«Spettacoli, lavoratori in crisi
serve equilibrio tra Nord e Sud»

«Spettacoli, lavoratori in crisi serve equilibrio tra Nord e Sud»
Lunedì 24 Maggio 2021, 09:31
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Organizzata da Sistema MeD Musica e Danza Campania e dall’Agis, in diretta FB, una tavola rotonda dal titolo “Riequilibrio territoriale, Premesse per una crescita dello spettacolo nel Mezzogiorno/Focus sulla Musica e la Danza in Campania.”

«Abbiamo deciso di promuovere una riflessione pubblica sullo spettacolo in Campania perché siamo preoccupati per il futuro - ha detto Gabriella Stazio presidente di Sistema MeD Musica e Danza Campania - La pandemia ha soltanto aggravato una situazione già difficile che ora rischia soltanto di precipitare. Nel settore spettacolo siamo tutti allo stremo, quindi ora abbiamo bisogno di risposte precise: come verranno distribuite le risorse del Recovery Plan per il Mezzogiorno e lo spettacolo? Sarà istituito un Fondo per il Mezzogiorno, in particolare per lo spettacolo e la cultura, con incentivi e/o premialità che abbiano come effetto il riequilibrio dei territori? Quale il meccanismo di perequazione tra le regioni?».

«Si parla tanto e da troppo tempo di riequilibrio territoriale - ha detto ancora la Stazio - Da oggi in poi bisogna lavorare a sanare la frattura economica e sociale esistente tra il Nord e il Sud». «Sono sconcertanti - infine ha aggiunto - i dati Fus del 2019. Relativamente al settore musica, 2019 la percentuale di stanziamento vede 202 soggetti finanziati tra Nord e Centro pari al 78,26 % dello stanziamento e 83 soggetti finanziati al Sud e nelle Isole pari al 21,74%. Per quanto concerne il FUS Danza 2019 sono 16 le regioni a beneficiare di contributi di cui 12 sono regioni del Nord e del Centro, 4 le regioni del Mezzogiorno d’Italia, con esclusione di Basilicata e Calabria, che ad oggi ancora non beneficiano di alcun sostegno da parte del FUS. Il Mezzogiorno è penalizzato da sempre ma la pandemia ora rischia di determinare un vero e proprio tracollo del settore spettacolo. Se non è disequilibrio questo…».

«Anche il sistema cinematografico è allo stremo - ha aggiunto Luigi Grispello, presidente Agis Campania e vicepresidente Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) - Al Nord ci sono 1650 schermi contro i 1000 del Sud; il Nord fattura oltre 350 milioni di euro contro i 150 milioni del Sud. Tutto ciò va a sottolineare il grande divario e l’esigenza assoluta di darci da fare. La verità è che le imprese culturali sono imprese che stanno per uscire dal mercato perché considerate marginali».

«Per la politica il settore spettacolo è marginale ed inutile.

E questo è venuto fuori in maniera chiara durante la pandemia - ha detto Lello Serao, presidente Artec Associazione regionale teatrale della Campania - Deve assolutamente cambiare la percezione di chi ci governa nei nostri confronti. Per quanto riguarda il teatro gli impianti pubblici devono tornare al pubblico. La prima cosa da fare è quella di affrontare una battaglia sul riequilibrio tra Nord e Sud, ma anche tra pubblico e privato. E’ impensabile che in un momento di crisi come quello attuale in Campania ci sia un investimento pubblico su Fondazioni “in house” di gran lunga superiore all’investimento sulla legge 6/2007, legge che dovrebbe sostenere le imprese di musica, danza, teatro e spettacolo viaggiante della regione Campania. Bisogna preservare il sistema spettacolo e noi in quanto associazioni di categoria. Per questo stiamo tentando di superare il momento difficile creando un progetto di sistema».

Mentre Diego Guida, segretario generale Anesv (Associazione Nazionale Esercenti spettacolo Viaggiante) ha dichiarato che per quanto riguarda lo spettacolo viaggiante il problema fondamentale in Campania è legato alla concessione degli spazi. «Al Sud c’è una regolamentazione che spesso viene disattesa dai Comuni - ha detto - Non basta il Recovery Plan. E’ necessario strutturale questi fondi. Le istituzioni devono essere più vicine alle imprese di spettacolo in termini economici e in termini strutturali».

«Credo che sia necessario ricominciare a parlare di Beni culturali immateriali, quei beni che sono tutelati dalle Nazioni Unite così come dalla Costituzione - ha detto infine Tommaso Rossi, presidente Associazione Dissonanzen e direttore artistico della Associazione Alessandro Scarlatti - La danza e la musica che io oggi a questo tavolo rappresento, devono ritrovare dignità agli occhi di chi ci governa. Dal canto nostro dobbiamo fare la nostra parte e combattere per una migliore organizzazione e tutela dei nostri diritti. La pandemia ci ha aiutato ad aprire gli occhi. Quindi va bene dire che nulla sarà come prima, ma soprattutto che non vogliamo ci sia un ritorno al passato. E al vecchio sistema produttivo italiano. Per questo è importante che Sistema MeD esca con un documento chiaro da inviare a chi ci governa».

Infine Carlo Marino, presidente Anci Campania, ha ribadito come sia necessario, per recuperare la frattura che c’è nel Paese, mettere in campo una strategia che non si basi solo sulle fonti di finanziamento, ma che attivi e crei strutture normative innovative.

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