Stellato: «Materie prime aumentate
alberghi rischiano di chiudere»

Stellato: «Materie prime aumentate alberghi rischiano di chiudere»
Lunedì 22 Agosto 2022, 18:54
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Ezio Stellato, presidente del Ce.s.f.i, (Centro Studi sulla Fiscalità Internazionale): “Ci sono alberghi che pensano alla chiusura a causa dell’aumento del 300% del costo dell’energia elettrica” Siamo finalmente arrivati agli stadi di partenza della campagna elettorale. Una corsa ad orologeria che ha caratterizzato tutta l’estate italiana con nomi, caselle, collegi, blindature, strappi, alleanze, illusioni senza invece parlare in maniera consapevole delle grandi difficoltà che oggi il Paese si trova ad affrontare. Sul tavolo rimane sia il nodo contribuenti con una legge delega di riforma fiscale bloccata al Senato che il tema del caro energia, vero dilemma di famiglie, imprese ed enti pubblici che giorno dopo giorno vedono lievitare i costi, senza soluzioni di discontinuità nel breve termine. Il caro bollette e l’autonomia energetica sono diventati cruciali per la salvaguardia della nostra economia e soprattutto della nostra competitività all’interno del mercato estero.

Ezio Stellato, presidente del Ce.s.f.i, ha svolto un’indagine mirata sul territorio: “ Conosciamo ristoranti in provincia di Napoli, polmoni del commercio che hanno visto aumentare di circa 12000 euro il costo dell’energia elettrica rispetto alla scorsa estate. Ci sono alberghi che pensano alla chiusura a causa del rincaro del 300% del costo dell’energia elettrica. Una bomba sociale che rischia di essere ancora più devastante, considerando anche il fronte del gas, del petrolio, delle materie prime in generale”, Una problematica che ha soluzioni solo di natura politica sia in termini di approccio che di metodo per affrontare una crisi che ha fondamenta radicate. Si paga una mancata strategia nei tavoli istituzionali mondiali e bisogna essere consapevoli di aver appaltato tale tema a terzi senza alcuna responsabilità sia come Stato sia come dibattito pubblico. In tutto il Paese oggi quindi si percepisce un retrogusto di fallimento e l’inizio di una nuova stagione, quanto mai reale, di dimezzamento delle produzioni, delocalizzazioni e razionamento dei servizi.

Una paura che bollette e rincari rendono quanto mai vicino e tangibile uno scenario apocalittico, soprattutto alla luce di una crisi sanitaria che ha modificato geneticamente il mercato e le sue necessità. Alla luce delle elezioni, infatti, la politica italiana favorisce un atteggiamento assistenzialista e preferisce procrastinare un dilemma che provoca più di qualche imbarazzo davanti ad un evidente problema che non può essere risolto con la flat tax o con un reddito di cittadinanza, bensì con l’ aumento​ della portata dei gasdotti esistenti, sfruttando di più i rigassificatori e valutando in maniera matura il tema del nucleare. Nel frattempo, sotto il sole di agosto gli scaffali cominciano giorno dopo giorno a diventare sempre più roventi per i consumatori italiani ed europei che vedono nell’etichette dei prodotti la tenaglia dell’inflazione accompagnata dall’aumento del precariato e dai licenziamenti. Un vero incubo che attanaglia famiglie, giovani, lavoratori e soprattutto pensionati ridotti a diventare il vero prelievo forzoso quotidiano di qualunque famiglia italiana. Conti alla mano, le materie prime sono aumentate complessivamente quasi del 50%. Un vero e proprio rincaro che porta le nostre famiglie a modificare la propria alimentazione e a rinunciare a molteplici servizi come quello del divertimento, della ristorazione, ma anche del proprio benessere culturale e psicofisico. Allo stesso tempo le amministrazioni pubbliche come del resto i privati sono costretti a ridurre le prestazioni dei servizi a costi gestibili non garantendo più efficienza e professionalità come richiesto. Una vera e propria onda che rischia, quindi, di travolgere chiunque e in qualunque settore senza distinzione tra piccolo e grande, tra imprenditore e consumatore all’interno di un quadro che non vede vie di fuga se non solidarietà e speranza in una visione lungimirante nella politica estera ed in politiche industriali quanto meno tangibili, abbattendo burocrazie e tasse come sollievo anche momentaneo in vista di un lungo inverno che rischia di essere molto caldo a livello sociale.

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