I piccoli produttori si oppongo all'evento dell'Onu sull'alimentazione. Centinaia di gruppi della società civile, accademici e movimenti sociali boicottano il primo summit globale dell'Onu sul food denunciando che l'agenda è stata condizionata da una opaca rete di interessi aziendali. Tra loro, riporta il Guardian, gruppi rappresentanti migliaia di produttori agricoli di piccole dimensioni e comunità indigene che producono il 70% del cibo mondiale attraverso l'agricoltura sostenibile, i quali sostengono che la loro conoscenza ed esperienza è stata ignorata. «Respingiamo l'attuale colonizzazione aziendale del sistema e della governance del food sotto la facciata del summit dell'Onu...La lotta per un sistema alimentare sostenibile, giusto e sano non può essere sganciata dalla realtà delle persone i cui diritti, la cui conoscenza e i cui mezzi di sostentamento non sono stati riconosciuti ma anzi sono stati ignorati», si legge in una dichiarazione firmata da circa 600 gruppi ed individui.
Onu, Coldiretti: nel mondo sprecato quasi 1 miliardo di tonnellate di cibo
Alcuni hanno criticano la predominanza di multinazionali come Nestlè, Bayer e Tyson negli sforzi del vertice di identificare le soluzioni per il sistema food.