Manovra, 150 milioni per turismo e spettacolo: nel 2022 altri sostegni per i danni del lockdown

Nel 2022 altri sostegni per i danni del lockdown. Tavoli all’aperto esentasse per 3 mesi

Manovra, 150 milioni per turismo e spettacolo. Verso la proroga per tavolini e dehors con l’esenzione di Tosap e Cosap
Manovra, 150 milioni per turismo e spettacolo. Verso la proroga per tavolini e dehors con l’esenzione di Tosap e Cosap
di Andrea Bassi
Venerdì 17 Dicembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 09:17
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A Fontana di Trevi e nelle vie del centro la folla delle scorse settimane si è dileguata. Le comitive di turisti stranieri a poco a poco stanno scomparendo. Gli operatori del settore già suonano il campanello d’allarme. Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma parla di «estrema preoccupazione». Ci aspettiamo, dice, «una vera e propria dèbacle.» Con la nuova ordinanza secondo Roscioli, «l’Italia stende nei fatti un tappeto rosso verso altre destinazioni turistiche concorrenti». Linea confermata anche dal presidente nazionale Bernabò Bocca. «Se l’Italia», dice, «è il Paese messo meglio in Europa, come mai dopo due giorni arriva un’ordinanza che non ha pari negli altri Paesi e che impone le regole più rigide d’Europa?».

Domande che rimbalzano nelle felpate aule del Senato, dove governo e maggioranza faticano ancora a trovare un’intesa sulla manovra finanziaria. Da giorni il governo ha promesso di depositare i suoi emendamenti nella Commissione bilancio, ma i testi tardano ad arrivare e i lavori sono di fatto bloccati. Ieri è stata un’ennesima lunghissima giornata di riunioni che almeno qualche novità ha prodotto. Proprio per rispondere ai settori che saranno più colpiti dall’estensione di tre mesi dello stato di emergenza e dalle nuove restrizioni ai viaggi, il governo ha deciso di creare un Fondo per l’emergenza Covid che possa coprire il primo trimestre del prossimo anno e iniziare a dare qualche sollievo alle imprese e ai lavoratori. I soldi però, non sono molti. La dote per adesso è di 150 milioni. Fondi che andranno divisi tra il turismo, i lavoratori dello spettacolo e il settore dell’auto, con degli aiuti alle concessionarie che assorbirebbero quasi un terzo delle risorse.

Già qualcuno in Parlamento inizia a parlare della necessità di un nuovo provvedimento di aiuti ben più consistente da varare tra gennaio e febbraio. 

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Il segnale

Segno che l’emergenza non è finita e anche le misure di sostegno che il governo Draghi ha cercato in tutti i modi di lasciarsi alle spalle, saranno ancora necessarie: dalla cassa integrazione Covid ai fondi per pagare tramite l’Inps gli stipendi ai lavoratori in quarantena che non possono operare da remoto. Nella manovra troverà sicuramente spazio anche un altro piccolo aiuto per i Bar e i ristoranti, altro settore che ha tremendamente sofferto la crisi. Le regole semplificate per l’occupazione del suolo pubblico e l’esenzione dalla Tosap e dalla Cosap, le tariffe comunali da versare per i dehors e i tavolini all’aperto, saranno estese per altri tre mesi. Il tempo, insomma, per il quale durerà ancora lo Stato d’emergenza. Rispetto allo scorso anno, questa volta, il governo sta avendo maggiori difficoltà a calibrare le misure. La ragione è semplice: la leva del deficit che ha permesso di effettuare durante la pandemia interventi per oltre 200 miliardi di euro, di cui quasi 40 destinati al sostegno delle imprese, non è più praticabile. I soldi vanno trovati nelle pieghe del bilancio pubblico. La manovra da 30 miliardi del governo impegna una buona parte delle risorse (8 miliardi di euro) per la riforma fiscale, la riduzione da cinque a quattro delle aliquote fiscali. Per i nuovi emendamenti ci sono a disposizione 600 milioni per il Parlamento più altri 500 milioni per il governo. E i temi sul tavolo sono tanti. Troppi, visto che anche le riunioni di ieri si sono concentrate sul tentativo di “scremare” le richieste dei partiti. Per il governo la priorità resta fronteggiare le emergenze. Che non sono solo quelle legate alla pandemia. Ci sono anche quelle collegate all’aumento del prezzo dell’energia, per il quale Palazzo Chigi e Tesoro hanno dovuto stanziare altri 3,8 miliardi per evitare che dal primo gennaio ci fosse un’impennata dei prezzi delle bollette. 

L’accordo

E c’è da risolvere la questione dei Superbonus. Tutti i partiti sono d’accordo a eliminare il tetto Isee di 25 mila euro sulle villette. Ma il Tesoro frena per l’impennata che il costo della misura avrebbe tra il 2024 e il 2025. Così come c’è una forte spinta a prorogare per altri sei mesi il bonus facciate al 90 per cento. O, in alternativa, a mantenerlo per l’intero anno ma con una percentuale ridotta al 70 per cento. Al Tesoro si sta lavorando anche a una revisione della normativa del Patent box. Si andrebbe verso incentivi come il credito di imposta per le imprese che fanno sperimentazione e innovazione. Non sarà invece più prevista la formula dello sconto sul reddito derivante dall’uso dei brevetti: al posto di questo sistema viene introdotto un credito d’imposta, rivalutato anche sugli anni precedenti (fra le ipotesi anche con percentuali del 100% o del 150%). Per i brevetti finalizzati alla produzione, e non più per i brevetti in generale. Molte richieste, insomma, ma poche risorse. Un’equazione difficile da risolvere.
 

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