Manovra, Bankitalia: famiglie incerte, consumi ancora deboli

Manovra, Bankitalia: famiglie incerte, consumi ancora deboli
Venerdì 18 Ottobre 2019, 15:23
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Consumi deboli e maggior risparmio, vista l'incertezza sulle prospettive economiche. Le famiglie italiane, secondo quanto si legge nel Bollettino economico di Banca d'Italia negli scorsi mesi hanno dato il loro contributo non esaltante alla domanda interna, frutto di una propensione al consumo debole a fronte di un aumento più marcato del reddito disponibile.

Questo in primavera è stato sostenuto dai redditi da lavoro e dalle prestazioni sociali (che dallo scorso aprile includono anche le erogazioni del Reddito di cittadinanza) ma anche in estate consumi e fiducia sono cresciuti debolmente. «L'indice di fiducia delle famiglie - si legge nel bollettino - è rimasto pressoché invariato in settembre; il peggioramento dei giudizi sulla situazione economica corrente è stato compensato da attese sull'occupazione più favorevoli».


L'orientamento della politica di bilancio del governo per il 2020 «risulterebbe leggermente espansivo, riflettendo la cancellazione delle clausole di salvaguardia, solo in parte compensata con altre misure, nonché altri interventi fra i quali una riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e maggiori investimenti».

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È quanto scrive la Banca d'Italia nel suo bollettino economico. Si tratta di scelte di bilancio, si legge, «motivate da un quadro macroeconomico meno favorevole del previsto e da rischi al ribasso non trascurabili. I programmi del governo prefigurano un percorso di graduale discesa del peso del debito sull'economia», ricorda inoltre Bankitalia. Il governo, si legge più nel dettaglia, «stima un indebitamento netto al 2,2% del Pil nell'anno in corso, invariato rispetto al 2018.

L'incidenza del debito aumenterebbe dal 134,8% al 135,7%.
Per il 2020 il governo programma un indebitamento netto superiore di quasi un punto percentuale del Pil rispetto a quanto previsto nel quadro tendenziale; il disavanzo rimarrebbe invariato al livello stimato per l'anno in corso; il calo atteso della spesa per interessi compenserebbe la flessione dell'avanzo primario», spiegano ancora da via Nazionale.
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