Statali, Brunetta: «Smart working se migliora efficienza, altrimenti si torna in ufficio. Servono 150mila assunzioni l'anno»

Statali, Brunetta: «Smart working se migliora efficienza, altrimenti si torna in ufficio»
Statali, Brunetta: «Smart working se migliora efficienza, altrimenti si torna in ufficio»
Lunedì 12 Aprile 2021, 12:16 - Ultimo agg. 13 Aprile, 09:32
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Per ripristinare il turn over pieno nella pubblica amministrazione bisognerebbe assumere 150.000 giovani l'anno: il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta difende le nuove regole di reclutamento del personale pubblico dopo gli attacchi di questi giorni e sottolinea la necessità di svecchiare l'amministrazione e di immettere forze giovani in un Paese che ha «svilito e desertificato il proprio capitale umano pubblico» con anni di blocco del turn over. In una conversazione nel corso dell'evento organizzato dalla società di consulenza Pwc: «Italia 2021: è tempo di ricostruire» Brunetta ha affrontato anche la questione smart working nella pubblica amministrazione chiarendo che il lavoro a distanza sarà utilizzato solo se migliora l'efficienza del sistema e se il consumatore finale, ovvero l'utilizzatore dei servizi pubblici, potrà essere comunque soddisfatto con questa nuova modalità di lavoro. 

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I messaggi

E su questo c'è stato un botta e risposta con la ministra Dadone che ha affermato come da gennaio siano i dirigenti a stabilire quali sono le attività che possono essere svolte in smat e le persone che possono lavorare a distanza.

Sui concorsi resta alta la polemica dopo la pubblicazione del decreto 44/2021 che semplifica le procedure per il reclutamento del personale non dirigenziale valorizzando i titoli e prevedendo una sola prova scritta e una orale in videoconferenza che diventa «eventuale» in questa fase di emergenza. Sulla pagina Facebook del ministro ci sono centinaia di messaggi che chiedono di cambiare l'articolo 10 del decreto (quello che semplifica le procedure dei concorsi) e molte richieste di mantenimento della prova preselettiva. «Leggendo i social in questi giorni - ha detto Brunetta - avrete visto che c'è stata un'ondata di reazioni impaurite di giovani sulle cose che stiamo dicendo capitanati dai loro cattivi maestri». Il riferimento è a un articolo dei giorni scorsi dell'ex presidente Inps, Tito Boeri che criticava le nuove regole. «Per ripristinare un minimo di turn over serio qualitativo e quantitativo- ha osservsato Brunetta - ci vogliono 150.000 giovani l'anno». La parte della nuova normativa che preoccupa molti giovani che scrivono contro le nuove regole è quella che riguarda la fase di valutazione dei titoli ai fini dell'ammissione alle successive fasi concorsuali. 

 

Smart working

Questi e l'eventuale esperienza professionale, inclusi i titoli di servizio, si legge nel decreto «possono concorrere alla formazione del punteggio finale». L'altra preoccupazione riguarda la sola eventualità della prova orale per i concorsi che si tengono nella fase di emergenza. «Il nostro Paese - ha detto Brunetta - ha svilito, desertificato il proprio capitale umano pubblico. Questa è l'Italia di oggi. Abbiamo una grande occasione con il Recovery, con i 200 miliardi che l'Europa ci dà per ripartire con gli investimenti pubblici e privati e per reinvestire nel capitale umano. Sto cambiando - ha spiegato parlando di una cosa »difficilissima« - le regole del gioco del reclutamento dei dipendenti pubblici. Se non cambi le regole del reclutamento non si può fare ricambio generazionale». Sullo smart working Brunetta ha detto che l'obiettivo deve essere comunque l'efficienza e che le modalità andranno disciplinate nei nuovi contratti di lavoro. «Ho dovuto vedere in giro degli sportelli - ha pecisato - con su scritto: »chiuso per smart working«. Da lì sono partito per dare la risposta a questa tematica. Una forma di lavoro complessa che mette insieme stili di vita, organizzazione del lavoro, produttività, efficienza, eccetera con la customer satisfaction. Io ho detto ai miei che la pubblica amministrazione utilizzerà lo smart working solo se migliorerà l'organizzazione del lavoro, l'efficienza del lavoro e aumenterà la soddisfazione del cliente. Solo se queste tre cose ci saranno contemporaneamente nel nuovo processo organizzativo ci sarà lo smart working sennò no, si ritornerà sul posto di lavoro».


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