Export Italia, crescita più forte: esportazioni campane superiori a quelle del 2019

Export Italia, crescita più forte: esportazioni campane superiori a quelle del 2019
di Gianni Molinari
Venerdì 11 Giugno 2021, 14:00
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La prospettiva dell'uscita dall'incubo della pandemia con il progredire della campagna vaccinale mette le ali all'economia. Anzitutto l'Italia è l'unico dei paesi europei del G7 che - secondo le stime dell'Ocse - nel primo trimestre del 2021 registra un ulteriore miglioramento del Pil rispetto al trimestre precedente (ottobre-dicembre 2020): è minimo, 0,1 per cento ma significativo di come le aspettative, cioè le attese dei soggetti economici (che poi sono quelle «cose» decidono che strada prende l'economia), dopo la seconda ondata di fine 2020 siano state subito positive. A differenza della Germania (-1,8%), della Gran Bretagna (-1,5%), della Francia (-0,1%), e sia dell'intera Unione Europea (-0,1%) e dell'area Euro (-0,35).

Si tratta di piccoli numeri che tuttavia vanno valutati proprio in base al segno: è quello dell'Italia, positivo, non può che essere un abbrivio per una ripresa post Covid vigorosa, capace di recuperare, anzitutto, quel pesante gap pre-pandemia che per l'Italia, riferito al quarto trimestre del 2019, è ancora negativo del 6,4 per cento.

A indicare che la strada è lunga e non scontata. 

Come sottolineano anche gli esperti di Fitch, una delle agenzie di rating che monitora i conti pubblici italiani che l'effetto della campagna di vaccinazioni in Italia sarà chiaro «solo nel 4/ trimestre» dell'anno sottolineando come sia « Positivo il quadro generale, con le prospettive di crescita del Pil al 4,3% nel 2022».

Ancora più solido il dato della produzione industriale ad aprile cresciuta dell'1,8% rispetto a marzo. Si tratta del quinto mese consecutivo di crescita congiunturale e il livello - sottolinea l'Istat - «supera i livelli prepandemici di febbraio 2020». Nel confronto annuo e corretto per gli effetti di calendario l'indice complessivo aumenta infatti del 79,5%, «in ragione del dato eccezionalmente basso di aprile 2020», quando ebbero luogo le maggiori restrizioni all'attività produttiva per il contenimento del Covid, con il lockdown.

Tutte tendenze confermate dalle valutazioni della presidente della Bce, la banca centrale europea, Cristine Lagarde, che vede rosa per il secondo semestre nell'Eurozona.

È interessante, dunque, vedere come le esportazioni delle regioni italiane, sempre nei primi tre mesi di quest'anno siano cresciute, rispetto all'ultimo trimestre del 2020, in quasi tutte le ripartizioni territoriali: +4,8% per il Centro, +3,8% per il Sud e Isole e +2,5% per il Nord-ovest. Una contenuta flessione si rileva invece solo per il Nord-est (-0,5%). 

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In questo quadro la Campania fa meglio (+4,3%) non solo del 2020 (bisogna ricordare che negli ultimi 20 giorni ci fu il lockdown con il blocco di molte produzioni e nonostante questo l'export in quei tre mesi è stato in crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente trainato dai farmaci e dai prodotti alimentari), ma anche al primo trimestre del 2019 (5,6%). Cioè rispetto all'era pre-Covid. A trascinare l'export campano sono anzitutto i prodotti farmaceutici (a dimostrazione della forza dell'industria farmaceutica insediata nella regione) e dall'insieme delle produzioni agricole e alimentari.

Il food consolida il suo peso nelle esportazioni campane: per ogni 100 euro di export 33 euro sono di prodotti alimentari con quasi la metà che viene dal settore conserviero (ieri l'assemblea dei soci della principale azienda del settore, la Doria, ha approvato uno straordinario bilancio del 2020 - anno in cui sono arrivati i frutti di un piano di investimenti avviato nel 2018 - con 848 milioni di ricavi e un utile netto di 56,7 milioni che ha portato un dividendo di 0,57 euro per azione). Ma va benissimo anche il settore della pasta (154 milioni) e i prodotti freschi (138 milioni).

Non mancano tuttavia elementi di preoccupazione molto seri. Anzitutto la fortissima crisi l'intero settore ella moda: nei primi tre mesi del 2019 era il 10% dell'export, quest'anno è il 6,2%. Intere aree in due anni si sono dimezzate: l'abbigliamento è passato da 138 del primo trimestre 2019 a 88 milioni del 2021, le calzature da 64 a 43,8 (un lieve recupero sul 2020), i prodotti in cuoio da 62 a 41, i tessuti da 11 a 6. A ciascuno di questi settore corrisponde un'area della Campania specializzata con migliaia di aziende e di lavoratori che non possono più attendere un'iniziativa pubblica che affronti in particolare la fase del catalogo dei prodotti, cioè la possibilità di rafforzare l'offerta e quindi la competitività in Italia e sui mercati internazionali.

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