Pensioni, ecco l'emendamento: "Stop aumento età per i lavori gravosi". Dal 2021 cambia il meccanismo

Pensioni, ecco l'emendamento: "Stop aumento età per i lavori gravosi". Dal 2021 cambia il meccanismo
Pensioni, ecco l'emendamento: "Stop aumento età per i lavori gravosi". Dal 2021 cambia il meccanismo
Giovedì 23 Novembre 2017, 15:58
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Il governo presenta in Senato l'emendamento sulle pensioni alla manovra. La proposta, si legge nell'intestazione, riguarda «i lavoratori addetti ad attività gravose» e «lo sviluppo della previdenza complementare, conseguenti al confronto tra governo e organizzazioni sindacali del 21 novembre».

14.600 PERSONE CON LAVORI GRAVOSI Nel 2019 saranno esonerati dall'aumento dell'età pensionabile a 67 anni 14.600 persone impegnate in lavori 'gravosi', si legge nella relazione tecnica all'emendamento del governo sulle pensioni con i sindacati. Si prevede per il primo anno un costo di 100 milioni e nel triennio fino al 2021 quasi 385 milioni. Nella tabella della relazione tecnica si stimano gli effetti fino al 2027 quando lo stop riguarderà 20.900 lavoratori per 166,2 milioni di euro.

PACCHETTO DA 300 MILIONI Il pacchetto pensioni, a regime, vale 300,2 milioni di euro. Lo si legge in una tabella della relazione tecnica all'emendamento presentato dal governo durante l'esame della manovra. Il riepilogo mostra gli oneri dal 2018 al 2027: il primo anno gli effetti negativi per la finanza pubblica sono pari a 9,4 milioni per salire a 121,9 milioni nel 2019 e continuare poi a salire più gradualmente negli anni successivi. Gli oneri complessivi tengono conto non solo dei 'gravosì ma anche delle modifiche ai trattamenti di integrazione salariale.

DAL 2021 SCATTO TRE MESI Cambia il meccanismo di adeguamento dell'età per la pensione all'aspettativa di vita, che terrà conto anche dei 'picchi negativì, cioè degli eventuali arretramenti dell'aspettativa di vita, e che non potrà più essere di più di 3 mesi. L'emendamento presentato dal governo alla manovraprevede infatti che per il calcolo dello scatto si guardi alla «media della speranza di vita nel biennio di riferimento rispetto a quella del biennio precedente».

Inoltre si prevede, come spiega la relazione tecnica, «l'assorbimento di una eventuale riduzione della speranza di vita relativa al biennio di riferimento, da portare in riduzione dell'adeguamento successivo». Si fissa poi «un limite massimo di tre mesi per ciascun adeguamento» successivo a quello atteso per il 2019, quindi dal 2021 in poi, «da riassorbire nell'ambito dell'adeguamento successivo qualora sia registrato un incremento superiore». 

PREVIDENZA COMPLEMENTARE, STATALI COME I PRIVATI Equiparazione del trattamento tributario della previdenza complementare per i dipendenti pubblici a quella dei dipendenti privati con effetti quindi sia sui contributi sia sulle prestazioni erogate. Lo prevede l'emendamento del governo alla manovra che riguarda le pensioni. Secondo quanto si legge nella relazione tecnica, la novità dovrebbe incentivare le adesioni che dovrebbero arrivare al 14% nel 2027 contro una stima altrimenti fissata all'8%.

Sempre la proposta del governo prevede per i neoassunti dal 2019 la possibilità di aderire attraverso il meccanismo del silenzio-assenso. L'ipotesi è che la percentuale di adesione dei neoassunti dal 2019 possa essere del 25%.

Complessivamente il combinato disposto di queste misure potrebbe portare «a un tasso di adesione del 20% intorno al 2027». Di conseguenza, prudenzialmente viene stimato che «gli effetti negativi alla fine del decennio sarebbero pari a oltre 134 milioni annui». 

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