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Prezzi, inflazione in aumento: ecco le città dove la vita costa di meno. Roma sotto la media

L'inflazione pesa sulle famiglie più numerose
L'inflazione pesa sulle famiglie più numerose
di Roberta Amoruso
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 13 Agosto 2022, 16:12 - Ultimo agg. : 18:05
5 Minuti di Lettura

L’inflazione è per tutti alle stelle ma in Italia ci sono posti dove si sente di meno. Se a Trento e Bolzano va il record del caro-prezzi, a Campobasso invece la vita costa meno che nel resto della penisola. La classifica è dell’Unione nazionale consumatori (Unc), che ha elaborato i dati dell’Istat di luglio ed ordinato le città italiane in base ai rincari.

APPROFONDIMENTI
Prezzi, stangata da 1.500 euro a famiglia. Terni settima in Italia per i rincari alimentari: +11,5%. Perugia stangata per i prodotti energetici: +65,9%

Prezzi, stangata da 1.500 euro a famiglia. Terni settima in Italia per i rincari alimentari: +11,5%. Perugia stangata per i prodotti energetici: +65,9%

PREZZI TOP IN TRENTINO

Quelle del Trentino Alto Adige sono al primo posto, un record che costerà alle famiglie 2.521 euro in più all’anno. Non si tratta più soltanto di aumenti dell’energia: l’Istat ha confermato che la crescita dei prezzi del cosiddetto «carrello della spesa», che si porta a +9,1%, registra un aumento che non si osservava da settembre 1984. A Tento e Bolzano l’ inflazione viaggia attorno al 10%, la più alta d’Italia. A Bologna è all’8,6%, e comporta un aumento della spesa di 2.145 euro, mentre a Firenze si registra un +8,6% per 2.006 euro in più. La città più virtuosa è Campobasso, con un’ inflazione del 6,9% e una spesa aggiuntiva per una famiglia pari a 1.263 euro. Seguono Catanzaro (+7,1%, +1.326 euro) e Bari (+7,8%, +1.354 euro).

ROMA SOTTO LA MEDIA

A Roma c’è un’ inflazione al 7,5%, inferiore alla media nazionale, con una spesa maggiore di 1.756 euro rispetto all’anno scorso. A Napoli i prezzi sono aumentati del 7,6% e la spesa è maggiorata di 1.538 euro. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi del 7,7% implica un’impennata del costo della vita pari a 2.001 euro. In attesa che il rialzo dei tassi deciso dalla Bce faccia effetto, l’Istat conferma la stima preliminare di luglio: nel mese i prezzi sono cresciuti dello 0,4% su giugno e del 7,9% su luglio 2021 (da +8,0% del mese precedente). E sebbene i prezzi dei beni energetici siano in rallentamento, l’Istat sottolinea che le tensioni inflazionistiche si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici. Il cosiddetto «carrello della spesa», che comprende i prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona, è salito da +8,2% a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984. Coldiretti fa i conti: gli italiani spenderanno 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, non solo per l’ inflazione ma anche a causa del taglio dei raccolti per la siccità. I prezzi della frutta fresca aumentano su base annua del +8,8% - continua Coldiretti - mentre quelli dei vegetali freschi del +12,2%. La categoria per la quale si spenderà complessivamente di più è pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo di quasi 115 euro, mentre carne e salumi costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure aumenteranno di 81 euro.

PRANZI E LUCE

Se in Italia i prezzi dei Prodotti alimentari e le bevande analcoliche sono saliti a luglio del 10% su base annua, determinando già una stangata pari in media a 564 euro a famiglia, in molte città è andata ancora peggio. A guidare la classifica  della città peggiori in questo caso  è Cosenza dove per cibo e bevande si registra un rialzo del 13,1% rispetto a luglio 2021, +847 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media. Al secondo posto Viterbo, con un incremento dei prezzi del 12,8% e un aggravio annuo pari a 713 euro, al terzo Imperia dove mangiare costa il +12,7% in più, pari a 680 euro. Seguono Sassari (+12,4%, 569 euro), Ascoli Piceno (+12,2%, 664 euro), al sesto posto Catania (+9,5%, +551 euro), poi Verona e Terni (entrambe +11,5%, rispettivamente 621 e 690 euro), e Padova, Forlì-Cesena, Arezzo e Olbia-Tempio (+11,4% per tutte). Va considerato, poi, che le somme in euro si riferiscono a una famiglia media.

FAMIGLIE NUMEROSE LE PIÙ COLPITE

La situazione per i nuclei più numerosi è decisamente peggiore. Per l’Italia si passa dalla media di 564 euro, a 769 euro per una coppia con 2 figli, 919 euro per le coppie con 3 o più figli. Analoga progressione vale anche per le singole città. Sull’altro versante, la città più risparmiosa per mangiare e bere è Bergamo, dove i prezzi crescono “solo” del 7%, pari a una spesa aggiuntiva di 400 euro. Medaglia d’argento per Cremona (+7,3%, +418 euro) e sul gradino più basso del podio Parma (+7,7%, +412 euro). Bene anche Como (+8,1%, 463 euro), Milano (+452 euro), Aosta e Piacenza (+8,3% per tutte e 3).

IL CARO-BOLLETTA

Per Energia elettrica, gas e altri combustibili, voce che include gas, luce (mercato tutelato e libero), gasolio per riscaldamento e combustibili solidi, se in Italia il rincaro a luglio è stato già spaziale, +59,2% il dato tendenziale, con una mazzata a famiglia pari in media a 798 euro su base annua, in alcune città si è avuto addirittura un raddoppio rispetto allo scorso anno. A vincere la classifica dei cittadini più bastonati è Bolzano, dove le spese per luce e gas decollano del 107,3% su luglio 2021, medaglia d’argento a Trento, +105,2%, anche qui oltre il doppio. Sul gradino più basso del podio Perugia (+65,9%). Seguono Terni (+65%), Teramo (+64,4%), al sesto posto Varese e Lodi (+63,6% per entrambe), poi Milano e Catania (+63,5% per ambedue). Chiude la top ten Brescia con +63,4%. Le città meno tartassate sono Genova (+51,1%), al secondo posto Reggio Calabria (+51,7%), medaglia di bronzo a Benevento (+51,8%). Tra le grandi città bene anche Napoli, all’ottavo posto delle virtuose con +52,6% e Torino che chiude la top ten delle migliori con +52,7%.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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