Fmi: «L'Italia a rischio recessione nei prossimi mesi, pesa il caro energia»

Fmi: «L'italia a rischio recessione tecnica nei prossimi mesi, pesa il caro energia»
​Fmi: «L'italia a rischio recessione tecnica nei prossimi mesi, pesa il caro energia»
Martedì 11 Ottobre 2022, 15:57 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 07:00
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Rischio recessione per l'Italia. Per il prossimo anno però si prevede su «forte rallentamento in gran parte dovuto ai prezzi dell'energia ma anche all'impatto della stretta monetaria». Lo afferma il capo economista del Fmi, Pierre Olivier Gourinchas. Anche se nel 2022 «c'è stata un revisione positiva della crescita per il 2022».

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I rischi all'outlook sono al ribasso e dipendendo dai prezzi dell'energia.

All'Italia il Fmi consiglia, così come agli altri paesi, di sostenere i più deboli invece e di assicurarsi che il debito sia in traiettoria di calo.

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Pressioni inflazionistiche e rallentamento cinese

Nubi di tempesta si addensano sull'economia globale fra l'invasione dell'Ucraina, le pressioni inflazionistiche e il rallentamento della Cina. E se il 2022 si sta rivelando un anno difficile, il 2023 lo sarà ancora di più. Insomma «il peggio deve ancora venire» secondo il Fondo Monetario Internazionale.

Le stime

Una previsione che si riflette nella revisione al ribasso delle stime di crescita globali per il 2023, quando la crescita «rallenterà al 2,7% con un 25% di probabilità che scenda sotto il 2%», avverte il capo economista Pierre-Olivier Gourinach. Al 2,7% il «profilo di crescita è il più debole dal 2001 fatta eccezione per la crisi finanziaria globale e la fase acuta del Covid e riflette il significativo rallentamento delle maggiori economie», spiegano gli esperti di Washington mettendo in evidenza come i rischi all'outlook sono al ribasso e l'economia si trova a «navigare acque agitate».

 

Le ripercussioni della guerra

La guerra in Ucraina sta avendo «severe ripercussioni economiche in Europa con più alti prezzi dell'energia, una più debole fiducia dei consumatori e un rallentamento dell'attività manifatturiera», osserva il Fmi precisando come a limitare i progressi economici continua a essere anche il Covid. Ecco di seguito una tabella con le nuove stime di crescita del Fmi. Fra parentesi sono riportate le variazioni in punti percentuali rispetto alle previsioni di luglio.

L'azione delle banche centrali

Le banche centrali devono continuare ad agire in modo risoluto per riportare l'inflazione al loro target. Lo afferma il Fmi, sottolineando che l'elevata incertezza sull'outlook rende più difficile per gli istituti centrali offrire una guidance esplicita e precisa. «Una chiara comunicazione, l'impegno a centrare gli obiettivi dei loro mandati e la necessità di normalizzare la loro politica è cruciale per preservare la credibilità ed evitare una non voluta volatilità del mercato», osserva il Fondo. I prezzi al consumo a livello globale sono previsti salire del 4,7% del 2021 all'8,8% nel 2022, per poi calare al 6,5% nel 2023.

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