Partita la corsa ai soldi del Recovery fund per svecchiare la Pubblica amministrazione, decentrare le assunzioni attraverso i nuovi poli territoriali avanzati, aumentare la quota di statali idonei al lavoro agile e formare gli oltre 3 milioni di statali in servizio al fine di dotarli delle competenze informatiche necessarie. La ministra della Funzione pubblica Fabiana Dadone, audita ieri alla Camera sugli aiuti europei, ha annunciato una riforma del sistema di reclutamento e un piano straordinario di assunzioni di personale tecnico altamente specializzato con specifiche competenze in ambito digitale. Nasceranno 150 poli territoriali avanzati (Pta) destinati a diventare strutture concorsuali, centri per la formazione del personale e spazi condivisi per il lavoro agile.
LE TAPPE
Lo smart working nel 2021 verrà esteso inoltre al 60 per cento degli statali grazie ai cosiddetti Pola, i Piani organizzativi del lavoro agile, che le amministrazioni pubbliche devono definire entro gennaio. Cambierà anche il sistema di misurazione delle performance: conteranno di più i risultati raggiunti dei cartellini timbrati. Ogni dipendente pubblico avrà infine cucito su di sé un fascicolo digitale sempre aggiornato, consultabile da tutte le amministrazioni pubbliche per efficientare la mobilità. Servono circa 35 miliardi di euro, stando alle richieste avanzate dal ministero della Funzione pubblica e del ministero dell’Innovazione, per innalzare il livello medio delle prestazioni della Pubblica amministrazione tricolore, tra i più bassi in Europa.Roma, tutti in ufficio i dipendenti del Comune per premi e straordinari: «Norme violate»
Il via allo smart working, rivoluzione necessaria. Ma indietro non si torna
«Oggi abbiamo poco più̀ del 2 per cento di dipendenti al di sotto dei 34 anni, per questo il rilancio del sistema di reclutamento, cambiandone sistemi e modalità, deve avere la priorità», ha spiegato la ministra Fabiana Dadone nel corso dell’audizione alla Camera sulle risorse in arrivo dall’Europa. A tale scopo vedranno la luce 150 poli territoriali avanzati, sarebbe a dire delle strutture all’avanguardia sotto il profilo tecnologico, da suddividere tra le Regioni e destinate a essere utilizzate come centri concorsuali decentrati, in grado di consentire lo svolgimento delle procedure di selezione interamente in forma digitale. Ma i Pta verranno anche utilizzati come poli per il lavoro agile, il coworking e la formazione. «Potranno svolgere la funzione di hub per l’innovazione e la modernizzazione della Pa grazie alla collaborazione con università e centri di ricerca», ha aggiunto la ministra. In cantiere poi ci sono i Pola, i piani organizzativi del lavoro agile, attraverso cui le amministrazioni pubbliche devono mappare le attività che possono essere svolte non in presenza, senza impatti negativi in termini di quantità e qualità di erogazione dei servizi, grazie all’acquisto di dispositivi, software e alla programmazione di percorsi formativi in ambito digitale e informatico.