Nel 2022, con 168,5 miliardi di euro, i rapporti economici bilaterali hanno segnato un nuovo massimo assoluto, con uno degli aumenti più consistenti degli ultimi anni.
Per l'Italia la Germania è il primo partner negli scambi internazionali.
Tutti i settori perno della partnership italo-tedesca in crescita in termini monetari, ma con dinamiche diverse nei volumi. Performance senza precedenti per Lombardia e Baden-Württemberg.
Dopo il record di 142,6 miliardi complessivi del 2021, nell’anno appena concluso l’interscambio italo-tedesco ha segnato un nuovo massimo storico.
Secondo i dati Istat, il valore complessivo si è attestato su 168,5 miliardi di euro, con una crescita di oltre il 18% rispetto al 2021.
La Germania si riconferma così primo partner commerciale per l’Italia, con un distacco di ben 57 miliardi dalla seconda posizione occupata dalla Francia, mentre l’Italia si posiziona al sesto posto tra i partner tedeschi.
A livello regionale, confermano il proprio ruolo di traino per i rapporti commerciali le regioni del Nord Italia (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna in testa) e i Länder più industrializzati (Baden-Württemberg, Baviera e Renania Settentrionale-Vestfalia). In Italia, cresce ulteriormente il ruolo della Lombardia, che con oltre 56 miliardi arriva a valere un terzo dell’intero interscambio bilaterale, mentre dalla prospettiva tedesca si osservano livelli record in Baden-Württemberg, che supera la Baviera e si attesta al primo posto tra i Länder.
«Il 2022 è stato un anno particolarissimo per la varietà di fattori in gioco nel contesto economico europeo e globale. La guerra in Ucraina non ha danneggiato la partnership italo-tedesca: la crescita dei rapporti bilaterali è reale, e si inserisce, del resto, in un trend iniziato prima della pandemia e in una dimensione di relazioni consolidate e strutturali», ha dichiarato Jörg Buck, Consigliere Delegato AHK Italien. «I valori monetari e quantitativi dell’interscambio ci restituiscono un quadro complesso e variegato, in linea con la volatilità delle dinamiche che hanno caratterizzato l’anno appena concluso. Oltre al rientro delle catene del valore in Europa già evidenziato a più riprese nelle nostre analisi del contesto italo-tedesco, non si può trascurare il ruolo ricoperto da fenomeni di portata globale, primi tra tutti l’andamento dell’inflazione, la carenza di materie prime e la crisi energetica».
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