Pannelli solari "liberi" sui tetti, ecco quanto si risparmia e come trasformare l'impianto. La guida

Al via la spinta ai pannelli solari liberi su tetti, edifici e giardini
Al via la spinta ai pannelli solari liberi su tetti, edifici e giardini
di Roberta Amoruso
Giovedì 3 Marzo 2022, 13:51 - Ultimo agg. 4 Marzo, 12:49
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Ora più che mai installare pannelli solari sul tetto di casa è un’opzione da considerare seriamente. Non solo perché l’impennata del gas sentita forte e chiaro anche prima che si aprissero gli scenari di guerra, già suggerivano una riflessione attenta per tagliare i costi energetici di famiglie e imprese. Ora la spinta a puntare sull’autoconsumo di energia solare arriva dall’ultimo decreto “energia” del Governo che permette a tutti i installare un sistema fotovoltaico compilando un semplice modulo scaricabile dal sito del Gse o del Mise. Una scelta che oltre dare un taglio netto ai costi, è capace anche di azzerare gli sprechi. Fino a che punto. Naturalmente dipende dal tipo di consumi, dal clima di residenza, più o meno favorevole al sole, e dal costo dell’impianto che in genere può essere ammortizzato in una decina di anni, ma ne dura almeno 25. Ma in geerale si può dire che pannelli solari assicurano un risparmio dell’80 per cento sui costi per la produzione di acqua calda e del 60-70 per cento delle spese per il riscaldamento.

Pannelli solari, cosa sono 

Un impianto fotovoltaico è un sistema capace di trasformare la radiazione solare in energia elettrica attraverso l’uso di moduli o pannelli solari, che possono essere di varie tipologie ovvero piani, sottovuoto, con circolazione ad acqua e con il glicole.

Grazie al collegamento a un inverter, un dispositivo elettronico, è possibile trasformare la corrente prodotta in modo continuo dai pannelli in corrente alternata per poterla utilizzare all’interno dell’abitazione. Quanto deve essere esteso? In genere, un sistema modulare di pannelli solari installato sul tetto permette di soddisfare i consumi di tutta la famiglia, dall’illuminazione alla produzione di acqua calda, dal riscaldamento dell’ambiente all’uso degli elettrodomestici. Per capire quanto conviene, va chiarito che ogni chilowattora di elettricità prodotto con il mio impianto, è di fatto un chilowattora in meno sulla bolletta elettrica. E allora se una famiglia tipo di quattro-cinque persone con un impianto elettrico di 6 kilowatt consuma circa 3.000 kilowatt all’anno, quindi poco più di 8 kilowatt al giorno di elettricità, potrà praticamente azzerare i costi della bolletta. Senza contare quella del gas. In compenso però dovrà mettere in conto lo smaltimento del costo dell’impianto. L’autoconsumo dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico evita infatti del tutto l’acquisto di energia dalla rete elettrica. L’autoconsumo diretto permette all’utente di avere a disposizione energia “a costo zero”, dal momento che l’impianto è già stato pagato.

Come utilizzare l'impianto

Attenzione, però, l’impianto va utilizzato con alcune accortezze. Per sfruttarne al massimo le potenzialità bisogna far funzionare gli apparecchi elettrici di casa nei momenti di produzione dell’impianto. È opportuno, dunque, azionare i principali elettrodomestici, come lavatrice, lavastoviglie, e altri, durante le ore diurne, ovvero quelle durante le quali c’è più presenza di sole. L’alternativa è il sistema di utilizzo di accumulo con batterie, in grado di accumulare di giorno parte dell’energia prodotta e consumarla la sera o la notte.

Lo scambio con la rete

C’è un’altra possibilità. In alternativa o in aggiunta all’accumulo l’energia prodotta con i pannelli può essere anche immessa nella rete elettrica comune. In questo caso di solito si sceglie il sistema dello “scambio sul posto”. Come funziona? L’energia in eccesso viene messa a disposizione della rete generale e può essere prelevata successivamente dall’utenza al momento del bisogno. Il servizio di scambio sul posto è gestito dal Gse e viene erogato sotto forma di contributo finanziario calcolato in base alla valutazione, a prezzi di mercato, dell’energia scambiata con la rete elettrica. Per un’abitazione green e dai consumi particolarmente bassi si può optare anche per un sistema combinato di solare termico e fotovoltaico.

Rete o no?

Una delle domande più frequenti quando si pensa a un impianto fotovoltaico è questa: devo staccarmi dalla rete elettrica nazionale. Va ricordato che esistono 2 tipologie di impianti: gli impianti stand alone (o ad ISOLA, che non sono  connessi alla rete di distribuzione. Mentre gli impianti “on grid”, i più diffusi, sono connessi alla rete. Nel primo caso si tratta di una tipologia di impianto che viene realizzato in siti remoti, zone dove non è presente la rete di distribuzione e avere un allaccio sarebbe particolarmente dispendioso. E questo vuol dire che non si può fare a meno di un sistema di accumulo anche importante. In questa situazione non è possibile fare a meno di un sistema di accumulo ben dimensionato. Nel secondo caso, l’impianto è connesso alla rete e può avere o meno un sistema di accumulo dell’energia. Se le batterie non sono presenti e la produzione dell’impianto non è sufficiente (ad esempio la sera, ma non solo), la differenza viene prelevata dalla rete. Non c’è rischio di andare incontro a “buchi” di luce o di riscaldamento.

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