Pensioni, parte il confronto: quota 102 è fra le ipotesi sul tavolo

Pensioni, parte il confronto: quota 102 è fra le ipotesi sul tavolo
Pensioni, parte il confronto: quota 102 è fra le ipotesi sul tavolo
Lunedì 27 Gennaio 2020, 12:45 - Ultimo agg. 19:04
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Tra governo e sindacati oggi non sono stati fatti numeri sulla riforma della previdenza ma i tecnici sono al lavoro per verificare quali potrebbero essere le misure per sostituire Quota 100 una volta terminata la sperimentazione a fine 2021. Non è chiaro se le nuove norme partiranno già a inizio 2021 abolendo Quota 100 con un anno di anticipo ma quello che è certo per il governo e che le nuove misure dovranno costare meno di quella fortemente voluta dalla Lega ed essere più eque. Quota 100 (almeno 62 anni di età e almeno 38 di contributi) infatti, come emerge dai dati Inps, ha favorito gli uomini e i lavoratori pubblici che hanno avuto carriere continue mentre ha di fatto tenuto fuori le donne. Secondo il bilancio preventivo dell'Inps per il 2020 il rimborso a carico della fiscalità generale per le erogazioni di Quota 100 è pari a 5.274 milioni di euro.

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Quota 102. Si potrebbe elevare l'età minima per l'accesso alla pensione anticipata, portandola a 64 anni, mantenendo a 38 il numero minimo di anni di contributi. Si garantirebbe comunque l'anticipo di tre anni rispetto all'età minima per la pensione di vecchiaia (67 anche l'anno prossimo). La spesa per questa misura, secondo l'esperto di previdenza Alberto Brambilla è di 2,5 miliardi l'anno.

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Ripristino degli scatti aspettativa vita per anticipata. Al momento gli scatti sono bloccati fino al 2026 (è rimasta solo una finestra di tre mesi). Quindi ci si pensiona con 42 anni e 10 mesi di contributi (oltre la finestra) se uomini e 41 e 10 se donne. Si potrebbe prevedere la ripartenza nel 2023 degli scatti legati alla speranza di vita come per la pensione di vecchiaia.

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Opzione donne rivista. Si potrebbe valutare una flessibilità dai 64 anni solo opzionando l'uscita calcolando interamente l'assegno con il contributivo. Al momento è possibile già per chi ha il calcolo contributivo ma solo se raggiunge un assegno di almeno 2,8 volte il trattamento minimo. Si potrebbe abbassare questa soglia e estendere la possibilità anche a chi è nel sistema retributivo ma sarebbe penalizzante sul fronte dell'assegno. Per lo Stato è costoso in prima battuta ma nel tempo si recupera l'esborso poiché gli assegni sono calcolati sulla base dei contributi versati.

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Ape sociale strutturale esteso. Un'altra possibilità è estendere l'Ape sociale rivedendo alcuni requisiti (adesso si ottiene in particolari condizioni di difficoltà come la disoccupazione con almeno 63 anni di età e 30 di contributi oppure se si fa un lavoro gravoso con 36 anni di contributi) e renderlo strutturale. Al momento la misura è stata rifinanziata anno per anno.

Intervento sui lavori gravosi. Un altro tema sul tavolo è quello dei lavori faticosi per i quali si cercherà di dare condizioni di uscita diversificate rispetto agli altri.
 

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