MES, cos'è e come funziona il fondo salva-Stati: tutto ciò che c'è da sapere

MES, cos'è e come funziona il fondo salva-Stati: tutto ciò che c'è da sapere
MES, cos'è e come funziona il fondo salva-Stati: tutto ciò che c'è da sapere
Venerdì 10 Aprile 2020, 15:04 - Ultimo agg. 19:25
4 Minuti di Lettura

Da settimane si parla ormai del MES, ma sappiamo davvero tutto su questo strumento, di che si tratta, come funziona? Il MES, acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità (European Stability Mechanism), al contrario di ciò che si pensa e si dice in questi giorni, non è uno strumento nuovo, ma esiste da otto anni, precisamente dal 2012.

Leggi anche > Conte sul Mes: «La mia posizione e quella del Governo non è mai cambiata»
 

 

Chiamato anche ‘fondo salvaStati’, il suo obiettivo è quello di garantire la stabilità finanziaria dei Paesi dell’Eurogruppo: nato da alcune modifiche risalenti a marzo 2011, il Mes è nato nel 2012 per sostituire l’EFSF, il Fondo europeo di stabilità finanziaria. Nella zona Euro infatti una crisi economica o finanziaria per un solo Paese potrebbe avere ripercussioni anche su tutti gli altri, e per questo è stato pensato tale strumento: per aiutare il Paese in difficoltà e di conseguenza tutti gli altri.

Leggi anche > Eurogruppo, trovato l'accordo: niente Eurobond

COSA È ACCADUTO IERI
Con l’Eurogruppo nettamente diviso, come detto, tra Paesi del Nord e del Sud, il compromesso raggiunto ieri è il seguente: per affrontare l’emergenza del Covid-19, sanitaria ma anche economica, si potrebbe ricorrere al MES e dovrebbero farlo diversi Paesi, se non tutti. Ma un MES ‘light’, come lo hanno definito le autorità olandesi, che non preveda condizioni, a patto che gli aiuti coprano solo i danni economici legati alla pandemia. E con un limite, quello che non superi il 2% del Pil, ha detto il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.

Come ha spiegato questa mattina lo stesso Gualtieri, sono quattro gli strumenti proposti dall'Eurogruppo al Consiglio europeo per affrontare la crisi. Il fondo per la ripresa finanziato da titoli comuni; un grande fondo Bei per sostenere la liquidità; il meccanismo Shure per la cassa integrazione; e l'utilizzo di una linea di credito del Mes senza condizionalità. Sul Mes in particolare, ha detto Gualtieri, è stata eliminata ogni condizionalità per cui ai Paesi che lo vorranno, perché «si tratta di uno strumento facoltativo al quale l'Italia non ha deciso di accedere, si mette a disposizione un'altra linea di liquidità che può arrivare fino al 2% del Pil che può essere attivata senza alcuna condizione».

COME FUNZIONA
Il fondo del MES è di circa 700 miliardi di euro: ogni Paese versa una quota, che non è la stessa per tutti. La più alta è della Germania (27%), mentre l’Italia versa il 18%: i soldi di capitale autorizzato, cioè la quantità di denaro che in caso di necessità i singoli Paesi devono versare (ma non hanno già versato), nel caso del nostro Paese ammontano a circa 125 miliardi di euro.

Quando uno Stato membro deve avanzare la richiesta di ricorrere al MES, quest’ultimo chiede alla Commissione Europea di valutarne lo stato di salute e definirne il fabbisogno finanziario: dopo di che è l’organo plenario del MES a prendere una decisione. La gestione del MES è affidata ad un Board of Governors (i cui membri sono i ministri della Finanze dell’area euro, e il presidente è Mario Centeno, portoghese), un Board of Directors (i cui membri vengono scelti dai ministri delle Finanze) e un direttore generale, il tedesco Klaus Regling.

LE CONDIZIONI
Il Paese in difficoltà che richiede l’intervento del MES, deve però accettare condizioni stringenti per quanto riguarda i conti pubblici: i soldi che vengono dal fondo infatti rappresentano un prestito allo Stato, con alcune condizioni come l’obbligo di riforme strutturali, o tagli alla spesa pubblica. Per fare un esempio, uno Stato che chiede l’intervento del MES potrebbe poi essere costretto ad aumentare l’età pensionabile, o a tagliare i costi della Pubblica Amministrazione (si pensi ai lavoratori statali).

Proprio su questo punto è nato lo scontro degli ultimi giorni, con i Paesi del Nord (Germania e Olanda in primis) che hanno chiesto l’utilizzo del MES per questa emergenza coronavirus, e quelli del Sud (compresa l’Italia) che invece hanno respinto l’eventualità proprio per via degli eccessivi vincoli e condizioni previsti dal MES stesso. Resta da vedere come verrà risolta la situazione, chi avrà la meglio e soprattutto come l'Europa intera uscirà da questa emergenza: dietro l'angolo c'è il pericolo di una fine dell'Unione Europea così come l'abbiamo conosciuta negli ultimi decenni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA