Salario minimo legale, cos’è e perché si parla di una riforma

Salario minimo legale, cos’è e perché si parla di una riforma
​Salario minimo legale, cos’è e perché si parla di una riforma
Venerdì 20 Maggio 2022, 15:58 - Ultimo agg. 21 Maggio, 14:49
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Sul salario minimo l’Europa si muove a macchia di leopardo. Dei 27 Paesi europei Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia non lo hanno ancora. L'entità è piuttosto variabile: va dai 332 euro al mese in Bulgaria ai 2.202 in Lussemburgo (naturalmente bisogna tener conto delle differenze nel livello dei prezzi). Delle differenze e opportunità ne parla l’Avv. Gian Marco Lettieri, giuslavorista presso lo studio CMS Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni.

Perché si parla di salario minimo legale?

La retribuzione media annua lorda in Italia ammonta a circa 28.500 euro (dati 2022) pari all’80,9% della media UE.

Un francese medio guadagna 38.187 euro. Ne consegue un maggior rischio di povertà lavorativa rispetto ai maggiori Paesi europei. E come sempre accade, i più colpiti sono giovani e donne. Il salario minimo orario, annunciato dal Ministro del Lavoro e dal segretario del PD, fissando una soglia inderogabile di retribuzione, dovrebbe rimediare in tutto o in parte a questo problema. Bisogna inoltre considerare che Paesi come Francia, Germania, Spagna, hanno tutti una forma di salario minimo legale. 

Nella pratica, in cosa consisterebbe il salario minimo legale?

In poche parole, il compito di determinare il livello minimo verrebbe affidato alla legge. Quindi ci sarebbe un singolo importo, universale, al di sotto del quale il datore non potrebbe legittimamente assumere. E’ anche possibile che per diversi settori vengano stabiliti differenti minimi salariali. Le varie proposte di riforma che si sono susseguite negli ultimi anni sembrano oscillare tra gli 8 e i 10 euro all’ora. 

Quali conseguenze potrebbe portare l'introduzione di un salario minimo?

C'è un rischio di fuga nel sommerso, per cui una soglia di salario minimo troppo elevata finirebbe paradossalmente per sottrarre tutele ai lavoratori. Una soglia di salario minimo troppo bassa, invece, rischierebbe d'altro canto di essere inefficace, ovvero di omogenizzare verso il basso le tutele. C'è poi una questione per cui l'universalizzazione del salario minimo non terrebbe conto delle disparità oggettive nel potere di acquisto dei lavoratori, che è tutt'altro che omogeneo su tutto il territorio. Una retribuzione mensile di mille e trecento euro, considerando un salario minimo orario di 8 euro, può garantire uno standard di vita tutto sommato accettabile a Reggio Calabria ed uno insostenibile a Milano.

Perché occorre una riforma?

Perché occorrerà tutelare i lavoratori dalle crisi economiche che ormai non sono più cicliche ma strutturali, e dall’altro lato perché la garanzia di un salario equo è una priorità a livello comunitario, ed è ora che l’Italia riesca ad allinearsi con gli altri Paesi europei.

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