stimato in via prudenziale fino ad un massimo di 1 miliardo. La cessione degli sportelli a Bper e delle altre attività si concluderà entro l'anno.

UnipolSai ha raggiunto invece un altro accordo con Intesa per rilevare, sempre in caso di successo dell'opa su Ubi, i rami d'azienda delle compagnie assicurative Bancassurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita partecipate da Ubi Banca. Lo si legge in una nota di Unipol in cui si comunica anche che il gruppo bolognese sosterrà l'aumento da un miliardo di Bper, di cui è primo socio con il 19,9% del capitale. 

Proprio nella giornata di lunedì Ubi Banca aveva annunciato un piano che prevede di realizzare 665 milioni di euro di utile netto nel 2022 rispetto ai 251 milioni (353 al netto delle poste non ricorrenti) del 2019, configurando un Rote (Ritorno sul capitale tangibile) dell'8,3% a fine piano. 

La banca guidata da Victor Massiah stimava inoltre di mantenere nell'arco del piano industriale un pay-out medio del 40%, coerente con il mantenimento di un indice di solidità patrimoniale Cet1 ratio del 12,5% a fine anno. Il piano di Ubi prevede inoltre il taglio di 2.030 dipendenti.

Massiah, che in serata ha ricevuto una telefonata da Messina in cui veniva annunciata l'operazione, proprio oggi per la prima volta aveva aperto a una possibile aggregazione con il Montepaschi. «Ci tirano per la giacca dal 2014, ciò non esclude che si possa fare alla fine un matrimonio», erano state le sue parole. Che ora però, con l'offerta di Intesa sul tavolo, sono già superate.

I sindacati terranno attenzione massima sull'impatto dell'operazione Intesa-UBI sui 110.000 lavoratori interessati. Lo affermano i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Giuliano Calcagni, Riccardo Colombani, Massimo Masi ed Emilio Contrasto. «Le nostre organizzazioni sindacali - affermano - vigileranno attentamente su tutte le dinamiche occupazionali, organizzative e gestionali che riguarderanno le lavoratrici e i lavoratori. Valuteremo esclusivamente i fatti».

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