L'esecutivo di Meloni ha previsto la “pensione anticipata flessibile” ma con un tetto sull'assegno e divieto di cumulo. C'è l'adeguamento all'inflazione ma solo per le pensioni fino a 2.100 euro: per tutti gli altri assegno ridotto rispetto alle attese con minori guadagni da oltre 400 euro annui. Il nuovo meccanismo di perequazione delle pensioni segna un ritorno alle “fasce” al posto dei tre “scaglioni” di Prodi ripristinati lo scorso anno dal governo Draghi. Di fatto, dal primo gennaio, l'adeguamento all'inflazione (che un decreto del ministro dell'economia Giorgetti ha fissato al 7,3%) sarà pieno solo per gli assegni uguali o inferiori a 4 volte il minimo (2.096 euro lordi), ma oltre quella soglia scattano tagli progressivi.
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Il meccanismo
Si tratta di un nuovo meccanismo premiante al 100%, in realtà, solo per gli assegni sotto i duemila euro.
Quanto aumentano le pensioni minime nel 2023?
Dal 1° gennaio 2023, il nuovo disegno di legge della manovra pensioni 2023, prevede per le mensilità da gennaio 2023 a dicembre 2024, con inclusa la tredicesima mensilità spettante, un incremento:
di 1,5 punti percentuali per l’anno 2023,
e di 2,7 punti percentuali per l’anno 2024,
sul tasso percentuale di adeguamento delle pensioni previsto dal Ministero dell’Economia e delle finanze. Ad esempio, le sole pensione minime 2022 di euro di 525,38 euro aumenteranno, non solo del 7,3%, ma del 8,8%, portando il nuovo trattamento minimo delle pensioni, dal 1° Gennaio 2023 ad euro 571 euro circa, con un aumento complessivo mensile pari a: 46 euro netti.