L'appuntamento più atteso rimane fissato per l'1 marzo prossimo quando il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, annuncerà il primo Piano industriale del Gruppo nato dalla fusione tra Fca e Peugeot. Ma per i circa 2mila addetti, tra diretti e indotto, dello stabilimento irpino di Pratola Serra il futuro è già noto: continueranno a produrre motori diesel, storica missione del sito, e in più dal 2024 realizzeranno tutti i propulsori diesel destinati ai veicoli commerciali leggeri del Gruppo, segmento di mercato nel quale Stellantis è centrale a livello europeo. L'annuncio ufficiale, dopo le importanti indiscrezioni di fine anno, sarà dato quasi certamente proprio da Tavares che stamane farà visita allo stabilimento incontrando i dirigenti, i lavoratori e i sindacati locali, ultima tappa italiana del tour che in 12 mesi gli ha permesso di verificare di persona la consistenza e la qualità degli impianti e del personale di Stellantis. Per Pratola Serra è un investimento di enorme significato dopo i dubbi e le preoccupazioni emersi nei mesi scorsi sul futuro stesso dello stabilimento, alla luce in particolare dell'accelerazione sui motori elettrici che resta una priorità per il Gruppo. «Una notizia positiva» aveva commentato nei giorni scorsi il segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano non senza però sottolineare che questa valutazione vale «nel breve periodo» perché «comunque non garantisce le prospettive future di quel sito».
Un propulsore Euro 7, se di questo come pare si tratterà, non avrebbe sicuramente vita brevissima (c'è chi si sbilancia fino al 2030) ma è evidente che la partita si giocherà sulla transizione ambientale e sui tempi previsti, il 2035, una scadenza che l'intera filiera dell'auto giudica troppo ravvicinata, con il rischio di perdere in Italia almeno 30mila posti di lavoro.
Tutto ruota insomma intorno alle previsioni del passaggio dai motori endotermici, benzina e diesel, a quelli elettrici e dal ritorno a ritmi di produzione superiori a quelli che la pandemia prima e la crisi dei semiconduttori poi stanno imponendo.
Di qui la nuova richiesta a Palazzo Chigi e in particolare al ministro dello Sviluppo economico Giorgetti di convocare prima dell'1 marzo un tavolo di confronto «su come mai non si è concluso positivamente a 7 mesi dall'annuncio la costruzione della Giga Factory». In quella sede, spiegano i sindacati, «per noi diventa fondamentale anche ripercorrere e confermare gli accordi già sottoscritti di messa in sicurezza degli stabilimenti di Melfi e del Polo torinese, oltre che avere risposte per tutti gli altri stabilimenti ed enti del gruppo.
Meno incerta a quanto pare la prospettiva per Pomigliano: Stellantis ha confermato che la partenza della produzione del nuovo Alfa Romeo Suv Tonale avverrà da marzo 2022 (i tempi sono slittati per la crisi dei microchip) e che la vendita sul mercato scatterà da giugno. Ma resta ancora da capire quale sarà la seconda missione del sito una volta che cesserà, entro i prossimi due anni, la produzione della Panda.
«Abbiamo ancora molto da fare per continuare a migliorare la nostra nuova azienda, ma siamo sulla buona strada. La corsa è iniziata e Stellantis riuscirà a fare la differenza nel difficile settore in cui opera. Sapremo cogliere le opportunità lungo la strada, facendo in modo che le nostre stelle continuino a brillare», dice dal canto suo Tavares in alcune interviste a quotidiani nazionali. Nel bilancio dei suoi primi 12 mesi spicca però soprattutto il monito ai governi europei sulla necessità di accompagnare con politiche ed incentivi la transizione della mobilità verso l'elettrico. Il riferimento sembra soprattutto all'Italia: nella legge di Bilancio non è sato previsto alcun incentivo per sostenere l'acquisto delle auto full electrics (come la 500e prodotta nello stabilimento di Mirafiori a Torino). Il Gruppo ricorda che in questo anno, «dopo avere costruito fondamenta solide, sono stati ottenuti eccellenti risultati finanziari e sono state create partnership strategiche». E aggiunge che «la società può già vantare una presenza consolidata in tre regioni (Europa, America del Nord e America Latina), oltre a un significativo potenziale in mercati importanti quali Cina, Africa, Medio Oriente, Oceania e India. Con operazioni industriali in oltre 30 Paesi, l'azienda ha la capacità di soddisfare i clienti e superare le aspettative, garantendo veicoli e servizi di alta qualità in oltre 130 mercati».