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Statali, l’area (fantasma) dei super-esperti: i bandi non partono, assunzioni ferme

Nessuna amministrazione ha ancora creato l’area per le professionalità alte. Serve ad accogliere i tecnici del Recovery, ma senza l’ok dei sindacati non può partire

Statali, l area (fantasma) dei super-esperti: i bandi non partono, assunzioni ferme
Statali, l’area (fantasma) dei super-esperti: i bandi non partono, assunzioni ferme
di Andrea Bassi
Articolo riservato agli abbonati
Lunedì 16 Gennaio 2023, 01:40 - Ultimo agg. : 25 Febbraio, 17:21
4 Minuti di Lettura

C’è un fantasma che si aggira nella Pubblica amministrazione. È la «Quarta area». Si tratta del livello intermedio tra i dirigenti e i funzionari del Pubblico impiego. È stata creata dai nuovi contratti firmati dai sindacati e dall’Aran, l’Agenzia che tratta i rinnovi per il governo. Ed è stata ribattezzata delle «elevate professionalità». Lo scopo doveva essere quello di accogliere al suo interno, tra gli altri, i super-tecnici, come progettisti, ingegneri, esperti della transizione verde, impegnati nella realizzazione del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza.

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Ma doveva, e dovrebbe, anche servire a convincere le migliori professionalità, soprattutto quelle legate al digitale e alle nuove competenze, presenti sul mercato del lavoro, a prendere in considerazione l’impiego pubblico garantendo stipendi adeguati, fino a 70 mila euro lordi l’anno. Fino ad oggi però nessun ministero e nessuna altra amministrazione centrale ha ancora tenuto a battesimo questa nuova area. Insomma, nessun concorso per assumere una «alta professionalità» nella Pubblica amministrazione è stato bandito e nessun esperto ha firmato ancora un contratto a tempo indeterminato. Zero. Certo, dalla firma a giugno dello scorso anno del nuovo contratto delle Funzioni centrali, il primo ad introdurre la Quarta area, ad oggi, c’è stato di mezzo il cambio di governo con l’annunciato “spoil system”, il cambio dei vertici dei ministeri, che ha rallentato tutti i processi. Ma l’impressione è che nessuno nelle amministrazioni pubbliche sappia esattamente da dove cominciare e cosa farci di queste «alte professionalità». 


L’INTERVENTO
Il primo a rendersi conto che qualcosa non sta andando nella direzione giusta, è stato proprio il Presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. Le amministrazioni stanno realizzando una nuova organizzazione che preveda al suo interno posti per l’elevata professionalità? Si è chiesto. «Faccio queste domande», ha detto, «perché bisogna evitare che quest’area diventi un’ulteriore area che si aggiunge a quelle già previste, dove prima o poi ci arrivano tutti». Questo è un primo problema. Nell’ultimo contratto i sindacati hanno ottenuto le progressioni di carriera verticali che, almeno per un certo periodo di tempo, hanno previsto deroghe per i titoli di studio. Insomma, il personale interno può passare funzionario di terza area anche senza laurea, mentre un esterno deve necessariamente possedere questo titolo. Quasi automatico che chi si trova nella terza area e ha un titolo di studio adeguato e una buona esperienza ambisca a passare nella futura quarta area.

Ma in questo caso lo scatto non potrà essere automatico. Sarà necessario un concorso, anche perché l’accesso alla quarta area è riservato a chi non solo ha una laurea, ma anche competenze altamente specialistiche, elevata consapevolezza critica, capacità gestionali. Requisiti, insomma, molto stringenti. Per questo Naddeo ha proposto di far svolgere gli eventuali concorsi per la nuova area delle elevate professionalità alla Sna, la Scuola nazionale della Pubblica amministrazione. Secondo Naddeo, insomma, la quarta area «non deve essere solo un area di arrivo della carriera del personale non dirigente, ma soprattutto un area di partenza per una carriera verso la dirigenza».
Il punto però, è che per creare la quarta area è previsto che le amministrazioni definiscano d’accordo con i sindacati i «profili» che questi professionisti devono possedere per l’accesso all’area. Il rischio, insomma, è che si scelga la scorciatoia di indicare dei requisiti in “continuità” con quelli dei funzionari della terza area per permettergli una progressione di carriera.

 
IL PASSAGGIO
Un altro punto critico sulla creazione della Quarta area è quello delle risorse. L’ingresso dei super-esperti andrà finanziato con le «capacità assunzionali» della singola amministrazione. Cosa significa? Che se, per esempio, un’amministrazione ha 700 mila euro per le assunzioni, deve decidere se prendere 10 super esperti o magari 20 funzionari di livello inferiore. Davanti alla prospettiva della quantità rispetto alla qualità, il rischio potrebbe essere di scegliere per comodità la prima. Anche qui Naddeo ha una proposta: tagliare i posti dei dirigenti di seconda fascia. Nelle amministrazioni ci sono molte posizioni ricoperte ad interim perché scoperte. Potrebbero essere tagliate e con i risparmi assumere le alte professionalità. Il vero punto è che il tempo inizia a stringere. La Pa ha bisogno di profili specialistici e ne ha bisogno subito. Anche per evitare rallentamenti sul Pnrr. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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