Manovra già oltre 40 miliardi: ecco le voci di spesa "obbligate"

Manovra già oltre 40 miliardi: ecco le voci di spesa "obbligate"
Mercoledì 28 Settembre 2022, 10:00
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(Teleborsa) - Cresce l'attesa per la finanziaria del centrodestra, che ha portato a casa le elezioni del 25 aprile, decretando un netto cambio di rotta rispetto alla maggioranza che ha sostenuto Mario Draghi a Palazzo Chigi. La Manovra e la Nadef saranno i primissimi impegni di questo governo e banco di prova delle relazioni che saranno instaurate cn l'Ue.

Come emergerà con estrema chiarezza dalla Nadef, stilare una Legge di Bilancio in tempo di crisi e con un'inflazione alle stelle non sarà certo facile. Innanzi tutto ci sarà un nuovo decreto energia, in parte finanziato dall'extragettito prelevato dall'imposta sulle imprese energetiche, da versare entro il 30 novembre, poi sarà la volta della manovra vera e propria, su cui sono puntati gli occhi di Bruxelles.

Dalla BCE è arrivato un chiaro monito a non cedere ai facili entusiasmi, attuando politiche troppo espansive, perché come ribadito ieri dal capo economista dell'Istituto d Francoforte, Philip Lane, occorre che la politica monetaria e fiscale vadano nella stessa direzione ed i governi limitino gli alti deficit per non far esplodere l'inflazione.

Prima di tutto la Nadef

Il primo test per il governo Meloni sarà proprio la Nadef, cioè la cornice economica, stilata dal vecchio Governo Draghi, entro la quale verranno messe a punto le politiche economiche e fiscali del nuovo esecutivo. Un quadro che dovrà tingersi di scuro, incorporando le previsioni più fosche per il 2023.

La Nadef è attesa a stretto giro, probabilmente per il Consiglio dei Ministri di giovedì, ma i governo uscente potrà tracciare solo un quadro tendenziale, a politiche di bilancio invariate, perché sarà poi compito del nuovo esecutivo fare i conti con le poche risorse disponibili e dettare le priorità di spesa.

Stando alle attese, il governo dovrebbe indicare nella Nadef un taglio della crescita del PIL a +0,7-0,8%, ben al di sotto delle previsioni del DEF di aprile scorso. Un quadro migliore delle stime più pessimistiche degli analisti, con S&P che ha tagliato le previsioni al -0,1% dal +2,1% e Fitch, che ha formulato addirittura una previsione a -0,7%, mentre l'OCSE ha indicato un +0,4% dal +1,2% di giugno. Il deficit dovrebbe quindi salire sopra il 5% rispetto al 3,9% previsto dal DEF d aprile. L'inflazione è attesa in rallentamento al 4,5%, ma sarà più alta nei primi mesi del 2023, mettendo alla prova l'esecutivo nel tentativo di sostenere potere d'acquisto e rivalutazione delle pensioni.

Una Manovra che naviga già sui 40 miliardi

Il vero test per il governo di centro-destra, anche per saggiarne la coesione, sarà la Manovra economica, che purtroppo potrà contare su risorse piuttosto scarse. A quanto pare Bruxelles sembra disposta ad attendere anche la fine di novembre pe la nuova Legge di bilancio, considerando i tempi di insediamento del nuovo esecutivo, rispetto al prospetto statico che il Governo Draghi potrà inviare entro il 15 ottobre.

Lato uscite, la spesa per sostenere le imprese alla prese con il caro energia è stimata in 14 miliardi, mentre l'azzeramento degli oneri di sistema in bolletta ed il taglio dell'IVA sul gas dovrebbero assorbire circa 3 miliardi. La stessa cifra dovrebbe poi essere impiegata per prorogare il taglio delle accise sulla benzina di 30,5 centesimi. Circa 20 miliardi sarebbero dunque assorbiti dalle voci legate al caro energia. C'è poi il capitolo pensioni e l'indicizzazione dell'assegno al costo della vita, che dovrebbe costare circa 8-10 miliardi in più. La proroga del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti impegna 3,5 miliardi, mentre l'avvio del rinnovo contrattuale nel pubblico impiego potrebbe costare circa 5 miliardi (16 miliardi per estenderlo a tutta la PA). Aggiungendo altre voci di spesa "dovute" come quelle per il sostegno all'Ucraina e le missioni internazionali si arriverebbe a circa 40 miliardi.

Una cifra che sarebbe superata con l'avvio di alcune misure promesse in campagna elettorale, come la riforma pensionistica o una flat tax anche se in tono "minore".
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