Recovery plan, gli agenti marittimi: «Subito misure di emergenza»

Recovery plan, gli agenti marittimi: «Subito misure di emergenza»
di Antonino Pane
Venerdì 15 Ottobre 2021, 20:00
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«L’asse dei traffici marittimi si sta spostando verso Sud dell’Europa, il Mediterraneo riconquista la sua centralità polarizzando circa il 20% dei traffici marittimi mondiali e il 27% dei traffici container. Ma l’Italia è pronta a cogliere queste opportunità? Alessandro Santi, presidente degli agenti marittimi, ha chiesto di realizzare nuove infrastrutture con i fondi del Pnrr e del Recovery plan. Dall’assemblea generale degli agenti marittimi, dunque, è scaturito un quadro tutt’altro che rassicurante sullo stato di salute della portualità italiana. «Bisogna cogliere queste opportunità - ha detto Santi - e  sfruttare una contingenza forse unica per il suo rilancio. Un quadro talmente grave da giustificare l’istituzione di un gabinetto di guerra, un centro decisionale dotato di pieni poteri che non sfoci nella solita e inutile cabina di regia».

E poi i dati. L’Italia è solo al decimo posto tra i Paesi del Mediterraneo per volumi intercettati tra quelli transitanti nel Mediterraneo: «Fanno meglio di noi - ha sottolineato Santi - la Grecia, la Spagna ma anche prepotentemente i porti del nord Africa.

Solo il 3% dell’import/export da e per la Cina, che usa porti italiani, transita verso altri Paesi europei. Insomma siamo i peggiori: Olanda 49%, Grecia 57%, Belgio 39% e anche Germania (23%). La World Bank ci colloca al 19 posto (2018) nella statistica del Logistics Performance Index che stima l’efficienza delle catene logistiche dei paesi prendendo in considerazione sia le infrastrutture fisiche che quelle immateriali».

E poi i costi. «Cassa Depositi e Prestiti - ha detto Santi - stima per le aziende italiane extra costi logistici superiori al 10% rispetto a livello medio dei loro competitor europei. Un quadro che impedisce all’Italia di cogliere le opportunità post-pandemia, di pensare a servizi in funzione del re-shoring di imprese in Europa o alle conseguenze potenzialmente positive della transizione energetica».

Secondo gli agenti marittimi occorrono subito misure di emergenza nazionale; interventi in grado di garantire l’accessibilità dei porti sia dal mare (molti scali corrono incontro a un blocco a causa degli insufficienti dragaggi dei fondali) che da terra (Genova assediata dai Tir e da autostrade disastrate).

E non casualmente Santi ha anche fatto esplicito riferimento a una grande alleanza fra tutto il mondo imprenditoriale che insiste sul cluster marittimo, rendendosi conto per tempo che senza misure di cambiamento radicale anche i progetti del Recovery Plan non potranno produrre nulla di concreto.

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