Spid e carta d'identità elettronica verso l’unificazione (ma serviranno almeno 2 anni)

Il Governo stanzia 40 milioni per mantenere in vita la piattaforma gestita dai privati

Spid e carta d'identità elettronica verso l’unificazione (ma serviranno almeno 2 anni)
Spid e carta d'identità elettronica verso l’unificazione (ma serviranno almeno 2 anni)
di Michele Di Branco
Venerdì 7 Aprile 2023, 21:34 - Ultimo agg. 10 Aprile, 15:08
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L’obiettivo di lungo termine, entro la fine della legislatura, è fondere Spid e Carta d’identità elettronica in un’unica app, denominata “Idn” (identità digitale nazionale), per consentire ai cittadini di dialogare con la pubblica amministrazione. Ma nel frattempo il governo va avanti con lo Spid. In questa chiave si deve leggere il contributo stanziato dal governo di 40 milioni di euro per una proroga biennale, che permetterà alla piattaforma di identità digitale di restare attiva anche nel 2024. 

Spid, niente addio (almeno per ora). Proroga di due anni e contributo da 40 milioni di euro

Il provvedimento è stato inserito nel decreto Pnrr in discussione alla Commissione Bilancio al Senato «al fine di garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici richiesti ai soggetti gestori di Spid per la fornitura del servizio di identità digitale con nuove modalità operative imposte dalle misure del Pnrr».

Il contributo dovrà servire «per il ristoro dei costi sostenuti per l’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche alla crescente domanda da parte di utenti e service provider pubblici». 

IL MODELLO

Ma lo stanziamento servirà anche a risolvere la questione posta dai soggetti privati che attualmente garantiscono lo Spid: le convenzioni con il governo (già prorogate) sono in scadenza il prossimo 23 aprile. Il gestori lamentano l’insostenibilità finanziaria dell’attuale modello. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Butti, che ha la delega sulla materia, nei mesi scorsi aveva espresso la volontà di far confluire il sistema Spid in quello (pubblico) che passa per la Cie, la carta di identità elettronica. Questo processo però avrà prevedibilmente tempi lunghi e nel frattempo c’è l’esigenza di garantire continuità ai circa 34 milioni di Spid in circolazione. Insomma per altri due anni la situazione resterà quella attuale. 

Da un lato c’è la Carta di identità elettronica (Cie), emessa dal ministero dell’Interno e prodotta dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Costa 16,79 euro e per usarla servono un codice pin, il puk e fino a poco tempo fa un lettore apposito, perché contiene un chip nel quale sono conservati tutti i dati personali. Ma recentemente le modalità di utilizzo sono state semplificate. Dall’altro versante c’è lo Spid, la cui gestione è affidata a diverse aziende private (alcune delle quali fanno pagare l’attivazione): offre diversi livelli di sicurezza e maggiore flessibilità. 

I numeri riferiti al 2022 dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) dimostrano che, se Spid e Cie contano un numero di iscritti pressoché identico (33,5 milioni il primo contro i 32,7 della seconda), il sistema pubblico di identità digitale è stato usato per effettuare un miliardo di accessi ai servizi pubblici, contro i 21 milioni della carta di identità elettronica. 

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