Mediolanum, Consiglio di Stato: ricorso Berlusconi compete a UE

Mediolanum, Consiglio di Stato: ricorso Berlusconi compete a UE
Venerdì 3 Maggio 2019, 18:30
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(Teleborsa) - Nuovo capitolo nel caso Medionalum-Berlusconi. In seguito alla decisione della Corte di Giustizia Ue che ha dichiarato a dicembre scorso la propria giurisdizione in materia, il Consiglio di Stato con la sentenza pubblicata oggi ha dichiarato inammissibili, per difetto assoluto di giurisdizione del giudice nazionale, i ricorsi di Berlusconi e di Fininvest. I giudici di Palazzo Spada hanno contestualmente respinto la richiesta dei difensori di ulteriore rimessione della questione alla Corte Costituzionale.

E' quanto si apprende, appunto, dalla sentenza delle sesta sezione del Consiglio di Stato relativa alla partecipazione qualificata di Fininvest in Banca Mediolanum.

LA VICENDA - Sulla legittimità della partecipazione, venuta in rilievo all'indomani dell'incorporazione di Mediolanum (di cui Fininvest era già azionista) in Banca Mediolanum, Bankitalia aveva aperto d'ufficio un procedimento di verifica, conclusosi con un parere sfavorevole all'acquisizione della partecipazione, poi trasmesso alla Bce per competenza.

La Bce aveva successivamente adottato una decisione finale contraria all'acquisizione sulla base dei "fondati dubbi quanto all'onorabilità degli acquirenti, poichè il signor Berlusconi era stato condannato per frode fiscale e aveva commesso altre irregolarità, analogamente ad altri membri degli organi direttivi di Fininvest".

Sia il provvedimento della Banca d'Italia sia quello della Bce erano stati impugnati da Berlusconi e da Fininvest. In particolare il provvedimento della Bce era stato impugnato dinanzi al Tribunale dell'Unione europea; quello di Banca d'Italia dinanzi al Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato aveva tuttavia rimesso alla Corte di giustizia la questione se spettasse ai giudici nazionali, anzichè ai giudici dell'Ue, controllare la legittimità degli atti di avvio, preparatori o di proposta adottati da Bankitalia nell'ambito di un procedimento di autorizzazione relativo all'acquisizione di una partecipazione qualificata in un ente creditizio. Con la sentenza del 19 dicembre 2018, la Corte di Giustizia ha affermato la propria esclusiva competenza.
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