Pensioni minime a 600 euro, ma solo per gli over 75. Pos, il tetto scende a 30 euro

L’incremento dell’assegno sarà legato a un livello di Isee particolarmente basso

Pensioni minime aumentano a 600 euro, ma solo per gli over 75
Pensioni minime aumentano a 600 euro, ma solo per gli over 75
di Francesco Bechis e Michele Di Branco
Sabato 10 Dicembre 2022, 00:07 - Ultimo agg. 11 Dicembre, 17:44
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Non una retromarcia, ma una presa d’atto. Il governo Meloni è disposto a rivedere il tetto ai pagamenti con il Pos. E studia una soluzione per alzare le pensioni minime da 574 a 600 euro, ma solo per gli over-75. Quando mancano due settimane all’approdo della legge di bilancio al Senato, tra governo e Parlamento la maggioranza accelera sui ritocchi. Da una parte il nodo della soglia per i pagamenti elettronici. Dal Mef fanno sapere che bisognerà aspettare un responso dell’Ue nei prossimi giorni. Se tarderà, la previsione nella legge di bilancio rimarrà invariata. Altrimenti, via alla revisione: 30 euro, la metà. Dall’altra il lavorio per aumentare le pensioni minime come richiesto da Forza Italia, per una fascia ristretta di persone. 

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IL COMPROMESSO

Il passo di lato sul limite all’uso del Pos lancia un segnale distensivo a Bruxelles, in vista del Consiglio europeo del 15-16 dicembre in cui Giorgia Meloni chiederà flessibilità per il Pnrr italiano.

Dopotutto era stato il premier ad aprire a una revisione delle regole sui pagamenti elettronici. Incassata la benedizione Ue sul tetto al contante - fissato dal Consiglio a 10mila euro, il doppio di quello italiano, notano soddisfatti dal governo - sul Pos non ci saranno arroccamenti. 

Resta un nodo da sciogliere: le commissioni bancarie. È l’altro lato della medaglia. Soluzioni? Poche, perché lo Stato non può mettere mano a un servizio privato. Il governo ha già incontrato l’Abi (Associazione banche italiane). Ma un accordo per abbassare le commissioni andrebbe trovato anche con i circuiti privati (Mastercard, Nexi, etc). E l’unica forma che può assumere è un contributo di solidarietà, volontario, «un contributo per la crisi è stato chiesto a tutti..», sospirano dal governo. Che, da parte sua, può venire incontro ai commercianti con un credito di imposta per tutte le commissioni pagate da zero a trenta euro (se questo sarà il tetto confermato).

Sul fronte delle pensioni minime, mentre il Mef studia una soluzione, non mancano perplessità. La coperta è corta, ammoniscono dall’esecutivo. Dove già si mette in conto un decreto oneroso contro il caro-energia tra marzo e aprile per aiutare le imprese in difficoltà. 

LE PENSIONI MINIME

I capigruppo di maggioranza stimano un tesoretto da 560 milioni, di cui 160 da destinare alle opposizioni. Con questo budget, non sarà facile alzare il tetto pensionistico. A frenare tra gli altri c’è la Lega con il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, «se non si riuscirà lo faremo più avanti», ha chiosato ieri. Del resto, stando ai calcoli del governo, servono circa 800 milioni per accontentare pienamente il partito di Silvio Berlusconi. Al ministero dell’Economia studiano soluzioni alternative e l’ipotesi più accreditata è quella di un intervento mirato e selettivo: elevare a 600 euro le pensioni minime dei pensionati over 75, collegando però l’età anche alle condizioni soggettive dei pensionati. Il che vuol dire offrire una corsia preferenziale a chi ha un Isee molto basso, includendo ovviamente nei calcoli anche le case di proprietà. 

«Sull’aumento delle pensioni minime Forza Italia intende continuare a battersi, chiediamo con forza che l’aumento possa attestarsi, per ora, sulla soglia dei 600 euro per arrivare poi, entro la legislatura, a mille euro», spiega Roberto Pella, deputato azzurro, uno dei tre relatori della manovra in Commissione. Differenze da limare, nella maggioranza ci sarebbero anche sugli eventuali correttivi da apportare ad opzione donna per il pensionamento anticipato, per ampliare la platea delle possibili utenti. In questo caso, l’ipotesi più accreditata è rinviare di qualche mese (probabilmente 8) la stretta che alza a 60 anni (dai 58 attuali) i requisiti base per andare a riposo.

LE TRATTATIVE

Sulla manovra, è il mantra di Palazzo Chigi, bisogna comunque procedere spediti. Senza pause nel week end. Oggi saranno indicati gli emendamenti inammissibili, domani quelli segnalati: 400 in tutto, divisi a metà tra maggioranza e opposizioni, ma i “super-segnalati” della coalizione di governo, l’ultima scrematura, non supereranno i 50. Tradotto: non c’è spazio per la lunga lista di desiderata elencata nel fiume di emendamenti depositati, più di 3mila. 

Di qui il lavoro per sbloccare l’impasse almeno sui dossier più delicati dentro alla coalizione al governo. Si parte dal Superbonus 110%: dal Mef c’è un’apertura alle richieste avanzate da Forza Italia. Si lavora a una proroga dei termini di presentazione della Cilas al 31 dicembre per chi non è riuscito a presentarla entro il 25 novembre scorso o, in alternativa, a metà gennaio. Sulla materia interverrà probabilmente un emendamento del governo al decreto Aiuti-quater. Per tutto il resto, dall’aumento di un punto del taglio del cuneo fiscale (dal 2% al 3%) alle decontribuzioni per gli under-36 (altra battaglia cara a FI) sarà difficile trovare le coperture.

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