Pensioni, Quota 41: ecco come uscire dal lavoro in anticipo (ma con un assegno più magro)

Per i nati negli anni Ottanta e Novanta, con Quota 41 i benefici sarebbero notevoli

Pensioni, come andare in anticipo: le differenze tra Quota 41 e Quota 103
Pensioni, come andare in anticipo: le differenze tra Quota 41 e Quota 103
Lunedì 16 Gennaio 2023, 09:16 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 10:25
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Pensione anticipata di tre anni e mezzo per gli uomini nati negli anni Settanta e quasi due anni e mezzo per le donne. Sono questi gli effetti di Quota 41 nel caso in cui scatti dal 1° gennaio 2024. I requisiti requisiti attuali (41 anni e 10 mesi per le lavoratrici, mentre un anno in più per i lavoratori) sarebbero sostituiti con un unico requisito di 41 anni di contribuzione.

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A chi spetta Quota 41

I nati e le nate del 1958, che matureranno 41 anni di contributi nel 2024, potrebbero anticipare di un anno. Poi le successive generazioni, con una comune caratteristica: si tratterebbe di coloro che hanno iniziato a lavorare entro i 26 anni. Per chi ha iniziato a lavorare più tardi, tutto resterebbe uguale: Quota 41 offrirebbe una possibilità di pensionamento anticipato prevalentemente a lavoratori con una carriera lunga e stabile. 

I vantaggi per le nuove generazioni

Per i nati negli anni Ottanta e Novanta, i benefici sarebbero notevoli. In particolare supererebbero i 4 ed i 5 anni di anticipo rispettivamente per i nati e le nate nel nuovo millennio.

Per le generazioni più vicine alla pensione, quelle nate negli anni Sessanta, l’anticipo del momento della pensione sarebbe invece una via di mezzo. Quanto? Fino a 2 anni mezzo per gli uomini, un anno e mezzo per le donne.

 

Le conseguenze di andare in pensione prima

Chi lavora per meno anni, e percepisce un assegno previdenziale più a lungo, vuole dire che quest'ultimo sarà meno sostanzioso. 

La sforbiciata all’assegno delle pensione

Maggiore è l’anticipo, maggiore è l’impatto sull’assegno pensionistico:fino al 9% per le donne e fino al 12% per gli uomini. Ogni lavoratore, come accaduto con le precedenti Quote, dovrebbe scegliere tra tempo di vita libero dal lavoro e valore dell’assegno pensionistico. Tutte le stime dipendono dal futuro aumento della speranza di vita. Quota 41 infatti darebbe con certezza una riduzione di 10 mesi per le lavoratrici e di un anno e 10 mesi per i lavoratori, ai quali si aggiungerebbero gli adeguamenti biennali per i requisiti anagrafici che verrebbero evitati: nelle simulazioni è stato considerato lo scenario Istat previsionale centrale. Con Quota 41 verrebbe meno l’ultima delle differenze di requisiti tra uomini e donne, che attualmente sta nell’anno in meno previsto per le lavoratrici dal requisito di pensione anticipata. Per i laureati, invece, il riscatto di laurea potrebbe diventare più interessante per raggiungere l’anzianità contributiva minima richiesta, sempre a patto di essersi laureati in corso e di aver iniziato presto l’attività lavorativa.

 

Quanto costa alle casse dello Stato?

Il costo per le casse dello Stato sarebbe tra i 6 ed i 9 miliardi di euro all’anno per i primi dieci anni, per un totale di 75 miliardi di euro. Una spesa poco sostenibile.

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