Smart working, proroga per genitori e fragili nel pubblico e nel privato: via libera fino al 30 giugno

Sarà possibile anche in assenza degli accordi individuali e «a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione»

Smart working, proroga per genitori e fragili: via libera fino al 30 giugno
Smart working, proroga per genitori e fragili: via libera fino al 30 giugno
Giovedì 9 Febbraio 2023, 13:20 - Ultimo agg. 11 Febbraio, 08:41
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Smart working, arriva l'attesa proroga al 30 giugno 2023 per i lavoratori fragili e per i genitori con figli minori di 14 anni nel settore pubblico e privato anche in assenza degli accordi individuali e «a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione». È quanto prevede un emendamento al Milleproroghe presentato dal Pd, a prima firma di Antonio Nicita e approvato all'unanimità nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato. La scadenza per il ritorno alla normalità pre-Covid era fissata al 31 marzo. Invece per i genitori di bambini fino a 14 anni - in precedenza equiparati ai fragili - l’opportunità di optare per il lavoro da remoto era scaduta alla fine del 2022.

Smart working, via libera ai fondi per pubblica amministrazione


I fragili potranno, nel pubblico che nel privato, accedere allo smartworking pur avendo mansioni non compatibili ed essendo dunque necessaria una loro sostituzione (si parla, ad esempio di insegnanti o sanitari).

Un emendamento riformulato dai relatori e approvato in commissione al milleproroghe prolunga questa misura e stanzia i fondi necessari (16 milioni) a finanziarla.

 

Il canone Rai esce dalla bolletta

Dal prossimo anno il canone Rai uscirà dalla bolletta elettrica e dovrà quindi essere pagato con altre modalità. Era stato il governo Renzi ad accoppiare il canone per il servizio pubblico televisivo al pagamento delle utenze elettriche, con l’obiettivo di stroncare l’evasione del tributo. Poi però l’Unione europea ha fatto presente che questa voce rappresenta un onere improprio e quindi il nostro Paese nell’ambito della riforma della concorrenza ha deciso di cambiare strada. Non per il 2023, perché il governo appena insediatosi aveva ritenuto che non ci fossero i tempi tecnici, ma dall’anno successivo sì. Resta da vedere se la riscossione tornerà ad essere affidata alla Rai oppure se si sceglierà un altro strumento. L’ipotesi di una cancellazione del canone, con conseguente assorbimento nella cosiddetta fiscalità generale, resta piuttosto remota.

 

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