Obbligati a crescere, Cottarelli: «Pubblica amministrazione troppo lenta»

Carlo Cottarelli
Carlo Cottarelli
Giovedì 17 Settembre 2020, 10:42 - Ultimo agg. 21:10
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“Obbligati a crescere” è l’evento annuale del Gruppo Caltagirone Editore che ha lo scopo di approfondire le tematiche più rilevanti del contesto socio-economico internazionale ed elaborare stimoli allo sviluppo del nostro Paese.


Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano, si è concentrato sugli sprechi e ha sottolineato come la macchina della pubblica amministrazione sia troppo lenta a muoversi e questo perché, ha spiegato l'economista, «l'opinione pubblica italiana non ritiene che sia una priorità».
 



Per ripartire Cottarelli individa tre priorità: primo la riforma della pubblica amminstrazione, che vuol dire far muovere rapidamente la macchina, sfoltire le leggi e creare un sistema per misurare i risultati e premiare il merito. Secondo la riforma della gustizia, perché il sistema italiano è penalizzato da una giustizia lenta e terzo gli investimenti pubblici «cominciando dalle piccole opere e non dalle grandi opere che consentono ai politici di andare a tagliare i nastri. I cittadini hanno problemi più concreti, come le buche o non dover aspettare ore per l'autobus».
 
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Sul Recovery fund Cottarelli ha poi chiarito «che in realtà le risorse Ue a disposizione sono molte di più. Basti pensare agli acquisti di titoli di Stato della Bce: per l'Italia valgono circa 220 miliardi solo nel 2020. L'anno prossimo forse saranno meno, ma parliamo comunque di oltre 100 miliardi. E sarà cruciale fare in modo di investire su fronti che lascino qualcosa alle generazioni future. Di qui il nome del fondo Next generation».

«Di sicuro - ha aggiunto - servono investimenti in infrastrutture e nei piani verdi, fino ad arrivare alla necessaria dote di risorse da impegnare in digitalizzazione, pubblica istruzione, ricerca e miglioramento della giustizia e Pubblica amministrazione. Bisogna far funzionare i servizi pubblici, è evidente. Si tratta di capitoli che andranno dettagliati e comportano tutti una spesa anche elevata, ma sarà una spesa temporanea». E alla domanda: Come evitare gli sprechi? Cottarelli risponde: «Ovviamente questo rischio c'è. Quando arrivano tanti soldi, si sente meno la necessità di risparmiare».

Secondo Cottarelli inoltre ora più che mai non è tempo di spending review. «Proprio così: è difficile immaginare ora - spiega - a una revisione della spesa che consenta di risparmiare qualcosa.
Sarebbe necessario farlo, ma se non si è riusciti a farlo quando il vincolo di bilancio era stretto, ora che le maglie sono più larghe mi sembra politicamente più difficile farlo. Vedremo». In merito a come evitare esasperazioni sulle spese future, l'ex commissario per la spending review riferisce: «E' un po' lo stesso discorso: bisognerebbe farlo ma, ripeto, quando c'è un'ampia disponibilità di risorse è più alto il rischio di spreco. Va chiarita comunque una cosa: nell'immediato, anche lo spreco risolleva l'attività economica». Alla domanda: nel senso che comunque sono risorse che entrano in circolo e fanno bene all'economia? Risponde invece: «Non tutte. Quando lo Stato regala soldi o, peggio, li spende in progetti improbabili, non risolleva certo la capacità produttiva del Paese. Resta il fatto che quei soldi possono aiutare ad accrescere i consumi. Quindi nell'immediato, qualunque spesa pubblica, anche quella cattiva, può aumentare temporaneamente il reddito. Però quando finisce quella spesa il reddito torna dov'era prima. Accrescere la capacità produttiva del Paese è altra cosa. Ecco perché è così importante selezionare tra progetti buoni e progetti cattivi».   

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