Ita e Lufthansa più competitive insieme, spinta dall'hub di Fiumicino: 5,6 milioni di potenziali passeggeri

Lo studio dell'esperto Giuricin fa emergere l'apporto che l'aeroporto può dare all'economia e all'occupazione

Ita e Lufthansa più competitive insieme, spinta dall'hub di Fiumicino: 5,6 milioni di potenziali passeggeri
Ita e Lufthansa più competitive insieme, spinta dall'hub di Fiumicino: 5,6 milioni di potenziali passeggeri
di Umberto Mancini
Domenica 29 Gennaio 2023, 00:48 - Ultimo agg. 07:17
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Il matrimonio Ita-Lufthansa può trainare la crescita ulteriore del Leonardo da Vinci e dare sprint all’economia, intercettando nuovi flussi di traffico, creando occupazione, stimolando il turismo. Va subito al cuore del problema lo studio di Andrea Giuricin, tra i massimi esperti del settore del trasporto aereo, che mette in luce le opportunità per Fiumicino e la contestuale necessità di chiudere in fretta l’alleanza con il colosso tedesco. Perché oltre alla sinergie sul fronte industriale, l’hub romano, ai vertici da anni per qualità del servizio a livello mondiale e recentemente riconosciuto come aeroporto d’eccellenza 5 stelle Skytrax insieme agli aeroporti asiatici, offre qualcosa che gli altri scali europei, da Parigi a Francoforte fino a Londra, non possono offrire, perché ormai congestionati. L’aeroporto romano gestito da Adr ha infatti tutte le carte in regole per crescere ancora, implementando i voli e, come caldeggiato anche dall’Enac, puntando anche sull’aumento di capacità operativa. L’obiettivo - spiega Giuricin nel suo rapporto dettagliato - è quello di intercettare, anche grazie a Lufthansa, «una quota importante dei flussi da e per l’Italia che sfugge al sistema trasportistico italiano». Un esempio? Circa 5,6 milioni di passeggeri di lungo raggio di norma optano per un hub estero per il proprio viaggio, solo perché manca una offerta adeguata di connessioni. 

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I VINCOLI


E certamente Ita da sola non può rispondere a queste sollecitazioni. Da qui l’urgenza di chiudere il cerchio con la compagnia di Colonia in grado di garantire l’espansione sul lungo raggio e le rotte verso America, Asia ed Africa.
La «collocazione di Roma al centro del bacino del Mediterraneo consentirebbe, se fossimo in presenza di una adeguata offerta, di intercettare notevoli flussi di transito internazionali, su origini-destinazione non italiane, operabili in transito in modo efficiente in termini di costo, di tempo totale di viaggio e di impronta carbonica (elemento che diventerà sempre più rilevante nelle scelte di viaggio dei passeggeri)». E’ di tutta evidenza - sottolinea Giuricin - che «catturare in pieno flussi di traffico già oggi esistenti, recuperando quote di mercato dei flussi in uscita da Roma e soprattutto dal resto dell’Italia, consentirebbe all’hub carrier e più in generale al sistema Italia di godere di importanti ricadute in termini di indotto socioeconomico e di raggiungere un livello di scala tale da garantire la sostenibilità economico-finanziaria del vettore di bandiera, assicurando quindi la possibilità di incrementare, da parte del sistema Italia, lo sviluppo della connettività internazionale del Paese, secondo logiche di mercato, ma al contempo favorendo la connettività intercontinentale così rilevante per l’economia». 
Un invito quindi al governo, anche in vista del Giubileo 2025 e, si spera, dell’Expo, a spingere su questo fronte con una politica industriale mirata. 
Rilancio del vettore nazionale, attraverso l’alleanza, e valorizzazione del potenziale del Leonardo da Vinci, sono quindi le due direttrici di sviluppo. 
«Due obiettivi - sottolinea Giuricin - a portata di mano nell’agenda governativa corrente, pur in un contesto complesso del trasporto aereo a livello globale con costi in forte aumento e domanda ancora contratta in seguito alla pandemia». Certo i tempi sono fondamentali. Per non perdere la prossima stagione estiva 2023 e la positiva congiuntura di mercato dopo la fine della pandemia.
Giuricin indica anche dove Ita-Lufthansa dovrebbero concentrare le forze, puntando in particolare ai mercati internazionali di elezione (Nord America già ben avviato ma ancora in forte crescita, Asia prevista in strutturale crescita di lungo termine, Sud America sulle destinazioni tradizionali, Africa del nord e subsahariana). Poi la razionalizzazione del «network di medio raggio con la focalizzazione sulle rotte più ‘spesse’ (le principali capitali europee) e sulle origini strategiche per il feeding del lungo raggio, limitando la competizione col segmento low cost». Infine, l’indicazione, già raccolta dai tedeschi, a fare una «vera sinergia con il modo ferroviario, da accelerare fortemente in partnership con Ferrovie dello Stato ed Adr che già l’hanno avviata». A Lufthansa interessa poi, specialmente in presenza di altri aeroporti europei senza prospettive fisiche di crescita, lo spazio di manovra di Adr per rafforzare le infrastrutture aeroportuali, in grado «di realizzare un vantaggio competitivo rispetto ad altri paesi europei. Una crescita «nel solco della sostenibilità e del livello di eccellenza già raggiunto dall’hub della Capitale. E che permette di stimare che l’aeroporto abbia un’occupazione ben superiore alle 1000 unità per milione di passeggero trasportato.

Un matrimonio a tre, quello tra Ita-Lufthansa e Adr, in cui tutti hanno solo da guadagnare. 

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