Quarantena Covid non più a carico dell'Inps: rischiano di pagare i lavoratori. Ecco quanto costa

L'Inps non pagherà più ai lavoratori la quarantena fiduciaria Covid
L'Inps non pagherà più ai lavoratori la quarantena fiduciaria Covid
di Roberta Amoruso
Domenica 29 Agosto 2021, 15:12 - Ultimo agg. 15:22
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Ritorno dalle vacanze nuove regole anche sulla quarantena fiduciaria. In caso di contatto con una persona risultata positiva al Covid, è prescritta la quarantena obbligatoria: si tratta di dieci giorni per chi non è vaccinato, ma è ridotta a sette per chi lo è. Questo lo schema previsto già a luglio. Ma ora c’è una novità per i lavoratori. E a comunicarla è stato proprio l’Inps iò 6 agosto scorso: l’assenza per quarantena non sarà più a carico dell’Istituto.

Un altro salasso per le imprese italiane in vista della ripresa post ferie e delle riaperture, denuncia Unimpresa che avverte: «La quarantena dei dipendenti, non più considerata “malattia” dall’Inps, a causa dell’ennesimo pasticcio normativo, sarà di fatto scaricata sui datori di lavoro.

Tutto questo con un costo di circa 1.000 per dipendente».

I RISCHI

Le aziende, infatti, dicono dalla’Associazione, dovranno inevitabilmente «coprire» il mancato riconoscimento, da parte dell’Inps, delle prestazioni pagate in durante le assenze per malattia e, fino allo scorso 6 agosto, riconosciute anche a chi, per legge, viene obbligato a restare nel proprio domicilio, quindi senza poter lavorare, nel caso di contatto stretto con persona contagiata dal Covid. Il rischio, aggiunge Unimpresa, è che, se le aziende non copriranno le prestazioni Inps, per i lavoratori ci sarà un danno in busta paga tra i 600 e i 700 euro, in media, per 10 giorni di assenza».

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Considerando tre settimane di assenza, invece, cioè il periodo più lungo per l’isolamento fiduciario con scarsi sintomi, che corrispondono a 15 giorni lavorativi, la retribuzione mensile potrebbe calare di 950-1.000 euro. Per le imprese si tratterebbe in ogni caso di fare i conti con un danno, che potrebbe essere doppio: gestire l’assenza di personale, che in caso di contagi aziendali potrebbe addirittura dimezzarsi, quindi con conseguenze sull’operatività aziendale, e, contemporaneamente, subire un peso per l’eventuale compensazione dei “buchi” nelle retribuzioni dei dipendenti.

La preoccupazione è maggiore per i lavoratori cosiddetti “fragili”, «quelli che più di ogni altra categoria avrebbe dovuto essere tutelata e protetta, saranno coperti soltanto fino a giugno 2021, dopodiché anche per loro si apre un buco che qualcuno dovrà coprire e tutto questo nelù momento in cui purtroppo i dati sui contagi riprendono ad aumentare», dicono da Unimpresa.

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L'INDENNITÀ

Allarme anche tra i sindacati, che hanno scritto al governo. In una missiva i firmata da Cgil, Cisl, Uil (Rossana Dettori, Angelo Colombini, Ivana Veronese) e inviata ai ministri Andrea Orlando e Daniele Franco che ha come oggetto «Tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti del settore privato in quarantena», i sindacati chiedono un intervento normativo urgente.

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