Opzione donna, nuovi requisiti anagrafici e lavoratrici coinvolte: cosa cambia nel 2022 per le pensioni

Opzione donna, dai nuovi requisiti anagrafici alla platea coinvolta, come cambia il meccanismo nel 2022
Opzione donna, dai nuovi requisiti anagrafici alla platea coinvolta, come cambia il meccanismo nel 2022
Venerdì 29 Ottobre 2021, 16:14 - Ultimo agg. 20:55
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Dopo un lungo tira e molla tra le forze di maggioranza il governo Draghi ha deciso di confermare anche per il 2022 Opzione donna, il sistema che permette alle donne di ritirarsi in maniera anticipata dal lavoro, ma con una assegno calcolato tramite il solo metodo contributivo. In pratica la pensione corrisponde ai contributi versati mensilmente nel corso degli anni. Per accettare la proroga, fortemente voluta dal Partito democratico, i tecnici dell'esecutivo, guidati dal ministro dell'Economia Daniele Franco, hanno però imposto l'innalzamento dell'età anagrafica necessaria per accedervi: non più 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 per le autonome, ma 60 per le prime e 61 per le seconde. Vediamo dunque come funzionerà il meccanismo nel 2022.


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Opzione donna, come funzionerà e le eccezioni

La legge di bilancio 2021 aveva infatti esteso la possibilità di accedere al trattamento pensionistico anticipato alle lavoratrici che avevano perfezionato i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2020. A patto che si accetti il calcolo della rendita con il metodo «contributivo», decisamente meno vantaggioso di quello «retributivo». Vuol dire accettare una pensione ridotta da un minimo del 15% a un massimo del 35% a seconda del caso. In base alle regole dell’Inps, quindi, fino al 31 dicembre 2021, possono dunque conseguire il trattamento pensionistico, secondo le regole di calcolo del sistema contributivo, le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2020 abbiano maturato un’anzianità contributiva minima di 35 anni e un’età anagrafica minima di 58 anni, se lavoratrici dipendenti, e di 59 anni, se lavoratrici autonome.


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Dal prossimo anno, invece, rimarrà il requisito contributivo dei 35 anni, ma come detto le età diventano 60 e 61 anni. Rimarrà quindi il principio secondo cui le lavoratrici conseguono il diritto alla decorrenza della pensione Opzione Donna trascorsi: 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso di lavoratrici dipendenti; 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso di lavoratrici autonome. Eccezioni sono le occupate con i requisiti di Opzione donna nella scuola da una parte e nell'alta formazione artistica musicale e coreutica (settore Afam) dall'altra. Le prime quest'anno sono potute andare in pensione dal 1 settembre, le seconde lo faranno dal prossimo 1 novembre. Per il prossimo anno si attendono due simili finestre.

I limiti e il calcolo

Per avere la pensione è assolutamente obbligatoria la fine del rapporto di lavoro dipendente. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività autonoma. Per il calcolo dell'assegno mensile che si riceverà rimangono poi determinanti questi fattori: l’ammontare dei contributi versati; l’età raggiunta al momento del pensionamento; la crescita generale della ricchezza del Paese.

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Come fare domanda e la platea coinvolta

La domanda per Opzione Donna si può presentare tramite tre diversi: online sul sito dell’Inps attraverso il servizio dedicato; attraverso il contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 da rete mobile; chiedendo aiuto a enti di patronato e intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi. Secondo le ultime stime il governo prevede per il prossimo anno una platea complessiva coinvolta da Opzione donna, Ape sociale e Quota 102 di circa 50mila persone (mentre i sindacati parlano di numeri più bassi). Il grosso, tuttavia arriverà proprio dal secondo e terzo scivolo. Nel primo biennio della prima misura, cioè 2019-2020, solo 35mila persone hanno aderito a Opzione donna. Con i requisiti più stringenti il prossimo anno il numero di donne coinvolte dovrebbe rientrare al massimo nelle 10mila unità.

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