Assunzioni per i giovani e Opzione donna, si cambia. L’ultima bozza di manovra (156 articoli suddivisi in 16 capitoli) potrebbe arrivare in aula alla Camera in una versione modificata. Il governo, già in queste ore, sta studiando alcuni correttivi e, in particolare, si sta concentrando su due misure fondanti del provvedimento, al fine di potenziarle e di renderle maggiormente inclusive. A cominciare dalle politiche per incentivare l’occupazione.
IN DSCUSSIONE
In particolare, l’esecutivo è a caccia di fondi aggiuntivi per allargare la platea potenziale di lavoratori under 36 che possono essere reclutati dalle aziende grazie allo sgravio dei contributi. Con la legge di Bilancio, infatti, il governo ha confermato il taglio, riconosciuto nella misura del 100% nel limite massimo di importo pari a 6 mila euro annui, per chi assume lavoratori che non abbiano ancora superato i 35 anni e che non sono mai stati occupati a tempo indeterminato con lo stesso o con altro datore di lavoro nel corso dell’intera vita lavorativa. In pratica si tratta di un beneficio, in favore dell’azienda, pari a 500 euro mensili, che è un importo ridotto nel caso di rapporti di lavoro a tempo parziale e riproporzionato in base alla misura di 16,12 euro. E per ogni giorno di fruizione dell’esonero contributivo. Lo sgravio è previsto per un periodo massimo di 36 mesi o di 48 mesi per le assunzioni registrate nel Mezzogiorno. Inoltre sono esclusi dall’esonero i premi e contributi relativi all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
LE RISORSE
La questione ha suscitato molte polemiche ed il governo è a caccia di risorse (servono circa 80 milioni solo per il 2023, molti di più nel triennio) per riuscire a garantire subito l’uscita anticipata ad altre 14 mila donne lavoratrici che rischierebbero di essere escluse con la nuova normativa. Le possibilità di successo su entrambi i fronti (assunzione giovani e Opzione donna) sono elevate ma i margini finanziari sono stretti.
In una recente riunione, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stato chiaro fissando un tetto, 400 milioni, al “tesoretto” che sarà messo a disposizione dei gruppi parlamentari per la loro lista dei desideri. La lista dei desideri non è lunghissima, ma è onerosa, tanto da preoccupare la premier Meloni, memore di quello che capitò al suo predecessore, Mario Draghi, nella manovra approvata lo scorso anno.
Per quanto riguarda infine il Superbonus infine Fdi, come anticipato dal Messaggero, ha chiesto di posticipare i termini, attualmente scaduti il 25 novembre, per il deposito delle Cilas per l’avvio dei lavori almeno al 31 dicembre e sbloccare i crediti d’imposta.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout