John Elkann al Mattino: «Pomigliano scelta vincente, qui le auto per gli Usa»

La visita al centro direzionale di Napoli con la moglie Lavinia Borromeo

John Elkann al Mattino col direttore Francesco de Core
John Elkann al Mattino col direttore Francesco de Core
di Nando Santonastaso
Mercoledì 10 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 11 Maggio, 10:00
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«Quanti Diego Armando ci sono in città?» chiede a un certo punto un incuriosito John Elkann quando, inevitabilmente, l'atmosfera del terzo scudetto del Napoli e il ricordo di Maradona irrompono nella tappa al Mattino della sua giornata napoletana. Il presidente di Stellantis, Ferrari e Gedi, l'amministratore delegato di Exor, che controlla anche la Juventus, il giovane imprenditore designato erede dall'Avvocato Giovanni Agnelli, incontra il direttore Francesco de Core e i suoi più stretti collaboratori in un clima di cordialità. Al suo fianco la moglie Lavinia Borromeo, nel sorriso di Elkann la percezione di una visita sentita, di un incontro che si trasforma ben presto in un dialogo a più voci. Il calcio, ovviamente, ma anche il rapporto con la città, sull'onda di emozioni di famiglia (la nonna, Marella Caracciolo, proveniva da una famiglia dell'aristocrazia napoletana). E gli interessi industriali tra Pomigliano, Nola e Pratola Serra. E ancora, l'impegno culturale con la Fondazione Agnelli in favore dei bambini, i futuri studenti di un Paese che «deve fare dell'istruzione e della conoscenza il suo motore, riscoprendo soprattutto da parte delle ragazze l'importanza delle discipline scientifiche». 

Il filo conduttore è chiaro da subito, la necessità di valorizzare i talenti che in ogni campo Napoli e il Mezzogiorno sanno esprimere anche nella loro complessità («Ci sono tante Napoli», ammette). E su questo punto l'imprenditore Elkann non ha dubbi: «Il talento va sempre accompagnato», dice citando due esempi del Sud che danno la misura dell'obiettivo: «Il nostro responsabile del Sud America, un mercato per noi molto importante, si chiama Antonio Filosa ed è nativo della provincia di Napoli. E una ragazza di origini casertane, laureata a Stanford negli Usa, ci sta dando una mano fortissima nel trovare e sostenere le startup più promettenti».
Talenti ma anche voglia di apprendere: «Napoli è una città densa di conoscenze», nella quale anche il turista Elkann con moglie e figli al seguito torna spesso, senza dare troppo nell'occhio.

Lo stupore provato davanti al Cristo velato e al pavimento della Cappella Sansevero con le sue allusioni esoteriche è solo uno dei momenti di un racconto che avvolge anche la meraviglia per il San Carlo o la bellezza della costiera sorrentina. «Sono stato a Sorrento per la prima volta lo scorso anno, nell'albergo costruito da Giò Ponti: una nostra fortunata pubblicità della Fiat 500 che partiva da quel mare per arrivare in America mi ha reso quei luoghi ancora più familiari».

 

Già, l'auto. Da Fiat a Fca, con la fusione con Chrysler, fino a Stellantis, l'ultima nata dopo il matrimonio con Psa. La storia della più grande compagnia automobilistica italiana strettamente legata al Sud e alla Campania. «Abbiamo fatto scelte coraggiose, investendo sullo stabilimento di Pomigliano che sin dalla nascita aveva registrato una serie di problemi. Fu decisiva la scelta di Sergio Marchionne e la nostra volontà di realizzare proprio in Italia e al Sud auto importanti, destinate ai mercati internazionali» ricorda Elkann. La produzione della Panda arrivò dalla Polonia allo stabilimento intitolato a Giovan Battista Vico, diventando ben presto il modello più venduto nel suo segmento. E non è un caso che dallo stesso impianto, uno dei più avanzati tecnologicamente del mondo, nascano oggi non solo i Suv Tonale dell'Alfa ma anche il modello Hornet della Dodge, proprio lei, uno dei simboli dell'industria automobilistica americana: è da Pomigliano che arrivano oltre Oceano, un traguardo enorme non solo dal punto di vista simbolico. «Dallo scetticismo iniziale di tanti per quell'investimento siamo passati alla certezza che ogni volta che ci si dà obiettivi ambiziosi e li si sostiene nel tempo con i giusti mezzi, i risultati si raggiungono». È una strada ormai tracciata anche per i tanti poli Stellantis operativi al Sud: da Pratola Serra, in Irpinia, che dal 2024 produrrà i motori diesel per tutti i veicoli commerciali del Gruppo Stellantis a Melfi, l'altra capitale meridionale dell'auto made in Italy, a Termoli dove si sta costruendo una delle Gigafactory più importanti d'Europa. «La nostra intenzione per i prossimi anni è di accrescere la competitività e di utilizzare le piattaforme tecnologiche per realizzare auto di alto profilo anche al Sud perché possiamo dimostrare al mondo di saper fare cose eccezionali». Lo dicono anche i numeri: terzi al mondo tra i produttori per fatturato e per marginalità, primi per redditività assoluta. «Sono le basi per il futuro in uno scenario che sta registrando una nuova effervescenza a livello mondiale nel settore dell'auto, in vista soprattutto della transizione energetica. Ecco perché la scelta di svilupparci in Italia in modo armonico si rivelerà strategica».

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Coraggio nelle scelte ma anche e soprattutto consapevolezza del merito, come quello che lo sportivo John Elkann riconosce al Napoli per lo scudetto appena vinto: «Più che meritato, un campionato chiuso a 5 giornate dalla fine, l'attacco e la difesa più forti, non ce n'è stato per nessuno. Lo sport non mente mai quando si vince bene sul campo, potendo contare sull'ottimo lavoro dell'allenatore e, perché no, su un po' di magia azzurra». L'entusiasmo della città si taglia a fette, ed Elkann riconosce con grande sincerità che «Napoli ha ragione di festeggiare questa grandissima vittoria». C'è tempo e spazio però anche per la sua Juventus: «È stato un anno molto difficile fuori dal campo. La squadra ha però dimostrato di essere forte: per ora è seconda e disputerà domani la prima semifinale di Europa League: noi continueremo a lavorare per difendere la società in tutte le sedi». 

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