Priorità al turismo e all’intrattenimento, ovvero essenzialmente alle discoteche: i settori che stanno maggiormente soffrendo per gli effetti della nuova ondata di contagi saranno al centro del nuovo provvedimento economico atteso per la prossima settimana, con tutta probabilità giovedì. Sarà finanziato con risorse trovate all’interno del bilancio dello Stato, mentre i tempi per un eventuale scostamento di bilancio sono più lunghi, considerati anche gli impegni del Parlamento (e della politica in generale) per l’elezione del presidente della Repubblica.
I fronti del sostegno
La dotazione complessiva di questo nuovo decreto, che riprende la sequenza di quelli messi in fila lo scorso anno in corrispondenza con le fasi più dure delle restrizioni, sarà di circa 2 miliardi.
Quanto alla Cig, la richiesta di una proroga di almeno 13 settimane, che permetta quindi di arrivare almeno alla fine di marzo, è stata fatta con forza anche dai sindacati. La legge di Bilancio contiene un fondo da 700 milioni il cui impiego esatto deve essere precisato con norme successive. Ma queste risorse sono giudicate insufficienti: l’idea è concentrarle proprio sulle imprese del settore turistico, che sono quelle più in difficoltà anche sul fronte dell’occupazione.
È evidente che con 2 miliardi i margini di azione sono limitati: sicuramente resteranno fuori ulteriori interventi per contrastare il caro-bollette, che necessitano di risorse ben più solide e sono meno urgenti, nel senso che si tratta di intervenire sugli incrementi che scatteranno nel secondo trimestre, quindi a partire dal primo aprile.
IL PRESSING
La pressione per deliberare ulteriori fondi in deficit è forte da parte degli stessi partiti di maggioranza, ma il governo per ora preferisce concentrarsi su un intervento limitato, destinato alle attività economiche effettivamente più danneggiate dalla svolta negativa delle ultime settimane. La speranza è che l’impennata dei contagi possa iniziare a rientrare tra non moltissimo.
È chiaro che se le cose non andassero così le richieste delle categorie colpite sarebbero sempre di più, senza contare l’esigenza di intervenire su altri capitoli come la scuola e lo stesso sistema sanitario nazionale, che in varie parti d’Italia mostra di essere già in fortissima difficoltà, in particolare sul fronte del personale.