Giovani imprenditori, Di Stefano: «Pnrr, piano da rispettare: al Sud la spesa sia veloce»

Giovani imprenditori, Di Stefano: «Pnrr, piano da rispettare: al Sud la spesa sia veloce»
di Nando Santonastaso
Venerdì 14 Ottobre 2022, 07:54
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Presidente Di Stefano, la nuova legislatura è iniziata e già si parla di maggioranza variabile: cos’è la stabilità politica per i giovani industriali?
«Una priorità assoluta la cui mancanza è stata spesso in passato un limite per il nostro Paese – risponde Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria che celebrano oggi e domani a Capri il loro meeting nazionale annuale (sua la relazione di apertura dopo l’intervento del presidente dei Giovani industriali della Campania Vittorio Ciotola) -. E a maggior ragione oggi, che viviamo un momento così complesso, tra scenari geopolitici complicati e la crisi socioeconomica, la stabilità politica è ancor più determinante. Mai come adesso serve un governo in grado di adottare misure coraggiose e autorevoli: un governo che governi è l’auspicio che avremmo rivolto a qualsiasi esecutivo».

L’eredità lasciata da Mario Draghi con cui il sistema delle imprese aveva dialogato a lungo può tornare utile?
«Io credo che conti soprattutto il metodo, ovvero le competenze, la capacità di mettere al centro la serietà e la correttezza nei rapporti internazionali, quel senso di responsabilità che sicuramente è stato uno dei tratti distintivi del governo uscente.

L’azione riformatrice del governo Draghi deve dunque proseguire non solo per affrontare i nodi ancora irrisolti del Paese ma anche perché ci sono scadenze collegate al Pnrr che bisognerà rispettare».

Ma il Pnrr dev’essere modificato, aggiornato o cosa? 
«Credo che il Paese dovrebbe intanto continuare a rispettarlo perché, come dicevo, scadenze così complicate soprattutto per il Mezzogiorno, dove la macchina amministrativa è più debole, non possono essere ignorate. È altrettanto vero però che oggi è giusto interrogarsi sul debito comune per affrontare l’emergenza principe, quella dei costi energetici, per cui a mio giudizio bisognerebbe recuperare lo spirito di Next generation Eu piuttosto che dividersi sulle eventuali modifiche al Pnrr. L’Europa allora mostrò tutta la sua unità, non si può accettare l’idea che la crisi dell’energia l’abbia già accantonata: da soli non si va da nessuna parte, lo sanno bene anche i tedeschi».

C’è chi dice che il Sud non riuscirà mai a spendere il 40% delle risorse ad esso assegnate…
«Io sono un imprenditore siciliano e non posso nemmeno pensare che questa diventi l’ennesima occasione persa del Mezzogiorno che sconta sicuramente un deficit di efficienza amministrativa che tutti conosciamo da tempo. La risposta però non può essere togliere risorse al Sud perché non è in grado di spendere ma applicare tutti gli strumenti previsti perché questi solidi siano spesi interamente e bene, con un’attenzione particolare al tema della legalità. Trasformare il problema Mezzogiorno nella risorsa Mezzogiorno resta la chiave per invertire i trend economici negativi degli ultimi quindi anni in quest’area del Paese».

Il ritorno a Capri coincide con un programma senza politici per ovvie ragioni: cosa cambia?
«Sarà un’edizione diversa perché il ritorno a Capri ha per noi un grande valore affettivo: non essere condizionati dal dibattito pubblico del momento ci permetterà di parlare di energia ma anche di temi di prospettiva. Ad esempio, l’inverno demografico, l’inclusione sociale, il lavoro in rapporto soprattutto alle giovani generazioni e alle trasformazioni occupazionali che impattano con la nostra società. Questo vuol dire parlare molto delle donne e del loro ruolo fondamentale per avere un’economia più equa e solida, considerato che il Welfare continua a condizionare moltissimo le aspirazioni di vita e di lavoro delle donne. Sono loro e i giovani la vera energia che serve per costruire il futuro».

Ci aspetta però una recessione, a quanto pare: non solo tecnica, ma fin troppo palpabile e preoccupante…
«Nella relazione partiremo dalla tutela dei redditi medio-bassi in un momento così complesso e delle imprese perché la loro sopravvivenza è una questione di sicurezza nazionale. Certamente prevediamo una stagnazione dell’economia nel prossimo anno che ci impedirà di vedere proseguire ancora il fortissimo rimbalzo post pandemico. Ma è proprio ora che i redditi più deboli devono essere sostenuti perché anche attraverso di loro si sostiene tutta l’economia nazionale. Lo diremo chiaramente e ne approfondiremo molti aspetti».

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