Sciopero benzinai, revocato il secondo giorno: oggi servizi regolari

La riunione è stata convocata all'indomani dell'incontro convocato d'urgenza dal ministro delle Imprese Adolfo Urso per scongiurare lo sciopero ed evitare disagi agli automobilisti

Sciopero benzinai, stamattina nuovo vertice: si lavora per fermare già da stasera la protesta
Sciopero benzinai, stamattina nuovo vertice: si lavora per fermare già da stasera la protesta
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 11:34 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 14:30
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Sciopero benzinai: revocato il secondo giorno. Lo sciopero dei benzinai si ferma a metà strada dopo le prime 24 ore anche per i gestori di Fegica e di Figisc-Anisa Confcommercio. Ma non perché le risposte ottenute al quarto incontro, convocato in tarda mattinata al ministero delle Imprese per chiarimenti tecnici, siano state soddisfacenti. Tutt'altro. È stato fatto «per gli automobilisti, non certo per il governo» hanno spiegato le due sigle sostenendo che «uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto. I cittadini italiani hanno capito» che il Governo, «ha incautamente scaricato sui gestori la responsabilità dell'aumento dell'accisa e li ha indicati come i veri speculatori», ha ribadito in mattinata Roberto Di Vincenzo, presidente della Fegica.

Sciopero benzinai, la revoca di Fegica e Figisc 

La chiusura dei distributori, secondo i dati diffusi dalle tre organizzazioni - anche la Faib Confesercenti - ha visto un'adesione dell'80-90% al netto delle precettazioni, dei gestori diretti e qualche pompa bianca, pari a 12-13mila impianti sui 22mila totali. Un'adesione ritenuta alta «nonostante una forte attività delle prefetture per precettare - ha spiegato il presidente della Figisc Confcommercio Bruno Bearzi - Un accanimento che non ho mai visto in 30 anni che faccio sindacato». Sulla revoca dello sciopero, il ministro (impegnato a Bruxelles) in serata ha detto soddisfatto che «è stato apprezzato l'impegno continuo del Governo a migliorare il testo del decreto legge che mantiene fisso il principio della trasparenza a beneficio sia dei consumatori che degli stessi gestori. Soprattutto è stata riconosciuta l'importanza dell'insediamento di un tavolo permanente per il riordino complessivo del settore». La convocazione dal capo di gabinetto del Mimit sui contenuti dell'emendamento che sarà presentato alla Camera è arrivata alle tre sigle mentre erano riunite in un'assemblea pubblica vicino a Montecitorio.

L'incontro «ha confermato il persistere di molte criticità» hanno precisato Fegica e Figisc Confcommercio (ciascuna dice di avere intorno agli 8-9mila iscritti). «Insistere nell'azione di sciopero per ottenere ascolto dal Governo non ha più alcuna ragione di essere» hanno quindi deciso. Ma «la mobilitazione rimane in piedi» ha avvertito il presidente di Fegica, Roberto Di Vincenzo, annunciando che si attende «l'esito del tavolo dell'8 febbraio» sulla riforma del settore a cui i gestori hanno chiesto di includere anche i punti contestati del decreto Trasparenza e oggetto della vertenza ovvero l'esposizione del cartellone con il prezzo medio regionale dei carburanti e le sanzioni in caso di inadempienza. La Faib Confesercenti (7mila iscritti), già dopo la riunione di ieri con Urso - aveva ridotto da 48 a 24 ore la protesta che ha visto la chiusura sulla rete stradale dalle 19 e su quella autostradale alle 22. Un passo indietro ritenendo «positive le aperture presentate e già formalizzate con un emendamento al decreto legge».

Un emendamento che secondo Fegica e Figisc «il governo ha preparato solo in parte, ed è stato uno dei motivi per i quali non c'è stata la possibilità di esprimere un giudizio compiuto». Il decreto, «non ci ha visto protagonisti nella stesura», ha spiegato Bearzi ricordando che il provvedimento «è ormai in X commissione» Attività produttive della Camera «e mi auguro che ci siano modifiche di buon senso portate dal governo e dalle opposizioni.

Questo porta in là di due mesi l'entrata in vigore del testo che dovrà andare al Senato. C'è tempo per migliorarlo». Il confronto «si sposta in Parlamento dove i benzinai hanno già avviato una serie di incontri con tutti i gruppi parlamentari». Fegica e Figisc osservano che «le proposte emendative del Governo al suo stesso decreto non rimuovono l'intenzione manifesta di individuare i benzinai come i destinatari di adempimenti confusi, controproducenti oltreché chiaramente accusatori». Chiaro, aggiungono, «che ogni tentativo di consigliare al Governo ragionevolezza e concretezza non può o non vuole essere raccolto». Lo sciopero è stato considerato un flop dall'Angac (associazione dei gestori autonomi) secondo cui «la categoria è disarmata e delusa» e si propone come alternativa alle tre sigle. Un flop anche secondo Assoutenti che chiede al Governo interventi sulla trasparenza da parte delle compagnie petrolifere. Il Codacons stima che la corsa al pieno avrebbe fatto incassare all'Erario poco meno di un miliardo.

Le adesioni nel primo giorno

Intanto è dell'80-90% l'adesione allo sciopero dei benzinai sulla rete stradale, al netto delle precettazioni, dei gestori diretti e qualche pompa bianca, pari a 12-13mila impianti sugli 22mila totali. Lo si apprende da fonti Faib che ha 7mila iscritti e ha avuto i dati dal territorio. 

Le sigle divise

La riunione è stata convocata all'indomani dell'incontro convocato d'urgenza dal ministro delle Imprese Adolfo Urso per scongiurare lo sciopero ed evitare disagi agli automobilisti. La Faib, unica presente all'incontro perché le altre due sigle hanno partecipato da remoto collegati via web, ha «ritenuto positive le aperture presentate e già formalizzate con un emendamento al decreto legge» e ha deciso di ridurre a un solo giorno la mobilitazione. Di avviso diverso Fegica e Figisc-Anisa che pure hanno apprezzato lo sforzo del ministro. Lo sciopero sulla rete stradale è cominciato ieri alle 19 mentre alle sulle autostrade.

Gli orari

I gestori incroceranno le braccia dalle 19 di martedì, 24 gennaio, e fino alle 19 di giovedì 26 nella viabilità ordinaria (area urbana e extraurbana). Sulla rete autostradale invece lo sciopero inizierà sempre questa sera, ma dalle 22, e proseguirà fino alle 22 di giovedì.

Servizi minimi garantiti

Aalcuni servizi essenziali sono assicurati, come previsto dal codice di autoregolamentazione della commissione per lo sciopero nei pubblici servizi. In particolare sulla viabilità ordinaria (in città e nelle aree extraurbane) è garantita l'apertura del 12,5% dei punti vendita, mentre sulla rete autostradale, da nord a sud e da sud a nord, è assicurata l'apertura di un'area di servizio ogni 100 km. 

Lista degli impianti aperti

È stata individuata dalle prefetture per gli impianti in città e nelle aree extraurbane, mentre la lista dei distributori aperti in autostrada è stabilita dalle regioni. 

Impianti aperti in autostrada: secondo quanto pubblicato sul sito della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome (www.regioni.it), saranno 175 gli impianti attivi nei due giorni di sciopero sull'intera rete autostradale, sul Grande Raccordo Anulare di Roma, sulla tangenziale di Napoli e su alcune strade consolari equamente distribuite in tutta Italia. In particolare rimarranno aperte 19 stazioni di servizio sull'autostrada A1, 10 sulla A3, 15 sulla A4, 3 sulla A5, 4 sulla A6, 5 sulla A7, 2 sulla A8-A9, 6 sulla A10, due sulla A11, 8 sulla A12, 4 sulla A13, 20 sulla A14, 4 sulla A15 e sulla A16, 3 sulla A18 e sulla A19, 2 sulla A20, 6 sulla A21, 7 sulla A22, 2 sulla A23, 3 sulla A24, 2 sulla A25, 6 sulla A26, 2 sulla A27, sulla A28,sulla A30 e sulla A31, 3 sulla A32 e sulla A50, due sulla A51, una sulla A52, 4 sulla A55, 2 sulla A57, 3 sulla tangenziale di Napoli, 4 sul Gra e 2 sulla Roma-Fiumicino. 

Impianti direttamente gestiti dai proprietari

In Italia, secondo la Fegica, su 22mila distributori ce ne sono un paio di migliaia di diretta gestione da parte delle compagnie petrolifere e per questo «ragionevolmente rimarranno aperti». Rimarranno aperti ad esempio gli impianti aderenti all'Asnali, l'Associazione nazionale autonoma liberi imprenditori, i cui associati non aderiranno ad alcuna forma di protesta. 

Self service chiusi e Autogrill aperti

Fegica ricorda che chi sciopera chiude tutto, anche le pompe self service, mentre chi tiene aperto garantisce tutti i servizi normalmente offerti. In autostrada, anche nel caso di un impianto di carburanti chiuso, i servizi di ristorazione sono indipendenti e resteranno aperti 

La norma

Secondo quanto stabilito dalla Commissione di Garanzia dell'Attuazione della Legge sullo Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali, per la rete stradale potranno essere individuati impianti sulla scorta di espresse richieste da parte delle Prefetture competenti, al fine di consentire i rifornimenti a mezzi di amministrazioni ed enti pubblici (soccorso di polizia di pronto intervento etc.) che non dispongano di autonome capacità di rifornimento. Per la rete della viabilità ordinaria urbana ed extraurbana, dovrà essere mantenuto in servizio un numero di stazioni di rifornimento non inferiore al 50% degli esercizi aperti nei giorni festivi secondo i turni programmati. L'individuazione di tali stazioni dovrà essere effettuata dal Prefetto per la viabilità urbana e per quella extraurbana. Per la rete autostradale, escluse le diramazioni, dovranno essere garantite le prestazioni indispensabili assicurando i servizi di emergenza e i rifornimenti dei mezzi di soccorso e di polizia; le stazioni di servizio in funzione nell'autostrada dovranno rimanere aperte in misura non inferiore ad una ogni cento chilometri; l'individuazione delle stazioni di servizio, di cui è comandata l'apertura, dovrà essere effettuata dai Presidenti delle Regioni interessate o da un loro delegato.

Motivazioni dello sciopero

«Il governo - spiegano i responsabili della Fegica - aumenta i prezzi della benzina con interventi sulle accise ma ha scaricato le responsabilità sui benzinai definendoli speculatori. E questo anche dopo che è stato appurato da Mister prezzi che comportamento dei benzinai è in linea con i movimenti delle accise». I gestori affermano quindi che «prima vogliamo ristabilire la verità e poi vogliamo avere un governo che faccia il governo e cioè che intervenga sui problemi endemici di questo settore che ne ha anche sul piano della legalità, basti pensare che 13 miliardi di euro l'anno vengono evasi dalla piccola criminalità, visto che 7000 impianti sono nelle mani della mafia ed il 30% carburanti venduti in Italia è clandestino».

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