Reddito di cittadinanza, formazione al via. Spunta il salva-Navigator

Il ministro Orlando ha firmato il decreto. Per le “competenze” sul piatto 2,4 miliardi. Confindustria boccia gli investimenti del Pnrr destinati ai centri per l’impiego

Reddito di cittadinanza, nel Dl Recovery arriva il "salva navigator": ecco cosa cambia
Reddito di cittadinanza, nel Dl Recovery arriva il "salva navigator": ecco cosa cambia
di Francesco Bisozzi
Venerdì 10 Dicembre 2021, 19:41 - Ultimo agg. 11 Dicembre, 09:47
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Un piano per formare i beneficiari del reddito di cittadinanza e di altre prestazioni di sostegno al reddito, come la Naspi. E altri sei mesi di “vita” per i navigator, il cui contratto è in scadenza a fine anno. L’obiettivo è smaltire lo stock di disoccupati che pesano sulle casse dello Stato e nel contempo aiutare in maniera mirata le imprese a coprire la carenza di manodopera qualificata, così da agevolare il consolidamento della ripresa.
Vale circa 2,4 miliardi di euro il Piano Nazionale Nuove Competenze”: focalizzato sulle professionalità digitali, il piano ieri ha ottenuto il via libera del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha firmato il decreto di adozione. Dunque, oltre metà delle risorse destinate dal Pnrr alle politiche attive per il lavoro, 4,4 miliardi di euro in tutto, andranno alla formazione. La platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, calato a terra dai Cinquestelle due anni fa, è cresciuta esponenzialmente durante la pandemia, perciò pesano ancor più i mancati inserimenti lavorativi dei percettori occupabili. Per tentare di superare il problema, il governo ha previsto in manovra un ulteriore miliardo per lo strumento. 

Reddito di cittadinanza, misura costosa

Una decisione fortemente criticata dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ieri è tornato all’attacco definendo il reddito di cittadinanza un fallimento totale: «Mettere in manovra un ulteriore miliardo su uno strumento che non sta funzionando è sbagliato. Si tratta di una misura che costa quasi nove miliardi di euro l’anno, risorse che potrebbero essere utilizzate nel contrasto alla povertà in una maniera più efficiente».
Il presidente degli industriali ha più volte criticato i centri per l’impiego, spiegando che intercettano solo una minima parte delle offerte lavorative in circolazione. «Utilizzare 4 miliardi di euro per queste strutture rappresenta un altro errore», ha aggiunto il presidente di Confindustria. «Parole inaccettabili» per il leader Cgil, Maurizio Landini.

Intanto un emendamento al decreto Recovery, depositato in commissione Bilancio della Camera, apre a un’ulteriore proroga del contratto dei navigator, in scadenza alla fine del mese. Adesso che il capolinea della loro esperienza è dietro l’angolo, c’è chi teme che la loro uscita di scena si traduca in un ulteriore indebolimento dei centri per l’impiego. La norma salva-navigator contenuta nell’emendamento prevede che potranno essere impiegati per altri sei mesi, ovvero fino al «completamento delle procedure di selezione e di assunzione del personale da destinare ai centri dell’impiego».

 

Le altre iniziative

Tornando invece al Piano Nuove Competenze, nella premessa al decreto viene spiegato che «ha l’obiettivo di riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati, mediante il rafforzamento del sistema della formazione professionale e la definizione di livelli essenziali di qualità per le attività di upskilling e reskilling in favore dei beneficiari di strumenti di sostegno (Naspi e Dis-coll), dei percettori del reddito e dei lavoratori che godono di strumenti straordinari o in deroga di integrazione salariale, come la Cigs».
Così il ministro del Lavoro: «Il piano integrerà anche altre iniziative, riguardanti le misure in favore dei giovani, quale il rafforzamento del sistema duale, e dei Neet, oltre che le azioni per le competenze degli adulti, a partire dalle persone con competenze molto basse». Più nel dettaglio, sono tre i programmi guida inseriti nel Piano nazionale nuove competenze. Il programma di Garanzia di occupabilità dei lavoratori, il sistema duale per i giovani tra i 15 e i 25 anni e il Fondo nuove competenze rivolto ai lavoratori delle imprese che hanno stipulato intese o accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro, in risposta alle innovazioni di processo e di organizzazione degli occupati. I target collegati al Piano nazionale di ripresa e resilienza prevedono che alla fine del 2022 vengano formati (e possibilmente occupati) almeno 300mila percettori di prestazioni di sostegno al reddito, dal reddito di cittadinanza alla Naspi alla cassa integrazione straordinaria. Nel periodo tra gennaio e ottobre di quest’anno i nuclei percettori di reddito di cittadinanza sono stati circa 1,5 milioni. A ottobre la misura ha raggiunto 1,2 milioni di nuclei, cui vanno sommate 138mila famiglie con pensione di cittadinanza, per una spesa complessiva che il mese scorso ha rasentato i 740 milioni. Di questo passo la misura costerà quest’anno attorno ai 9 miliardi di euro, due in più rispetto al 2020. 

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